Una singola alterazione genetica potrebbe essere alla base della forma più aggressiva di glioblastoma, tumore maligno del cervello.
La scoperta, appena pubblicata su “Esmo Openâ€, rivista della Società Europea di Oncologia Medica, porta la firma dell'Istituto Oncologico Veneto-Irccs, autore dello studio coordinato per la parte clinica dal dr. Giuseppe Lombardi dell'Uoc Oncologia 1 diretta ad interim dalla dottoressa Antonella Brunello, e per la parte di ricerca oncologica dalla professoressa Anita De Rossi del Dipartimento Universitario DiScog e afferente all'Uoc Immunologia e Diagnostica Molecolare Oncologica diretta dal professor Antonio Rosato.
L'indagine, resa possibile anche grazie al contributo della Fondazione Celeghin e dell'Associazione Ometto, in collaborazione con le Neurochirurgie dell'Azienda-Università degli Studi di Padova e delle Università di Ferrara e Firenze, ha preso in esame 273 pazienti colpiti da glioblastoma seguiti dallo Iov.
“È con particolare soddisfazione che abbiamo presentato i risultati di questo importante lavoro clinico-traslazionale - dicono il dr. Lombardi e la prof. De Rossi - che ha indagato il ruolo del gene TERT nel glioblastoma, il tumore cerebrale più frequente e aggressivo nell'adulto. Siamo riusciti ad individuare in una specifica variante del gene TERT un marcatore prognostico di una forma di glioblastoma a più rapida progressione. Riuscire a mettere in luce l'impatto del gene TERT sulla prognosi e sulle interazioni molecolari che sono alla base della crescita tumorale e delle risposte ai trattamenti oncologici apre nuovi scenari in ambito diagnostico e nell'utilizzo di trattamenti più personalizzati. L'Istituto Oncologico Veneto si conferma così, ancora una volta, centro di riferimento internazionale per la cura dei pazienti neuro-oncologici con la possibilità di nuove prospettive grazie anche a innovativi trattamenti sperimentaliâ€.
Questa scoperta apre nuove strade, permettendo di indirizzare a una migliore individuazione dei pazienti, un miglior arruolamento nei trial clinici e a una prognosi più accurata. “Questo studio esemplifica le opportunità uniche presenti nell'Istituto Oncologico Veneto per la ricerca traslazionale. Infatti nasce da un interesse storico e continuato nel tempo - sottolinea il Prof. Vincenzo Bronte, Direttore Scientifico dello Iov - per il ruolo del gene TERT nella genesi delle neoplasie, e si coniuga alla possibilità di definire dei sottogruppi di pazienti con glioblastoma con prognosi diversa. Lo studio offrirà nuove prospettive per indagare i circuiti molecolari alla base delle forme più aggressive di questo tumore, caratterizzato da una progressione estremamente rapidaâ€.
Sempre in materia di glioblastoma, ricorda poi una nota, sono in corso allo Iov vari protocolli sperimentali tra i quali il “Regoma 2â€, il primo studio al mondo che valuta il Regorafenib in associazione alla terapia standard per il trattamento di questo tumore raro particolarmente aggressivo, con incidenza di 6 casi ogni 100mila persone, negli ultimi anni in continuo aumento. La sperimentazione, promossa dall'Istituto Oncologico Veneto, rappresenta anche il primo studio no-profit a livello italiano che valuta la somministrazione del farmaco. nel tumore cerebrale, senza aspettare che la malattia vada in recidiva.
“Per il trattamento dei pazienti con tumori cerebrali, l'Istituto Oncologico Veneto - IRCCS rappresenta ormai un'eccellenza internazionale - sottolinea il Direttore Generale Patrizia Benini - grazie a un team di specialisti dedicati, costituito da diversi anni, che ha come obiettivo non solo dare “quantità †di vita, ma anche “qualità †di vita. I pazienti con glioblastoma che accedono allo IOV possono giovarsi non solo di nuovi studi sperimentali, ma di una presa in carico globale, finalizzata alla diagnosi-terapia-assistenza dedicata al sostegno del malato e della sua famigliaâ€.
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