Le mielodisplasie colpiscono circa 3.000 italiani ogni anno, con un'età media di 75 anni. In quasi la metà dei casi, i pazienti con sindromi mielodisplastiche che presentano sideroblasti ad anello, trattati con la nuova terapia luspatercept, sono liberi dalle trasfusioni di sangue per almeno 8 settimane.
Si tratta di un grande vantaggio in termini di qualità della vita e nel quadro di una riduzione del danno d'organo associato all'accumulo di ferro introdotto con le trasfusioni.
I sintomi più frequenti causati dalla carenza di emoglobina sono stanchezza, perdita di peso, difficoltà respiratorie e battito cardiaco accelerato. L'impatto sulla qualità di vita è enorme, soprattutto per le persone con anemia grave. Le sindromi mielodisplastiche sono ancora poco conosciute ed è sottovalutato il loro impatto sulla quotidianità dei pazienti.
"L'Agenzia Italiana del Farmaco, nel dicembre 2021, ha approvato la rimborsabilità di luspatercept nei pazienti adulti con anemia trasfusione-dipendente dovuta a sindromi mielodisplastiche a rischio molto basso, basso e intermedio, che presentano sideroblasti ad anello con risposta insoddisfacente o non idonei a terapia basata su eritropoietina”, afferma Matteo Della Porta, Responsabile Unità Leucemie e Mielodisplasie, Humanitas Cancer Center, Milano e Professore Ordinario di Ematologia presso Humanitas University. “Luspatercept è in grado di rispondere a un forte bisogno clinico finora insoddisfatto, perché è un trattamento efficace contro l'anemia per pazienti privi di alternative, non rispondendo o avendo perso la risposta all'eritropoietina. Inoltre, è importante eseguire sempre il test per individuare i pazienti con la forma con sideroblasti ad anello, approccio che caratterizza la medicina di precisione. Lo studio registrativo MEDALIST ha dimostrato che il 48% dei pazienti trattati con luspatercept è libero da trasfusioni di sangue per intervalli di almeno 8 settimane, con possibilità di periodi multipli di risposta, durante l'intera durata del trattamento. Non solo. Questi risultati sono stati confermati anche su oltre 200 pazienti real life, non selezionati e inclusi nel programma compassionevole avviato nel nostro Paese. Un risultato molto importante, che sarà presentato a dicembre al congresso americano di ematologia a New Orleans".
"Grazie a luspatercept i pazienti riducono il fabbisogno trasfusionale con un impatto sulla qualità di vita, perché non devono recarsi così frequentemente nei centri specialistici per soddisfare il fabbisogno di sangue - continua il Prof. Pellegrino Musto, Direttore della Unità Operativa Complessa di Ematologia con trapianto della Azienda Ospedaliero-Universitaria Consorziale Policlinico di Bari e Professore Ordinario di Ematologia all'Università Aldo Moro di Bari -. Inoltre, questo nuovo farmaco diminuisce la necessità di assumere ogni giorno la terapia ferrochelante, con i relativi effetti collaterali, per evitare i danni causati dall'accumulo di ferro a organi vitali".
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