Il diabete aumenta il rischio di malattie cardiovascolari

Le nuove linee guida confermano il nesso

Le persone diabetiche mostrano un rischio da 2 a 4 volte maggiore rispetto agli altri di sviluppare malattie cardiovascolari. A confermarlo sono le nuove linee guida pubblicate dalla European Society of Cardiology in occasione dell'ultimo congresso di Amsterdam.
“I pazienti con diabete corrono maggiori rischi di malattia coronarica, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e ictus, nonché malattie delle arterie aortiche e periferiche. Inoltre, il diabete è un importante fattore di rischio per lo sviluppo della malattia renale cronica che a sua volta peggiora la funzione cardiaca", spiega Massimo Federici, docente di medicina interna e componente della Società italiana di diabetologia (Sid) che ha coordinato la task force insieme al collega tedesco Nikolaus Marx. "In tutti i casi poi, la prognosi è peggiore. Ad esempio, la morte per malattie cardiovascolari è del 50-90% più alta nei soggetti con insufficienza cardiaca associata al diabete, rispetto a quelli con la sola insufficienza cardiaca".
"Il coordinamento di Linee guida ufficiali della Società europea di cardiologia (Esc) - ha dichiarato Angelo Avogaro, presidente della Sid - affidato a un esperto italiano è di grande rilevanza per vari motivi. Il primo è ad personam: Federici è uno dei ricercatori più brillanti nell'ambito della malattia cardiovascolare nel paziente diabetico ed è italiano. Il secondo motivo è che Federici è soprattutto un esperto di diabetologia, una disciplina, questa, tenuta sempre più in considerazione dai cardiologi; terzo motivo è che questa designazione conferma il ruolo di primo piano della Società italiana di diabetologia nel campo della clinica e della ricerca scientifica. Le nuove Linee guida sono di fondamentale importanza strategica nel dialogo tra specialisti impegnati nel trattamento delle persone con diabete".
Intanto gli esperti dell'ESC hanno sviluppato un algoritmo per la stima del rischio di malattie cardiovascolari, SCORE2-Diabetes.
“Dato che avere il diabete ha un impatto importante sulla prognosi - spiega una nota - è della massima importanza valutare il rischio cardiovascolare negli individui con diabete che non abbiano ancora evidenza clinica di malattia cardiovascolare al fine di individuare quelli a rischio più alto nei quali si deve immediatamente attivare la massima prevenzione correggendo stili di vita e implementando la terapia più adeguata”.
Per valutare il rischio cardiovascolare in soggetti con diabete di tipo 2 è fondamentale considerare i diversi elementi della storia naturale della malattia: l'anamnesi medica e familiare con rilevazione dell'età al momento della diagnosi, i sintomi, i risultati degli esami (in particolare glicemia e colesterolo), i risultati di test di laboratorio e di altri test diagnostici oltre agli stili di vita come il fumo e l'attività fisica.
“Le nuove raccomandazioni prevedono l'uso degli inibitori SGLT2 e/o gli antagonisti del recettore GLP-1 per ridurre significativamente il rischio di infarto e ictus in tutti i pazienti con diabete e malattia CV. Un obiettivo speciale è poi la gestione dell'insufficienza cardiaca: i pazienti con diabete, infatti, presentano un rischio da due a quattro volte superiore rispetto a quelli senza diabete: la terapia con inibitori di SGLT2 ha ridotto le probabilità di ricovero e morte”, sottolinea il Professor Federici.
Le malattie cardiovascolari non sono l'unico effetto possibile dovuto al diabete. Anche il rischio di insufficienza renale aumenta, per questo le linee guida raccomandano lo screening annuale con misurazione della velocità di filtrazione glomerulare e livelli di albumina nelle urine. I pazienti con diabete e malattia renale cronica inoltre dovrebbero ricevere una terapia con inibitore SGLT2 e/o finerenone (in aggiunta alle cure standard) per ridurre i rischi.
Nel diabete di tipo 2 aumenta inoltre del 3% il rischio di sviluppare Fibrillazione Atriale, che a sua volta è correlata a ictus e morte precoce. Per la prima volta le Linee Guida raccomandano uno screening specifico e misurazioni regolari con ECG o pulsossimetria in pazienti dai 65 anni e in quelli di età inferiore con ipertensione.
Per cercare di ridurre il rischio è importante agire sullo stile di vita. Secondo lo studio Action for Health in Diabetes, un intervento sullo stile di vita che comprenda una consulenza nutrizionale e l'esercizio fisico ha l'effetto di produrre una perdita di peso media dell'8,6%, associata a una significativa riduzione di HbA1c e pressione arteriosa.
Perdere peso è elemento fondamentale per il trattamento, e per raggiungere l'obiettivo è decisivo un esercizio fisico quotidiano e una dieta mediterranea ricca di fibre e acidi grassi insaturi.

14/09/2023 16:20:00 Andrea Sperelli


Notizie correlate