Parkinson, un impianto innovativo per tornare a camminare

Stimolazione epidurale grazie a una neuroprotesi

L'impianto di una neuroprotesi con conseguente stimolazione epidurale della colonna vertebrale hanno consentito a Marc Gauthier, un paziente francese di 62 anni affetto da Parkinson da oltre 30, di tornare a camminare.
Il sorprendente risultato è apparso sulle pagine di Nature Medicine ed è opera di un team di ricercatori guidato da Grégoire Courtine dell'École Polytechnique Fédérale di Losanna.
Il trattamento si è dimostrato in grado di migliorare le abilità motorie di un soggetto con gravi deficit motori dovuti al morbo di Parkinson, malattia che causa problemi di locomozione e di equilibrio, oltre a episodi di freezing of gait, ovvero la sensazione improvvisa di non riuscire a muoversi nonostante il desiderio di farlo.
La stimolazione epidurale elettrica mirata (EES) della colonna vertebrale lombosacrale è una tecnica che modula l'attività dei neuroni che controllano i movimenti locomotori. Il team di Courtine ha adattato la tecnica per tentare di ripristinare l'attivazione naturale dei neuroni delle gambe. Il team ha avviato uno studio su Gauthier, che mostrava gravi deficit motori nonostante i trattamenti farmacologici e la stimolazione cerebrale profonda.
Prima dell'intervento, è stata creata una mappa anatomica personalizzata delle regioni del midollo spinale da stimolare, guidando l'implantazione chirurgica precisa della neuroprotesi.
I ricercatori hanno poi utilizzato dei sensori wireless per rilevare le intenzioni di deambulazione, attivando l'EES per stimolare i neuroni delle gambe e generare movimenti di camminata naturali. I risultati dello studio hanno dimostrato che la neuroprotesi ha migliorato notevolmente i deficit motori del paziente, il quale ha riportato un sostanziale miglioramento della qualità della vita.
Sono già 2 anni che il paziente utilizza questo tipo di tecnologia con successo e soddisfazione. I risultati ottenuti suggeriscono che la stimolazione epidurale elettrica mirata potrebbe rappresentare un'opzione terapeutica promettente per il trattamento dei deficit di locomozione comuni nei pazienti con Parkinson.

10/11/2023 10:55:00 Andrea Piccoli


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