La menopausa produce cambiamenti notevoli nell'organismo femminile, alcuni dei quali molto noti come l'aumento di peso, le vampate di calore e gli sbalzi d'umore. Tra gli effetti meno conosciuti ma comunque rischiosi c'è l'aumento dei livelli del colesterolo, che in genere si alza del 10-15%.
Uno studio pubblicato su European Journal of Preventive Cardiology conferma che alla base dell'aumento dei livelli di colesterolo ci sono proprio i meccanismi legati alla menopausa. In genere, le donne vanno in menopausa a 48-52 anni, con conseguente calo degli estrogeni e un aumento dell'ormone follicolo-stimolante (Fsh).
Con l'interruzione della produzione degli ormoni femminili, i livelli di colesterolo Ldl e i trigliceridi aumentano mentre quello buono - l'Hdl - comincia a calare. Secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità , ben il 70% delle donne in menopausa mostra valori di colesterolo critici.
"Non si può prendere in considerazione solo il valore del colesterolo Ldl, ma tutti i fattori di rischio come fumo, tipo di alimentazione, assunzione di farmaci o altre patologie come diabete o ipertensione", spiega Furio Colivicchi, presidente nazionale dell'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco).
In linea generale, un colesterolo sotto 100 è ancora nella norma, ma se si sale a 130-140 mg/dl è meglio intervenire.
"Purtroppo - avverte Colivicchi - anche una dieta restrittiva senza carni rosse o insaccati, ma prevalentemente vegetale, al massimo produce una riduzione del colesterolo di appena il 10%. Ma se si abbina un esercizio fisico di 300 minuti di attività fisica a settimana la riduzione arriva a un terzo".
Approcci sufficienti solo se l'Ldl è l'unico problema, ma in presenza di altri fattori di rischio è necessario ricorrere alle terapie farmacologiche: "Si inizia con una statina di intensità moderata, ma ci sono tante possibilità . Si può ricorrere, per esempio, alle combinazioni di statina ed ezetimibe che riducono del 30-40% i valori del colesterolo, poi ci sono gli anticorpi monoclonali e da pochissimo un nuovo farmaco biologico", spiega Colivicchi, facendo riferimento a inclisiran, farmaco che punta al silenziamento degli Rna messaggeri e che aumenta la capacità del fegato di assorbire il colesterolo Ldl.
"Viene somministrato da un operatore sanitario con due iniezioni all'anno, sottocute, cosa che può facilitare l'aderenza, soprattutto nelle donne che smettono subito di prendere i farmaci anti-colesterolo", conclude Colivicchi.
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