Porzione dell'encefalo posta tra il midollo allungato e il cervello (dal quale è superiormente separato dal tentorio, espansione della dura madre) e situata nella parte postero-inferiore della cavità cranica. È diviso in due emisferi, detti emisferi cerebellari (indicati col termine di neocerebello), collegati al cosiddetto verme, che insieme ai flocculi costituisce il paleocerebello. Esternamente è percorso da solchi longitudinali, all'incirca fra loro paralleli (solchi di I e di II ordine), che lo dividono in lobuli e lamelle. È collegato al mesencefalo dai peduncoli cerebellari superiori, al ponte di Varolio dai peduncoli cerebellari medi, al midollo allungato dai peduncoli cerebellari inferiori. La corteccia cerebellare, formata da sostanza grigia, è costituita da tre strati: l'esterno o molecolare, l'intermedio o delle cellule del Purkinje e l'interno o granulare, costituito da piccoli neuroni. Entro la corteccia si ramifica la sostanza bianca (albero della vita) in cui si trovano nuclei di sostanza grigia.
Il cervelletto è organo di ricezione di impulsi sensitivi propriocettivi provenienti dai muscoli e dai tendini ed esterocettivi (tattili, ascustici, visivi); influenza i nervi motori e i centri associativi encefalici, modificando la loro soglia di eccitabilità. Il cervelletto venne perciò definito il grande modulatore della funzione nervosa. Influisce sul tono muscolare, anche dei muscoli che garantiscono la posizione eretta, e quindi sul tono posturale, sui movimenti riflessi e sui movimenti volontari.
Il cervelletto è una parte del sistema nervoso centrale coinvolta nell'apprendimento e nel controllo motorio, nel linguaggio, nell'attenzione e forse in alcune funzioni emotive come risposte alla paura o al piacere. Le connessioni con il sistema limbico gli permettono di intervenire anche nei processi di memorizzazione e apprendimento, potendo così parlare di cervelletto cognitivo[1]. Sebbene sia ampiamente coinvolto nel controllo del movimento, il cervelletto non vi dà origine.
Nel complesso il cervelletto si presenta come una formazione grossolanamente ovoidale, dal peso di circa 130-140 g[1] ed è disposto nella fossa cranica posteriore.
Le lesioni al cervelletto sono tutte accumunate da una perdita della coordinazione del movimento o atassia. Lesioni cerebellari specifiche, naturalmente, portano a particolari tipi di atassia che risulta sempre nello stesso lato della lesione[19].
Lesioni della linea mediana del verme o del lobulo flocculonodulare portano ad un'atassia del tronco, con caratteristica andatura barcollante tipica dell'ubriaco. Questa scoordinazione si accompagna in genere a movimenti anomali degli occhi (nistagmo)[19].
Lesioni laterali al verme causano un'atassia appendicolare, un'incoordinazione degli arti che si traduce nell'incapacità di svolgere movimenti appropriati alla distanza da raggiungere (dismetria) e a tremori intenzionali cioè alterazioni della contrazione muscolare durante l'atto motorio[19].
Lesioni al lobo anteriore portano ad un aumento abnorme del tono muscolare (ipertonia). Tale sintomo è anche indicativo di una lesione corticale con attività dei nuclei profondi intatta: in questo caso si assiste ad un'ipertonia dei muscoli estensori che causa un'iperestensione di testa e collo (opistotono)[19].
Anche l'ipotonia, che consiste nella perdita del tono muscolare, è un'alterazione che può essere causata da lesioni al cervelletto. L'ipotonia riguarda tutti i muscoli quando si ha una perdita di funzione totale del cervelletto, oppure solo dei muscoli antigravitari se riguarda solo il nucleo del tetto.
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