Uno studio apparso su JAHA, la rivista dell'Associazione cardiologica americana, mostra la maggiore probabilità di sviluppare demenza nelle persone che soffrono di fibrillazione atriale (FA).
«Dai nostri dati emerge che il rischio di FA, il tipo più comune di aritmia cardiaca che colpisce circa 46 milioni di persone al mondo, è maggiore negli adulti più giovani e nei soggetti senza malattia renale cronica, ma resta invariato rispetto al genere o all'etnia», afferma Nisha Bansal, professore associato presso la Divisione di nefrologia della Facoltà di Medicina all'Università di Washington.
«Nello studio, cui hanno preso parte quasi 200.000 adulti, il tasso di incidenza della demenza su un follow-up mediano di 3,3 anni era di 2,79 rispetto al 2,04 per 100 anni-persona negli individui rispettivamente con o senza fibrillazione atriale».
«Per dirla in altri termini, in un anno ci sarebbero in media 2,79 diagnosi di demenza ogni 100 persone con FA a fronte di 2,04 diagnosi tra 100 persone senza fibrillazione. Ciò si traduce in 279 contro 204 casi per 10.000», puntualizzano i ricercatori.
Dopo una serie di aggiustamenti statistici, è emerso che la fibrillazione atriale è associata a un rischio di demenza superiore del 13% rispetto ai controlli che non soffrono della problematica cardiaca. Inoltre, i soggetti con oltre 65 anni avevano un rischio superiore del 65% rispetto ai più giovani. Quelli senza malattia renale cronica, invece, mostravano un rischio superiore del 14% rispetto ai coetanei nefropatici.
«Questi risultati evidenziano un possibile legame tra FA e rischio futuro di demenza in alcune sottopopolazioni. Servono quindi altri studi per comprendere i meccanismi che spieghino l'associazione», conclude Bansal.
Fonte: JAHA 2023. Doi: 10.1161/JAHA.122.028290
JAHA
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