Calvizie infantile, efficace tofacitinib

L'inibitore della Janus chinasi favorisce la ricrescita dei capelli

C'è una nuova opzione terapeutica per i pazienti pediatrici colpiti da alopecia aerata. Si tratta di tofacitinib orale, un inibitore della Janus chinasi - gruppo di enzimi coinvolti in diversi processi infiammatori - che sembra favorire la ricrescita dei capelli nel 75% dei pazienti.
A dimostrarlo è uno studio dell'Università del Colorado di Aurora pubblicato su Pediatric Dermatology. «Un tasso di successo del 73% è molto buono», commenta Cory Dunnick, professore di dermatologia e direttore degli studi clinici, che ha coordinato la ricerca su 11 pazienti pediatrici di età compresa tra 8 e 18 anni.
6 partecipanti avevano un'alopecia universale con perdita completa dei capelli e dei peli del corpo, altri 4 un'alopecia a chiazze e l'ultimo un'alopecia totale con caduta limitata ai capelli.
4 partecipanti mostravano anche comorbilità note per essere associate all'alopecia aerata come dermatite atopica, ipotiroidismo autoimmune e asma. «In precedenza
i pazienti erano stati trattati con altri farmaci tra cui metotrexato, prednisone orale, triamcinolone intralesionale e corticosteroidi topici. Durante il trattamento con tofacitinib, 5 degli 11 pazienti hanno ricevuto anche un trattamento topico con steroidi», scrivono gli autori.
Il dosaggio non era standardizzato, ma nella maggior parte dei casi i pazienti hanno assunto 5-10 mg di tofacitinib 2 volte al giorno con un tempo medio di trattamento pari a 32 mesi.
Alla fine del trattamento 5 pazienti hanno mostrato la ricrescita completa dei capelli, delle sopracciglia e dei peli, mentre gli altri hanno avuto risposte incomplete. «Una delle principali preoccupazioni è la possibilità di eventi avversi significativi», sottolinea Dunnick.
Per questo motivo, il PRAC - comitato di sicurezza dell'Agenzia europea del Farmaco (Ema) - ha avviato una revisione della sicurezza degli inibitori JAK sulla scia dei risultati della sperimentazione del farmaco per l'artrite reumatoide.
I dati indicano che i pazienti a rischio cardiovascolare avevano maggiori probabilità di sviluppare infarto o ictus o tumori rispetto a quelli trattati con inibitori del TNF-alfa
Lo studio ha anche mostrato che, rispetto agli inibitori del TNF-alfa, tofacitinib era associato a un rischio maggiore di morte per ogni causa, infezioni gravi e tromboembolia venosa.

Fonte: Pediatric Dermatology

14/03/2022 17:41:00 Andrea Sperelli


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