Meglio non indugiare nel fare colazione di mattina. Come ricordano gli esperti della Società Italiana di Diabetologia facendo riferimento ai risultati di uno studio spagnolo su circa 100.000 persone, se si fa colazione entro le 8 del mattino le probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 scendono del 59%.
Oltre ad aumentare la glicemia, la scelta di mangiare tardi al mattino ha conseguenze negative anche sui livelli di trigliceridi e proteina C-reattiva, parametri chiari di infiammazione. Ancora peggiore è la scelta di rinunciare del tutto alla colazione perché il digiuno fa impennare ancora di più i livelli glicemici dopo pranzo. Vengono inoltre ridotte le capacità dell'insulina di rispondere alle richieste dell'organismo.
«Un digiuno prolungato come quello di chi salta la prima colazione fa come “perdere la memoria†alle cellule beta del pancreas che producono insulina: è come se avessero bisogno dello stimolo cibo-risposta attivato dalla colazione per funzionare bene», osserva Angelo Avogaro, già presidente Sid. «Inoltre il digiuno del mattino aumenta il livello degli acidi grassi nel sangue e questi interferiscono con l'efficacia dell'insulina nell'abbassare la glicemia. La crononutrizione infatti spiega che lo stesso nutriente ha effetti metabolici diversi a seconda del momento della giornata in cui viene consumato».
Se al mattino non forniamo carboidrati all'organismo il pancreas perde la sua funzionalità e il controllo degli zuccheri peggiora. Al contrario, è altamente consigliabile non mangiare dopo cena, quando l'apparato digerente è ancora alle prese con il pasto principale e la resistenza all'insulina cresce. Se mangiamo qualcosa di dolce la glicemia sale di più e alla lunga tutto questo porta a ingrassare e a sviluppare con maggior facilità la sindrome metabolica o il diabete, oltre che a rendere più difficile gestire la malattia in chi già ne soffre.
Oltre agli orari, è bene prestare attenzione a cosa si sceglie di mangiare.
La chiave della prevenzione e gestione del diabete è in una nutrizione di precisione che tenga conto delle caratteristiche individuali, perché cibi differenti hanno effetti diversi su ciascuno di noi interagendo con fattori come età , sesso, composizione del microbiota intestinale.
Alcuni studi hanno dimostrato che l'entità e l'andamento delle oscillazioni di glicemia dopo un pasto cambiano a seconda del genere. Nelle donne l'aumento di glicemia è più evidente e rapido, quindi per il genere femminile è ancora più importante una dieta a basso indice glicemico, cioè composta prevalentemente da alimenti che incidono meno sui valori glicemici come cereali integrali, legumi e verdure.
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