E' una sostanza stupefacente a effetto analgesico e narcotico. È un lattice bianco ottenuto incidendo le capsule immature del Papaver somniferum che poi viene lasciato rapprendere all'aria in una resina scura che viene impastata in pani di colore bruno, dall'odore dolciastro e dal sapore amaro.
Da essa derivano, per processo chimico, gli oppiacei.
L'oppio, assunto per inalazione tramite il fumo, viene consumato come droga voluttuaria, ma è stato anche a tale scopo quasi completamente sostituito dai suoi derivati, come morfina ed eroina.
L'oppio è molto ricco di sostanze alcaloidi: di queste, quelle di origine fenantrenica (morfina, codeina e tebaina) sono analgesiche, costipanti ed euforizzanti, mentre quelle di origine isochinolinica (papaverina, noscapina, narceina) sono solo spasmolitiche.
L'azione analgesica ed euforizzante, sfruttata in medicina e a scopo ricreativo dai tossicodipendenti, è dovuta soprattutto alla morfina.
La farmacopea ufficiale italiana ammette l'uso terapeutico di oppio ma specifica che il suo contenuto di morfina deve essere compreso fra il 9,8% e il 10,2%.
L'oppio viene assunto in diversi.
Il più diffuso nei paesi occidentali è quello di scaldare una pallina o pietra su una stagnola e di inalarne il fumo.
Per poterlo consumare nel modo tradizionale, deve essere prima preparato facendolo fermentare e aggiungendovi nella fermentazione un fungo, l'Aspergillus niger. Dopodiché è pronto per essere consumato, in genere fumato in apposite pipe: un oppiomane può fumarne da 20 a 100 grammi al giorno. In questo modo si assume il 75% della morfina e si eliminano una serie di altre sostanze presenti nell'oppio: il dross, il residuo dell'oppio fumato, è tossico ma molto ricco di morfina e viene in genere riutilizzato mescolandolo a tè o caffè per ottenere il tyl, oppure viene torrefatto per poter essere fumato di nuovo; esso viene chiamato tinks o samsching. Il mercato nero delle droghe offre varie varianti d'oppio, alcune delle quali si presentano sotto forma di polvere e possono anche essere assunte per via nasale.
L'assunzione per via orale avviene masticando palline di oppio, oppure mescolato in alimenti dal sapore molto dolce, oppure con varie bevande, con piccole quantità di hashish, può essere mescolato a tabacco, a betel o a succo di tamarindo.
Essendo un sedativo, l'oppio rallenta i riflessi e la vitalità del corpo aumentando contemporaneamente l'euforia, in maniera simile all'etanolo. Se fumato manifesta i suoi effetti molto prima rispetto all'ingestione. Causa inoltre secchezza delle fauci e aumento della temperatura corporea. Durante l'assunzione si può transitare dalla veglia all'inconscio e viceversa. Un uso prolungato può causare ascessi, collasso delle vene, malattie al fegato e in rari casi pneumonia, oltre ad un indebolimento del sistema immunitario.[
Il laudano (tintura di oppio) fu preparato per la prima volta da Paracelso, ma venne diffuso da Thomas Sydenham come sedativo della tosse e per calmare diarrea e dolori colici. Attualmente è stato sostituito in medicina da prodotti analoghi sintetici più specifici: la morfina e i suoi agonisti, insieme alla pentazocina, vengono usati in terapia del dolore per la loro spiccata azione analgesica; il metadone che non è un derivato dall'oppio è usato solo nello svezzamento da eroina durante la disintossicazione; la codeina e derivati si usano come sedativi della tosse, mentre il fentanyl e suoi analoghi trovano uso in anestesia come potenti analgesici.
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