Strappo del tessuto di un organo, provocato da un trauma violento. Le lacerazioni esterne, quelle della cute, sono più o meno profonde ed estese in rapporto all'intensità del trauma e alla fragilità del tessuto; quelle interne possono essere provocate da pugni o calci, da urti, da scoppio. Gli organi più fragili a tale riguardo sono il cuore, i grossi vasi, il fegato, la milza, i reni, le anse intestinali e la vescica. In un’altra accezione il termine indica una manovra chirurgica piuttosto grossolana, meglio detta dilacerazione, o digitoclasia, che consiste nella separazione manuale di una formazione anatomica dai tessuti che la circondano o la rivestono.
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