Età dei genitori, c'è una costante da migliaia di anni

L'età dei padri è sempre mediamente superiore a quella delle madri

Fin da 250.000 anni fa gli uomini che diventano padri hanno un'età mediamente superiore a quella delle donne. Lo rivela uno studio dell'Università dell'Indiana di Bloomington diretto dal genetista evoluzionista Richard Wang, che ha pubblicato gli esiti della ricerca su Science Advances.
Per stabilire l'età di antenati così lontani nel tempo, il team di Wang ha analizzato le mutazioni che si verificano spontaneamente nel Dna umano moderno. Tutti i bambini mostrano mutazioni che i genitori non hanno e che emergono quando il Dna viene danneggiato prima del concepimento oppure si producono a causa di errori casuali durante la divisione cellulare. La ricerca suggerisce che sono i genitori più anziani a trasmettere più mutazioni rispetto ai genitori più giovani.
Wang ha realizzato lo studio su un gruppo di islandesi utilizzando un software per l'analisi di circa 1.500 casi. Hanno così monitorato l'età del concepimento e i cambiamenti genetici intercorsi in 3 generazioni. Il programma ha imparato ad associare determinate mutazioni e le loro frequenze all'età e al sesso dei genitori.
Applicando lo strumento informatico ai genomi di 2.500 persone del nostro tempo, i ricercatori hanno cercato mutazioni emerse in vari momenti della storia umana. La datazione di tali mutazioni ha permesso di verificare anche l'età media di mamme e papà nel corso della storia.
È così emerso che negli ultimi 250.000 anni l'età media complessiva del concepimento è stata di 26,9 anni, ma scomponendo il dato per genere si è scoperto che l'età dei padri era 30,7 anni contro i 23,2 delle madri.
Ovviamente, gli uomini hanno un vantaggio biologico dato dalla possibilità di concepire anche in tarda età rispetto alle donne, ma vanno considerati anche alcuni fattori sociali come la pressione sugli uomini nelle società patriarcali per costruirsi uno status prima di diventare padri.
Lo studio mostra dei limiti, soprattutto perché non tiene conto di altri fattori, ad esempio l'esposizione ambientale, che potrebbero aver giocato un ruolo importante nella questione. Sta di fatto che lo studio fornisce stime ragionevoli che possono aiutare i ricercatori a ottenere maggiori informazioni sulla vita dei primi esseri umani.

24/01/2023 16:10:00 Andrea Sperelli


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