Soffrire di pressione alta fin da giovani significa anche mettere a rischio il cervello. Lo segnala uno studio pubblicato su Jama Network Open da un team del National Institute on Aging in Baltimore diretto da Yi-Han Hu, che spiega: «L'esame dell'associazione tra le modifiche nel tempo dei valori pressori e l'integrità cerebrale nella mezza età può fornire informazioni sulle eventuali strategie di intervento su sottogruppi di persone a più alto rischio di deterioramento cognitivo».
Il team ha utilizzato i dati provenienti dallo studio prospettico CARDIA, acronimo per Coronary Artery Risk Development in Young Adults, un trial longitudinale prospettico realizzato su 853 ambosessi di etnia caucasica (499) e afroamericana (354) allo scopo di identificare i modelli evolutivi dei valori di pressione arteriosa nei giovani adulti fino alla mezza età .
All'inizio dello studio i partecipanti avevano dai 18 ai 30 anni; nel corso del follow up durato 30 anni sono stati sottoposti a controlli clinici fino a 8 volte, eseguendo tra l'altro anche una risonanza magnetica cerebrale (MRI) al 25° e 30° anno.
I ricercatori hanno identificato diverse traiettorie evolutive della pressione arteriosa: bassa stabile, aumento moderato, elevata stabile e aumento elevato. Poi hanno associato le diverse traiettorie con lo stato delle strutture cerebrali con il modello statistico della regressione lineare, aggiustando in sequenza i dati demografici, i fattori di rischio cardiovascolare e l'uso di farmaci antipertensivi.
I soggetti dei gruppi con aumento moderato e aumento elevato mostravano maggiori probabilità di avere volumi anomali di sostanza bianca, «mentre i soggetti nel gruppo con aumento elevato avevano un diminuito flusso sanguigno cerebrale nella materia grigia», spiega Yi-Han, che conclude: «Questi risultati, assieme a quelli ottenuti in studi precedenti sulla tarda età , suggeriscono che la prevenzione dell'aumento della pressione arteriosa nella la giovane età adulta fino alla mezza età può essere una strategia promettente per prevenire la demenza».
Fonte: Jama Network Open
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
Questa pagina è stata letta
207528 volte