Il prezzo del gas in aumento spaventa, tanto che in vista della stagione fredda, in realtà ancora lontana a quanto pare, molti si stanno attrezzando con varie alternative.
Si va dai camini a legna alle stufette elettriche, passando per la pur sempre efficace borsa dell'acqua calda. Tuttavia, l'esposizione prolungata a queste fonti di calore può causare problemi a gambe e braccia.
Un articolo apparso sul New England Journal of Medicine racconta l'episodio di una ragazza di 24 anni che per molte ore al giorno è rimasta seduta vicino a una stufetta elettrica. La conseguenza è stata un eritema ab igne, una condizione frequente fino a qualche decennio fa, quando l'utilizzo dei moderni sistemi di riscaldamento era ancora poco diffuso.
L'eritema ab igne passa spesso inosservato, ma è dovuto a un'esposizione prolungata e ripetuta al calore. Le radiazioni termiche sviluppano sulla pelle un eritema reticolato, la dilatazione cronica dei capillari e l'iperpigmentazione, il tutto non per forza associato a prurito e bruciore. Nella maggior parte dei casi causa solo un problema estetico, ma in alcuni casi può causare lesioni cancerose e favorire la comparsa di un carcinoma a cellule squamose.
"Senza fare allarmismi, è sicuramente una cosa a cui bisogna fare attenzione soprattutto in questo periodo in cui si cercano forme alternative di riscaldamento", spiega la dottoressa Norma Cameli, responsabile della Dermatologia correttiva dell'istituto San Gallicano di Roma. "L'eritema ab igne può colpire chiunque, non serve una particolare predisposizione. E a tutti gli effetti è una infiammazione che si manifesta con una chiazza rossa asintomatica che può diventare, e rimanere a lungo, marrone. In casi più rari e gravi, può anche degenerare in ulcerazioni da ustione che possono favorire l'insorgenza del carcinoma".
L'eritema da calore - ab igne in latino significa "causato dal fuoco" - è stato descritto per la prima volta dal dermatologo Horatio George Adamson nel 1909 ed era molto diffuso fra tutti coloro che a quei tempi utilizzavano le braci per scaldare i letti.
In prevalenza vengono colpite le donne. L'eritema può essere provocato da fonti di calore anche modeste, ad esempio le termocoperte elettriche, le borse dell'acqua calda o addirittura il computer portatile tenuto sulle gambe.
Il caso di una donna indiana è esemplificativo: la giovane si è presentata in una clinica dermatologica per un eritema sugli stinchi, asintomatico ma dagli effetti più evidenti sulla gamba sinistra. La paziente ha riferito di aver utilizzato una stufetta elettrica che teneva vicino alla gamba sinistra, proprio dove era visibile maggiore iperpigmentazione e si erano sviluppate diverse cicatrici atrofiche. Non erano presenti noduli sottocutanei ma una biopsia ha mostrato una infiltrazione linfocitaria cutanea, con deposito di emosiderina - una proteina che lega il ferro - nel derma superiore.
"In base a questi risultati le è stata fatta per la prima volta una diagnosi di dermatosi da esposizione al calore", spiega la dottoressa Rhea Ahuja che l'ha visitata. "L'eritema ab igne si manifesta come una reticolazione eritematosa o iperpigmentata che può verificarsi in qualsiasi parte del corpo e può essere distribuita in modo asimmetrico, a seconda della posizione della fonte di calore esterna".
Non è facile la diagnosi, perché la condizione "può essere confusa con la vasculite, un'infiammazione che si verifica quando il sistema immunitario attacca i vasi sanguigni. Il primo passo è interrompere la fonte di origine del calore. In questo caso alla paziente è stato consigliato di evitare un'ulteriore esposizione diretta al calore. E a una visita di controllo dopo tre settimane l'iperpigmentazione era già diminuita senza bisogno di altre terapie mentre le cicatrici persistevano".
“Il calore può dare sollievo e offrire una sensazione di piacere, certo, ma bisogna fare sempre attenzione: mai esporre la pelle nuda a una fonte di calore o ancor peggio appoggiarsi addosso uno scaldino quando si indossa un tessuto sintetico", consiglia la dottoressa Cameli.
"Se l'infiammazione è in corso si possono usare cortisonici o antinfiammatori non steroidei. Ma la maggior parte dei pazienti arriva dal dermatologo quando la fase acuta è ormai passata, lasciando sulla zona esposta una chiazza marrone. Le persone si stupiscono, non pensano che anche una semplice borsa dell'acqua calda possa causare iperpigmentazione. Per risolvere il problema estetico, la soluzione più efficace sono le creme schiarenti. In caso di cicatrici, invece, si interviene con il laser Co2".
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