La parola prione fu coniata da Prusiner per indicare un agente infettante di natura proteica (proteinaceous infetcive agent), cio¨¨ una proteina con capacit¨¤ di infettare, di agire come un vero e proprio agente patogeno. I virus sono molto semplici, ma hanno comunque un codice genetico per la loro replicazione, i prioni sono invece privi di acidi nucleici: sono semplicemente delle isoforme di proteine normalmente presenti soprattutto nei neuroni, ma la cosa sorprendente ¨¨ che sono in grado, in qualche modo, di infettare e replicarsi in un organismo dopo un inoculo.
Le malattie prioniche
Tutte le malattie sono caratterizzate da una degenerazione lenta e progressiva del tessuto cerebrale, con esito fatale. La prima malattia per cui ¨¨ stata dimostrata una correlazione con i prioni ¨¨ la scrapie, che colpisce le pecore e, meno frequentemente, le capre. Il nome deriva da uno dei suoi sintomi: un prurito molto intenso che spinge a grattarsi contro qualunque oggetto verticale fino a danneggiarsi gravemente (dall¡¯inglese to scrape=graffiare).
Negli anni ¡®50 venne poi associato il prione ad una malattia umana, nota in Nuova Guinea, il kuru, parola che significa ¡°morte che ride¡± per via della paralisi ai muscoli facciali che ne deriva. La dimostrazione che il kuru poteva essere trasmesso tramite inoculo da un soggetto malato ad uno scimpanz¨¦ fu la prova che la straordinaria diffusione di questa malattia nella tribu dei Fore dipendeva anche da una trasmissione orizzontale. Da questi presupposti si ¨¨ partito per dimostrare la trasmissione orizzontale di tutte le encefalopatie spongiformi umane, dalla malattia di Creutzefeldt-Jacob (CJ), passando per la malattia di Gerstmann-Straussessler-Scheinker (GSS), fino alla pi¨´ recente insonnia familiare fatale (FFI), scoperta in una famiglia bolognese a met¨¤ degli anni ¡®80.
Infine non si pu¨° non citare la famosa (famigerata) encefalopatia spongiforme bovina (BSE), che ha portato la paura in Europa qualche anno fa, causando quella che viene chiamata nuova variante della malattia di Creutzefeldt-Jacob (CJ-nv), che ha comunque manifestazioni cliniche e anatomo-patologiche diverse dalla CJ sporadica.
Eziologia e patogenesi
All¡¯inizio degli studi si cercava un virus come probabile agente infettante, ma la sua straordinaria resistenza alla formalina e ai trattamenti in grado di inattivare gli acidi nucleici, combinata con una leggera sensibilit¨¤ ad agenti capaci di denaturare le proteine, fecero pensare a qualche agente infettante che in modo del tutto peculiare era capace di diffondersi pur essendo mancante di genoma. Nell¡¯anno 1984 si era arrivati finalmente ad avere la struttura della proteina, e la sequenza aminoacidica, sia della proteina prionica normalmente presente (PrPc, proteina prionica cellulare, la cui funzione ¨¨ tutt¡¯ora ignota), sia di quella patologica, mutata (PrPsc, proteina prionica dello scrapie), nonch¨¦ il gene codificante (Prnp)
La differenza tra la PrPc e la PrPsc ¨¨ nella struttura secondaria: la proteina normale, normalmente presente come dimero sulla membrana dei neuroni, ha una struttura principalmente formata da ¦Á-eliche, viceversa la proteina mutata ¨¨ formata in gran parte da ¦Â-sheet (qui per un¡¯immagine), configurazione che consente un¡¯adesione a catena con molte altre proteine prioniche, fino a formare una catena. Questa conformazione, inoltre, conferisce alla PrPsc una notevole resistenza agli enzimi proteolitici. Alcuni esperimenti hanno messo in evidenza comunque un fatto molto importante: per far si che l¡¯infezione da prione attecchisca ¨¨ indispensabile la presenza di proteina normale, codificata dall¡¯organismo ricevente: alcuni topi knock-out per il gene Prnp sono stati infettati sperimentalmente, e si ¨¨ visto che in essi la malattia non si sviluppa mai. Si ¨¨ sviluppata cos¨¬ una teoria secondo la quale la PrPsc interagisce con la proteina normalmente prodotta, causando cos¨¬ la malattia. In realt¨¤ oggi la teoria pi¨´ accreditata ¨¨ che esista una proteina, chiamata PrP*, rappresentate una fase intermedia tra la PrPc e la PrPsc, che rappresenta una fase instabile della PrPc e prodotta in maniera assolutamente stocastica. PrPc e PrP* sarebbero dunque isoforme intercambiabili tra di loro, ed ¨¨ proprio con PrP* che si pensa interagisca PrPsc. Legandosi, queste due proteine formano un dimero stabile (PrP*-PrPsc che diventa PrPsc-PrPsc), che va a legare altre PrP*, allungando la catena. Questa si accumula nel lisosoma cellulare fino a romperlo, in quanto non riesce a digerirla, mandando cos¨¬ la cellula in autodigestione.
A livello genetico si ¨¨ trovato un polimorfismo importante per poter predire la predisposizione ad ammalarsi: il codone 129 del gene Prnp, dove pu¨° essere normalmente presente sia la valina (Val), sia la metionina (Met). Si ¨¨ visto che nel 90% dei casi di CJ era presente un omozigote Val-Val o Met-Met, mentre sembra che la condizione di eterozigosi Met-Val sia molto poco presente nei casi.
C¡¯¨¨ comunque da dire che questo ¨¨ un indizio di predisposizione, non da la certezza di ammalarsi.
Al momento non esistono terapie valide e non si ha notizia di guarigioni spontanee dalla malattia
When you can feel the things you want to feel able to say what you feel when this is a very happy time. White blanca
Disclaimer L'indirizzo IP del mittente viene registrato, in ogni caso si raccomanda la buona educazione.
|