Le spugne per lavare i piatti sono piene di germi e andrebbero cambiate molto spesso, almeno una volta alla settimana. È la conclusione di uno studio della Duke University pubblicato su Nature Chemical Biology.
Lingchong You, l'ingegnere che ha coordinato lo studio, spiega: «I batteri sono come noi umani, c'è chi ama vivere in compagnia e chi preferisce stare da solo: per far prosperare tutti ognuno deve trovare la sua “nicchia”. Questo accade nel suolo, dove i germi trovano tanti microhabitat differenti, e pure nelle spugne perché grazie alla loro struttura lo spazio viene suddiviso in “porzioni” che possono essere colonizzate da specie diverse: forse proprio per questo sono così sporche, sono la casa perfetta per i batteri».
Per questo è fondamentale cambiarle ogni settimana. Anche lavandole non si supera il problema della contaminazione da batteri, come spiega un altro studio pubblicato su Scientific Reports. Bollite o messe nel microonde, le spugne continuano a ospitare i germi, con l'unica differenza di far prendere il sopravvento alle specie più cattive e resistenti, «un po' come accade nell'intestino dopo una terapia con antibiotici», dicono gli autori.
Uno di questi batteri - Moraxella osloensis - può provocare infezioni in persone immunocompromesse ed è noto per dare odori non proprio gradevoli. Ciò spiega anche il cattivo odore delle spugne quando passa un po' di tempo dal loro primo utilizzo. Secondo i ricercatori, un solo centimetro cubo di una spugna per i piatti contiene 50 miliardi di batteri, ovvero 7 volte la popolazione terrestre. L'unico posto in cui se ne trovano di più sono le feci.
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