La sindrome da fermentazione intestinale

Malattia rara caratterizzata da alti livelli di etanolo

Sentirsi ubriachi senza aver bevuto. Una condizione paradossale vissuta da una donna di 50 anni che si è recata per 7 volte in 2 anni al pronto soccorso con i sintomi tipici di una ubriacatura senza che avesse mai bevuto nulla di alcolico.
Come può succedere? Si tratta della cosiddetta sindrome della fermentazione intestinale, malattia rara che si caratterizza per la presenza di elevati livelli di etanolo nel sangue senza che il soggetto consumi alcol o lo faccia in quantità minime.
Il caso della donna è stato descritto sul Canadian Medical Association Journal da medici dell'Università di Toronto, ai quali la donna ha riferito di aver sofferto negli anni precedenti di frequenti infezioni delle vie urinarie e di reflusso gastroesofageo.
Dopo ogni visita in pronto soccorso, la donna rimaneva a casa una o due settimane a causa di una persistente sonnolenza che le toglieva anche l'appetito. Durante l'ultima visita in pronto soccorso la donna ha mostrato un livello elevatissimo di etanolo nel sangue, 285 milligrammi per decilitro. Basti considerare che in Italia il valore limite di alcolemia per la guida è di 50 mg/dl. I medici hanno quindi ipotizzato la presenza della sindrome da fermentazione intestinale e prescritto il fluconazolo, un antimicotico.
L'assunzione del farmaco è stata accompagnata a una dieta con basso contenuto di carboidrati. A un mese dall'inizio della terapia i sintomi si sono risolti e per 4 mesi la donna è stata bene. Dopo questo periodo, però, la donna ha aumentato l'assunzione di carboidrati, accusando una recidiva, risolta con un nuovo ciclo di fluconazolo e con una dieta più rigida.
La sindrome della fermentazione intestinale è molto rara e si verifica quando i microrganismi che fermentano l'alcol partendo dai carboidrati superano la normale flora intestinale. È favorita da alcune patologie come il diabete, le malattie del fegato e le malattie infiammatorie intestinali. Nel caso specifico, hanno contribuito anche gli inibitori della pompa protonica e gli antibiotici frequentemente assunti dalla donna per curare i suoi problemi di salute. I farmaci hanno causato una disbiosi intestinale che ha poi generato il fenomeno della fermentazione.
La malattia viene trattata con gli antimicotici perché alla sua origine c'è proprio l'azione di alcuni funghi: Saccharomyces cerevisiae (lievito di birra) e alcune specie di Candida, tra cui C. albicans, C. tropicalis e C. glabrata.
Probabilmente sono coinvolti anche alcuni batteri, fra cui Klebsiella pneumoniae.
«La sindrome comporta notevoli conseguenze sociali, legali e mediche per i pazienti e i loro cari - scrive Rahel Zewude dell'Università di Toronto, tra gli autori dello studio -. La nostra paziente ha avuto diverse visite in Pronto soccorso, è stata valutata da internisti e psichiatri (per via di una presunta dipendenza da alcol) e certificata ai sensi del Mental Health Act, prima di ricevere una diagnosi di sindrome della fermentazione intestinale. Tutto ciò dimostra che la conoscenza di questo disturbo è essenziale per la diagnosi e la gestione clinica».

04/06/2024 11:45:00 Andrea Sperelli


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