Avere l'influenza può sembrare cosa di poco conto, ma uno studio presentato al Congresso Europeo di Microbiologia mostra un aspetto poco considerato della questione.
La ricerca, condotta da Annemarijn de Boer presso il Julius Center for Life Sciences and Primary Care di Utrecht, ha scoperto che le persone cui è stata diagnosticata l'influenza hanno una probabilità 6 volte maggiore di subire un attacco cardiaco nella settimana successiva al test rispetto al normale.
I ricercatori hanno preso in esame i dati relativi a 16 laboratori dei Paesi Bassi per un totale di circa il 40% della popolazione coperta.
In tutto, sono stati analizzati 26.221 casi di influenza confermati fra il 2008 e il 2019. 401 persone hanno subìto almeno un infarto del miocardio entro un anno dalla diagnosi di influenza. In totale, gli attacchi cardiaci sono stati 419, 25 dei quali si sono verificati nei primi 7 giorni dopo la diagnosi, 217 nell'anno precedente la diagnosi e 177 nell'anno successivo alla diagnosi di influenza (esclusi i primi 7 giorni). Circa un terzo degli individui (139/401) è morto, per cause diverse, entro un anno dalla diagnosi di influenza. I ricercatori hanno calcolato che le persone avevano una probabilità 6,16 volte maggiore di avere un attacco cardiaco nei 7 giorni successivi alla diagnosi di influenza rispetto all'anno precedente o successivo.
Ma perché l'influenza avrebbe questo effetto sull'organismo? La chiave per capirlo sta nell'infiammazione indotta dal virus. La febbre fa aumentare la frequenza cardiaca e di conseguenza alimenta lo stress cui viene esposta la parete del cuore. Inoltre, hanno la loro importanza la carenza di ossigeno, il rilascio di citochine, l'eccessiva risposta del sistema nervoso simpatico e il conseguente stress che si riflette anche sulla muscolatura delle arterie.
Il risultato è che, nel caso in cui esista una placca lungo un'arteria coronarica, quest'ultima può diventare instabile e rompersi a causa dello stress indotto dall'influenza, che di fatto accelererebbe un fenomeno destinato probabilmente a manifestarsi nel tempo.
In caso di rottura, infatti, il grasso rilasciato causa una trombosi, l'occlusione del vaso sanguigno e la comparsa dell'ischemia.
Ma il virus può anche propagarsi in aree esterne all'apparato respiratorio, ad esempio nelle cellule cardiache. Si parla in questo caso di miocardite, infiammazione del cuore che può provocare scompenso cardiaco e aritmie anche fatali.
Fonte: ECCMID 2023. Abstract 4290
ECCMID
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