Sono un problema comune, specialmente per le donne, che hanno il doppio della probabilità di esserne colpite rispetto agli uomini. Stando alle stime il 50% sviluppa una volta nella vita un'infezione delle vie urinarie, quasi il 20% ha una recidiva, e di queste il 30% ne sviluppa anche una terza.
Le infezioni delle vie urinarie, se è vero che generalmente non sono patologie preoccupanti, non vanno certo prese alla leggera, soprattutto quando colpiscono donne in gravidanza o chi soffre già di altre patologie o alterazioni.
«Le infezioni urogenitali si verificano quando i batteri penetrano attraverso l'uretra, il condotto che trasporta l'urina dalla vescica all'esterno, e si moltiplicano nelle vie urinarie», spiega la dottoressa Rosjana Pica, biologa e ricercatrice biosanitaria. «Negli adulti la maggior parte di questo tipo di infezioni è causata dal batterio Escherichia coli, anche se possono derivare anche da altri microrganismi che popolano il tratto intestinale come Enterococcus faecalis, Enterobacter, Klebsiella e Pseudomonas».
La forma più comune di infezione urinaria è la cistite, causata spesso da un batterio intestinale (nell'80% dei casi l'Escherichia Coli) che risale fino alla vescica attraverso l'uretra. «Questa "migrazione" è più frequente nelle donne, nelle quali l'uretra è particolarmente corta e gli organi genitali sono vicini all'ano» commenta l'esperta. La cistite si manifesta con un bisogno di urinare più frequente del solito, accompagnato da bruciore, dolore, un senso di svuotamento incompleto e spesso con la presenza di sangue nelle urine. Il problema spesso si tende a trascurare, magari ricorrendo al fai da te, per poi passare agli antibiotici quando i sintomi peggiorano.
La diffusione di ceppi batterici resistenti ai comuni antibiotici ha portato all'utilizzo dell'ozonoterapia come approccio terapeutico alternativo o aggiuntivo all'uso di antibiotici, come spiega la dottoressa Pica. «Oggi, studi scientifici dimostrano che fare lavaggi ai genitali e alle vie urinarie con acqua iperozonizzata facilita la remissione della sintomatologia e l'eradicazione dell'infezione».
Ma perché l'ozono, sottoforma di acqua iperozonizzata, aiuta? «L'ozono - spiega la dottoressa Pica - ha un fortissimo potere ossidante e disinfettante in grado di degradare le componenti cellulari batteriche e ha anche potere antimicotico, per cui è valido contro le infezioni fungine alle vie urinarie. Proprio in virtù della sua potenza ed efficacia però può essere utilizzato solo da personale sanitario, con rigidi protocolli. È tossico ad alte concentrazioni e non può essere inalato. Per questo per la prevenzione e il trattamento di infezioni urogenitali si ricorre all'acqua iperozonizzata, un'acqua arricchita con ozono tramite dispositivo elettromedicale certificato. I lavaggi con acqua iperozonizzata possono essere effettuati per trattare cistiti, uretriti, vaginiti, infezioni batteriche e infezioni fungine, ad esempio la candidosi».
Come fare? «Per una corretta igiene intima, per prevenire l'insorgenza delle infezioni o contrastarne i sintomi, si possono effettuare delle lavande vaginali o dei lavaggi urogenitali, in genere per circa una settimana, sotto consiglio medico» spiega l'esperta.
Le infezioni urogenitali vanno a braccetto con la salute dell'intestino. «I batteri buoni che lo popolano sono importanti per il funzionamento del nostro organismo, tuttavia a volte possono moltiplicarsi eccessivamente aprendo la strada a infezioni urogenitali - chiarisce la dottoressa Pica -. Per questo è utile mantenere un corretto equilibrio intestinale, non soltanto in presenza di cistiti, ma anche per prevenirle, attraverso un corretto uso di acqua ozonizzata da bere, secondo specifici protocolli, che aiuta a ristabilire la presenza di batteri buoni, anche a livello vaginale».
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
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