Un bambino su 10 in Italia è obeso, mentre quasi 2 su 10 sono in sovrappeso. Dati allarmanti che richiedono una presa di posizione netta da parte delle autorità sanitarie.
Per questo, è stato annunciato durante il Congresso nazionale della Società italiana di Nutrizione Umana il cambio dei valori di riferimento per calcolare il fabbisogno medio di energia tra i bambini.
«Fino a qualche anno fa per seguire l'andamento del peso del bambino in rapporto all'altezza, il cosiddetto indice di massa corporea (IMC), si faceva riferimento alle curve italiane elaborate su dati di peso e statura rilevati in anni in cui il fenomeno dell'aumento dell'ago della bilancia non c'era o stava cominciando a manifestarsi», spiega al Corriere della Sera Giuliana Valerio, professore ordinario di Pediatria presso l'Università degli Studi di Napoli Parthenope.
«Negli anni, però, era diventato sempre più chiaro come i valori di riferimento delle nostre curve non potessero più andare bene perché, in chiave preventiva, si consideravano nella norma pesi che non potevano essere considerati tali, visto anche come cambiavano i dati dell'obesità nel mondo. In Italia, per esempio, il 19 per cento dei bambini nella fascia 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8 per cento è obeso come indica l'ultima indagine nazionale Okkio alla salute 2023. Solo negli ultimi 10 anni, grazie alle campagne di prevenzione, si è osservata una leggera riduzione del sovrappeso, mentre la prevalenza dell'obesità sembra più stabile».
«Oggi i pediatri identificano il sovrappeso e l'obesità adottando le curve dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che sono più “severe”. Per esempio, il limite per definire l'obesità usando l'IMC in un bambino di 6 anni è di 18,3 secondo l'OMS rispetto a 20,6 secondo i riferimenti italiani, mentre per un ragazzo di 14 anni è di 25,3 rispetto a 27,6», precisa Valerio.
Per questo motivo sono stati aggiornati anche i LARN, i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana. In base ai LARN i professionisti consigliano cosa e quanto mangiare a ogni età.
«Il loro aggiornamento permette a coloro che stilano un piano dietetico di rapportarsi ai nuovi valori di riferimento», dice l'esperta che è anche coordinatrice della revisione dei LARN per la parte pediatrica. «La prevenzione dell'obesità richiede lo sforzo congiunto di varie professionalità ed è, quindi, necessario quanto più possibile uniformare i linguaggi, soprattutto quando si parla di indicazioni delle società scientifiche per la salute della popolazione».
«Sono molto significativi anche i dati di uno studio canadese pubblicato nel 2010 in cui si legge che a distanza di 30 anni (1981 e 2007-2009), in un ragazzo e in una ragazza di 12 anni, nonostante la statura media fosse aumentata di 5 cm, il peso era invece cresciuto di più rispetto all'incremento della statura con un aumento dell'IMC di 1,1 kg/m2. Di fronte a questo apparente miglioramento delle dimensioni fisiche nei giovani si assisteva a una diminuzione nelle capacità fisiche di forza e di flessibilità, frutto di un cambiamento in negativo dello stile di vita della popolazione giovanile», commenta la professoressa.
La crescita del valore medio dell'Indice di massa corporea è andata di pari passo con l'aumento della percezione di ciò che appare nella norma. «Con il passare degli anni, infatti, essere sovrappeso rischia di essere la norma e i bambini obesi non sembrano più essere molto lontani dalla norma», sottolinea Valerio.
«Tra le madri di bambine/i con sovrappeso e/o obesità il 45 per cento sottostima il sovrappeso dei figli nel senso che pensa che il proprio figlio sia sotto-normopeso, e il 73 per cento ritiene che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio non sia eccessiva. Inoltre, circa il 60 per cento delle madri di bambine/i fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga attività motoria adeguata (dati da Okkio alla salute Indagine 2023). Pertanto i bambini devono essere misurati e pesati periodicamente dal pediatra che, in questo modo, ha la possibilità di seguire la traiettoria di incremento ponderale, identificare quelli a rischio di obesità e confrontarsi con la famiglia per decidere azioni comportamentali da intraprendere in termini di alimentazione, attività fisica e sedentarietà. Se genitori e adolescenti non riconoscono la presenza di obesità e i rischi associati, possono a loro volta sottovalutare le raccomandazioni dei medici».
«Una corretta dieta dovrebbe essere ripartita in cinque pasti equilibrati e bilanciati perché un solo alimento non contiene tutti i nutrienti necessari, vale a dire carboidrati, proteine, grassi, sali minerali e vitamine», conclude la professoressa. «Praticare almeno 60 minuti al giorno di attività fisica moderata/intensa. Quando si sta seduti a leggere, a studiare o davanti a uno schermo, interrompere l'attività almeno ogni 30 minuti, alzandosi e camminando per la casa, magari muovendo le braccia. Sono efficaci anche solo 3-5 minuti di attività muscolare per mantenere attivo il metabolismo».
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
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