Paternità, esclusione o identificazione della.
Dichiarazione, con valore legale, risultante da indagini condotte per provare che un bambino sia o no figlio di un determinato individuo. A questo fine si controllano gli antigeni presenti nel sangue, come i gruppi sanguigni e l'antigene Rh. L'esclusione è certa in pochi casi; per esempio, un figlio di gruppo 0 (zero) non può avere un padre di gruppo AB. Vi sono invece molti casi che restano dubbi, poiché se la madre è del gruppo 0 e il figlio è del gruppo A, il padre può essere qualunque individuo del gruppo A. I criteri di identificazione della paternità si basano anche sui caratteri ereditariamente trasmissibili da padre in figlio e quindi sui tratti somatici, su alcune malformazioni (polimastia, polidattilia, microcefalia, brachidattilia, sindattilia), su alcune malattie ereditarie (piede piatto, labbro leporino, albinismo, talassemia ecc.) e sui dermatoglifi (le figure papillari sono trasmissibili ereditariamente). Nei casi dubbi può essere utilizzata anche l'analisi del sistema HLA.
Modalità di esecuzione dell’analisi
Consenso al prelievo
Le persone da sottoporre all’analisi vengono preliminarmente informate circa le finalità e le modalità di esecuzione delle stesse e, previa esibizione di un documento d’identità, viene loro richiesto il consenso scritto. Per quanto riguarda i minori viene chiesto l’autorizzazione ad eseguire le analisi ai genitori che ne hanno la patria potestà.
Modalità di prelievo
Qualsiasi campione biologico che contenga cellule con nucleo può essere idoneo all’estrazione del DNA; oltre al sangue risultano utili a tal fine anche saliva, formazioni pilifere, liquido seminale, liquido amniotico. Per un’indagine tradizionale si eseguono prelievi di saliva mediante tamponi sterili in quanto questo tipo di prelievo risulta il più vantaggioso.
Tempi di esecuzione delle analisi
Un’indagine tradizionale di paternità viene eseguita entro 10 –20 giorni dalla data del prelievo.
Protocollo d’analisi
Le analisi vengono condotte in conformità con le indicazioni della Società Internazionale di Genetica Forense (ISFG) e in accordo con la “Raccomandazione sulle indagini biologiche di paternità” stabilita dal Gruppo dei Genetisti Forensi Italiani (GEFI) e dalla Società Italiana di Genetica Umana (SIGU)).
Dai prelievi di campioni biologici viene estratto il DNA mediante opportuni metodi a seconda del tipo di substrato a disposizione (saliva, sangue, …).
Si procede quindi ad amplificare le regioni ipervariabili di interesse mediante PCR (Polymerase Chain reaction); usualmente vengono amplificati circa quindici marcatori differenti, localizzati ciascuno su cromosomi diversi. Questi sistemi vengono definiti Microsatelliti o STR (Short Tandem Repeat) e sono selezionati rigorosamente dalle comunità scientifiche internazionali (ENSFI, FBI); devono essere ben caratterizzati dal punto di vista molecolare e le frequenze delle varie forme alleliche specifiche per ciascun sistema devono essere ben conosciute a livello della popolazione di riferimento.
I marcatori amplificati vengono successivamente valutati mediante elettroforesi capillare utilizzando un sequenziatore automatico con fluorescenza (ABI Prism 310 Applied Biosystems). Vengono condotte le analisi simultaneamente sui campioni prelevati alle persone coinvolte nell’analisi e i profili ricavati vengono confrontati contestualmente. L’identificazione degli alleli viene eseguita confrontandoli con un ladder allelico sequenziato, contenente le principali varianti riscontrate nelle varie popolazioni.
I risultati vengono forniti sottoforma di tracciati elettroforetici dove visivamente si possono confrontare i vari profili ottenuti unitamente alla relazione scritta dell’interpretazione degli stessi comprensiva dell’analisi statistica.
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