I contraccettivi ormonali possono ridurre il volume cerebrale, anche se l'effetto potrebbe non essere negativo. È quanto emerge da uno studio di imaging cerebrale realizzato su una donna che assumeva la pillola, la stessa neuroscienziata che ha firmato lo studio, Carina Heller dell'Università del Minnesota.
Heller ha utilizzato la pillola contraccettiva per 12 anni, interrompendone l'uso 5 anni prima dell'inizio della ricerca. La donna si è sottoposta a 5 scansioni cerebrali alla settimana per 5 settimane attraverso la risonanza magnetica. Poi ha iniziato ad assumere pillole anticoncezionali e tre mesi dopo si è sottoposta ad altre 25 scansioni cerebrali nell'arco di 5 settimane. Ha di nuovo smesso di assumere il contraccettivo e, tre mesi dopo, ha ripetuto il processo di scansione per 5 settimane, per un totale di 75 scansioni cerebrali.
Nel corso dello studio, Heller ha misurato la temperatura corporea e fornito un campione di sangue prima di ogni scansione per determinare la fase del ciclo mestruale. Ha anche completato questionari psicologici quotidiani per monitorare l'umore e i livelli di ansia e ha registrato il sonno e il consumo giornaliero di acqua, alcol e caffeina.
Dalle scansioni cerebrali sono emersi dettagli interessanti sul funzionamento del cervello durante il ciclo mestruale e la contraccezione ormonale, informazioni presentate durante un convegno della Society for Neuroscience a Chicago.
La corteccia cerebrale della donna è risultata inferiore dell'1% durante l'assunzione della pillola rispetto al periodo successivo all'interruzione, un dato in linea con studi precedenti che avevano già segnalato la riduzione del volume cerebrale in seguito a contraccezione ormonale.
Heller afferma che una riduzione del volume corticale non è necessariamente negativa. Lo stesso si verifica anche durante la pubertà e la gravidanza, quando il cervello affina le vie neurali per renderle più efficienti. "Questo potrebbe accadere anche nel cervello con i contraccettivi orali", spiega la ricercatrice.
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