Vivere in un ambiente con meno di 18 gradi potrebbe rappresentare un pericolo per gli ipertesi. A ricordarlo è uno studio pubblicato su Hypertension Research da un team della School of Environment and Society del Tokyo Institute of Technology.
La ricerca, condotta su 2.500 famiglie per un totale di 5.000 persone, evidenzia come all'abbassamento delle temperature si verifichi un fenomeno di vasocostrizione che comporta un aumento pressorio.
I volontari hanno misurato, attraverso sensori di monitoraggio automatizzati forniti dagli scienziati, la temperatura in tre locali della casa e la pressione sanguigna per 2 settimane.
Dalla rilevazione è emerso che le temperature medie erano di 16.8, 13 e 12.8 gradi rispettivamente in soggiorno, nello spogliatoio e in camera da letto, mentre quelle minime erano di 12.6, 10.4 e 11.2 gradi. In particolare, le temperature minime si sono attestate sotto i 18 gradi in oltre il 90% delle abitazioni, soprattutto in quelle delle famiglie a basso reddito e delle persone che vivono da sole.
I dati sono stati messi in rapporto con i valori pressori, mostrando un'associazione inversa, vale a dire che più le temperature erano basse più la pressione si alzava. Gli esperti hanno notato che la pressione era più sensibile alla temperatura al mattino, registrando un incremento di 8.2 millimetri di mercurio (mmHg) per una diminuzione di 10 gradi, rispetto alla sera, quando a parità di riduzione di temperatura l'aumento registrato era di 6.5 mmHg. La sensibilità era maggiore fra gli anziani e le donne.
Il problema non è però solo la pressione alta, ma anche le ampie fluttuazioni durante la giornata. Chi viveva in case con escursione termica fra giorno e notte inferiore a 1 grado mostrava una variabilità pressoria inferiore rispetto a chi viveva in case con una maggiore escursione termica.
Gli scienziati hanno anche valutato l'effetto di lavori che puntavano all'isolamento termico delle abitazioni, con interventi su pareti esterne, pavimento, tetto, e sostituzioni di finestre a vetro singolo con quelle a vetro doppio.
Grazie a questi interventi, la temperatura domestica è aumentata di 1.5 gradi, riducendo di 3.1 mmHg la pressione del sangue. Ciò dimostra che anche piccoli incrementi della temperatura possono risultare molto efficaci per tenere sotto controllo la pressione, un elemento fondamentale soprattutto per chi presenta un alto rischio cardiovascolare.
"La nostra ricerca ha evidenziato che abitare in un alloggio adeguato è importante per prevenire l'ipertensione e diminuire la mortalità causata dalle malattie cardiovascolari - ha spiegato Wataru Umishio, ricercatore del Tokyo Institute of Technology e coordinatore dello studio -. Attualmente, gli esperti sono concordi nel raccomandare una temperatura domestica minima di 18 gradi, come consigliano anche le linee guida per l'alloggio e la salute pubblicate nel 2018 dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)".
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
Questa pagina è stata letta
237287 volte