La dermatite atopica può essere particolarmente attiva e grave negli anziani, poiché può essere associata ad altre patologie come osteoporosi, demenza e malattie cardiovascolari. Lo sottolinea Katrina Abuabara, professoressa di dermatologia ed epidemiologia all'Università della California. Sulla prevalenza di questa malattia cutanea dà alcuni dati Andrea Conti, direttore Sc Dermatologia, Ospedale Infermi di Rimini, Ausl Romagna: “I dati di prevalenza negli anziani oscillano attorno al 5% nella popolazione generale, con punte fino al 9%, in particolar modo oltre i 75 anni, secondo alcuni studi. L'età pediatrica resta la più colpita ma sta emergendo anche la dermatite atopica nell'età adulta, una condizione non presa in considerazione fino a poco tempo fa”.
La maggiore attenzione è legata a uno studio più approfondito sulla dermatite atopica, che ha fatto emergere nuove forme nell'anziano, legate anche a caratteristiche cliniche particolari. Spiega Conti: “La pelle tende a perdere elasticità per via dei processi di invecchiamento cutaneo e le funzioni di barriera che nell'atopico sono già di per sé compromesse, negli anziani sono ulteriormente danneggiate. Il che dà luogo a manifestazioni cliniche caratteristiche di dermatite atopiche, che si differenziano da quelle più classiche' che si riscontrano nelle altre fasce di età”.
Tra le forme più comuni nell'anziano, Conti ricorda l'eritema al volto e al collo, con lesioni di tipo eczematoso che danno l'impressione del cosiddetto “collo sporco”. Un segno che si nota anche al volto, considerato un criterio minore di atopia, è una sorta di micro traumatismo del sopracciglio, un'alopecia dovuta al grattamento cronico. Continua il dermatologo: “Ci sono poi forme di eczema nodulare, con chiazze circolari di piccole dimensioni e un classico aspetto eczematoso, localizzate al tronco e soprattutto agli arti. E la forma con noduli simili al prurigo (altra condizione abbastanza diffusa nell'anziano), estremamente importanti e fastidiosi perché generano un notevole sintomatologia pruriginosa. A volte possono manifestarsi anche forme eritrodermiche, con un interessamento molto esteso della superficie cutanea, più frequenti rispetto alle altre popolazioni”.
Altra caratteristica della dermatite atopica negli anziani è la maggior attività e gravità. Un'analisi condotta da Abuabara e colleghi su oltre 9,1 milioni di pazienti di cure primarie nel Regno Unito tra il 1994 e il 2013, seguiti per una media di 6 anni, ha mostrato che - in base alle visite mediche e alle prescrizioni - la malattia sembrava essere attiva nel 48% dei pazienti di età compresa tra 0 e 17 anni, rispetto al 42% tra i 18 e 74 anni e al 60% con oltre 75 anni. “Quando abbiamo esaminato la distribuzione della malattia attiva, abbiamo visto che coloro che erano più anziani avevano una malattia più grave” aveva riferito Abuabara ancora al Rad 2021. Il perché lo chiarisce Conti: “Le forme di dermatite atopica caratteristiche dell'anziano, si manifestano su persone che hanno già un fisiologico invecchiamento dei tessuti, pelle compresa”.
Anche le comorbidità caratteristiche di tale fascia di età sono ulteriormente gravate dalla presenza della dermatite atopica. Diversi studi clinici infatti hanno mostrato che negli atopici vi è un rischio maggiore di sviluppare alcune patologie, già caratteristiche del grande anziano. Si va dall'osteoporosi, ai problemi cardiovascolari fino alle forme di demenza. Precisa Conti: “In particolare si è visto che l'osteoporosi interessa la zona dell'anca, la colonna vertebrale, il bacino e anche la zona del polso. Le forme di demenza invece comprendono: demenze senili, vascolari e addirittura la classica malattia di Alzheimer. Mentre per le malattie cardiovascolari c'è un incremento di rischio di infarto miocardico, di angina e di conseguenza di insufficienza cardiaca o ictus. Tutti aspetti da considerare quando si imposta la terapia”.
Non meno rilevante è il disturbo del sonno, più presente negli anziani con dermatite atopica. Lo ha dimostrato uno studio della George Washington University School of Medicine and Health Sciences, presentato ancora al Rad 2021, secondo cui i pazienti di età pari o superiore a 65 anni con dermatite atopica hanno più disturbi del sonno e in particolare una maggiore difficoltà a mantenerlo. Un problema legato soprattutto al prurito, tra i sintomi più invalidanti della malattia, che tende ad aggravarsi nelle ore di riposo, quando il paziente sta fermo e tende a riposarsi. Conclude Conti: “Il prurito porta a una significativa perdita di sonno in tutti gli atopici e in particolare negli anziani che di per sé tendono già a dormire meno. Si alimenta così uno squilibrio in un soggetto con una fisiologia già compromessa per l'età”.
Gli anziani che soffrono di dermatite atopica hanno anche maggiori probabilità di sviluppare forme di demenza. A dirlo è uno studio apparso sul Journal of the American Academy of Dermatology secondo cui in questa categoria di pazienti il rischio di demenza sale del 27%.
Lo studio coordinato da Alexa Magyari e dai suoi colleghi della University of California Berkeley School of Public Health mostra come l'infiammazione cronica della pelle possa rappresentare un importante predittore e un meccanismo coinvolto nell'insorgenza e nella progressione dei cambiamenti neuropatologici osservati nella demenza.
La dermatite atopica colpisce fra il 5 e il 15% delle persone con oltre 60 anni. Due studi precedenti hanno già segnalato l'associazione con un maggiore rischio di demenza, ma mostravano limiti nel disegno della ricerca, soprattutto perché supportati da diagnosi autodichiarate e con campioni di modeste dimensioni.
Gli scienziati californiani hanno realizzato uno studio di coorte longitudinale sui dati delle cartelle sanitarie elettroniche dell'Health Improvement Network (THIN) britannico, che includeva pazienti di età compresa tra 60 e 100 anni senza precedente di diagnosi di demenza.
In totale, hanno partecipato allo studio 1,7 milioni di persone, circa 57mila dei quali hanno avuto una diagnosi di demenza su 12.618.801 anni persona di follow-up, pari a un tasso di incidenza 45/10.000 anni persona. L'eczema è stato diagnosticato nel 12% dei soggetti (poco più di 213mila) con diagnosi di demenza. Tra questi 94.926 soggetti soddisfacevano i criteri diagnostici per l'eczema atopico prima dell'inizio del follow-up e 118.518 durante il follow-up.
Fra i pazienti con dermatite l'incidenza era di 57/10.000 anni persona (12,1% della popolazione studiata) rispetto a 44/10.000 anni persona in quelli senza eczema. Dopo l'aggiustamento per i fattori confondenti il risultato si è tradotto in un aumento complessivo del rischio di demenza del 27% nei soggetti con eczema, con il rischio più elevato in caso di malattia cutanea grave.
«Sono necessarie ulteriori ricerche per identificare il meccanismo attraverso il quale la dermatite atopica è correlata alla demenza», hanno spiegato gli autori. «Ipotizziamo che possa essere correlato all'infiammazione, dal momento che i pazienti con eczema atopico hanno livelli più elevati di marcatori infiammatori sierici, che sono stati collegati a cambiamenti strutturali nella sostanza bianca, declino cognitivo e demenza. La dermatite è stata inoltre associata a scarsità di sonno, un fattore che può essere coinvolto nella patogenesi della demenza. I pazienti con eczema atopico in un'ampia coorte di assistenza primaria basata sulla popolazione mostravano un piccolo aumento del rischio di demenza. Questa condizione dermatologica è comune tra gli anziani, quindi in futuro andrebbe studiato l'impatto dello screening dei pazienti con eczema atopico per il deterioramento cognitivo nell'età adulta».
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