Forse bere succo di mirtilli rossi non serve per contrastare un'infezione delle vie urinarie. A dirlo sono le nuove linee guida del National Institute for Health and Care Excellence del Regno Unito.
Secondo gli esperti inglesi, infatti, non ci sarebbero sufficienti evidenze scientifiche per raccomandare il consumo dei mirtilli.
Inoltre, non sempre sarebbero necessari i farmaci per debellare l'infezione. Spesso, infatti, l'organismo ha risorse a sufficienza per eliminare l'agente infettivo batterico.
I pazienti dovrebbero bere molta acqua e assumere, almeno all'inizio, solo antidolorifici. Se i sintomi non migliorano nel giro di 48 ore, allora è il caso di iniziare una terapia antibiotica.
"Riconosciamo che la maggior parte delle infezioni del tratto urinario - spiega Mark Baker, direttore del centro sulle Linee guida del Nice - richiederà un trattamento antibiotico, ma dobbiamo essere più smart nell'uso di questi medicinali. La nostra nuova linea guida aiuterà gli operatori sanitari a ottimizzare l'uso di antibiotici. Questo aiuterà a proteggere questi farmaci vitali e ad assicurare che nessuno sperimenti effetti collaterali di un trattamento di cui non ha bisogno".
Secondo alcuni, però, le proprietà terapeutiche dei mirtilli sarebbero evidenti. Lo afferma una ricerca del Worchester Polytechnic Institute pubblicata su Food Science and Biotechnology.
L'équipe con a capo Terri Camesano ha dimostrato che il succo di mirtillo puro ha un potere batteriostatico maggiore delle sue singole componenti, impedendo al batterio di aggredire l'epitelio di uretra e vescica. I ricercatori affermano che i risultati dipendono anche dalle dosi, ovvero più mirtillo si consuma più viene indebolito il batterio responsabile dell'infezione.
L'attività benefica del mirtillo rosso nella prevenzione e nel trattamento delle infezioni urinarie recidivanti è dovuta alla presenza delle proantocianidine (PAC) specifiche del mirtillo, le quali impediscono ai batteri patogeni di aderire alla mucosa delle vie urinarie, evitando in questo modo lo sviluppo dell'infezione. Un'incredibile quantità di batteri convive con noi. L'apparato urinario non fa eccezione; infatti, anche in condizioni normali l'uretra (basse vie urinarie) ne ospita alcuni del tutto innocui.
In particolari condizioni, però, i batteri presenti nelle feci (i più comuni sono l'Escherichia coli, lo Streptococco fecale, lo Staphilococco epidermidis e la Klebsiella) possono contaminare l'uretra, colonizzarla e risalire verso la vescica, provocando l'infezione.
La cistite è una patologia molto diffusa; è molto elevata la frequenza nelle donne (a causa della diversa conformazione dell'apparato urinario rispetto a quello maschile), soprattutto se sessualmente attive.
La cistite si può presentare in due diverse forme: acuta e recidivante. La sintomatologia è la stessa, ma a differire è la loro tendenza a ripetersi nel tempo.
In ogni caso è possibile prevenire seguendo alcuni semplici consigli pratici:
• Bere molto, almeno 2 litri di acqua al giorno, per permettere una diluizione ed un'eliminazione degli agenti patogeni.
• Mantenere una corretta igiene intima; l'uso di saponi o agenti cosmetici troppo aggressivi può, al contrario, favorire l'attacco da parte di agenti infetti.
• Urinare quando si avverte lo stimolo; è assolutamente sconsigliato trattenere l'urina perché gli agenti patogeni sensibili possono proliferare più facilmente.
• Cambiare regolarmente gli indumenti intimi, perché questi ultimi possono essere una sorgente d'agenti infetti.
• Curare tutti i problemi di stitichezza; la stitichezza, infatti, può favorire un fermento intestinale che diventa fonte di propagazione di batteri verso le vie urinarie.
• La secchezza vaginale sintomatica della menopausa può favorire le infezioni urinarie. Risulta opportuno, in questo caso, chiedere consiglio al proprio medico.
Le informazioni di medicina e salute non sostituiscono
l'intervento del medico curante
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