Osteoporosi
Di Julie (del 24/01/2012 @ 23:24:00, in Lettera O, visto n. 1515 volte)
 L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da un basso contenuto di calcio nelle ossa, da una progressiva fragilità scheletrica e conseguentemente da una maggiore predisposizione alle fratture spontanee. Le ultime statistiche hanno dimostrato che 3,5 milioni di donne e un milione di uomini soffrano di fragilità ossea e che un numero elevato di fratture di femore, specie negli anziani, sia una fra le cause principali di mortalità. Le cause principali dell’osteoporosi sono determinate dall’età, dalla carenza di vitamina D e dalla fragilità scheletrica con conseguente aumento del rischio di fratture, anche causati da minimi traumi. Per quanto riguarda il fattore età, il nostro organismo nell’arco della vita promuove processi rigenerativi; il tessuto osseo si sottopone in continuo a un processo di distruzione detto “riassorbimento” del tessuto osseo vecchio e danneggiato, ad opera degli osteoclasti, cellule destinate a tale compito, e dall’altra parte a un processo di neoformazione, operato dagli osteoblasti, cellule che si adoperano alla formazione di nuovo tessuto. Quando con l’invecchiamento, la quantità di osso riassorbito è maggiore della quantità di osso neoformato, si determina una progressiva perdita di massa ossea, sorge così l’osteoporosi. Invece, la carenza di vitamina D compromette la mineralizzazione ossea, causando nei bambini malattie, come il rachitismo e negli adulti, l’osteomalacia che favorisce l'insorgenza della ostoeporosi. Esistono per la diagnosi dell’osteoporosi vari metodi come: 1 - Eseguire un controllo mediante radiografia della rachide dorsale e lombare, in modo da evidenziare eventuali fratture a livello vertebrale o una scintigrafia ossea total body utile nel caso di lesioni ossee sospette, di origine neoplastica. Il paziente può essere sottoposto a uno specifico esame per l‘osteoporosi, la MOC (mineralometria ossea computerizzata) con la quale si misura la massa ossea, mediante tecnica Raggi X e che consente di misurare la quantità di minerale presente in determinati parti scheletriche (colonna vertebrale, parte alta del femore, polso), punti indicativi per la presenza di osteoporosi. 2 - Effettuare una MOC; questa pratica è consigliata come prevenzione dell’osteoporosi sia alle donne dopo la menopausa che a tutti i soggetti – donne e uomini – dopo i 65 anni, in cui esistono fattori di rischio, quali la magrezza eccessiva, l'abitudine al fumo, il malassorbimento intestinale, fattori ereditari, l'assunzione di farmaci che danneggiano il tessuto osseo, il diabete mellito, una menopausa precoce, etc. 3 - Infine per una eventuale terapia i farmaci usati sono i bifosfonati orali, comunemente usati nella prevenzione e terapia dell’osteoporosi, su di essi vi sono dati contrastanti da studi che hanno valutato il rischio di cancro esofageo. Esofagite e altri eventi esofagei sono stati riportati in particolare in pazienti che non rispettavano però, le indicazioni all’uso. Recentemente anche l’uso del Protelos, farmaco usato nella cura di tale malattia sembra che possa avere effetti collaterali gravi, addirittura mortali. Il principio attivo è rappresentato dal ranelato di stronzio, la cui funzione sarebbe quella di ridurre il rischio di fratture alla colonna vertebrale e all’anca, stimolando la ricostruzione ossea. Questo medicinale accettato e già venduto in farmacia, in quanto il Comitato per i medicinali per uso uomo, lo aveva reputato un prodotto valido, in quanto i benefici risultavano superiori ai rischi, oggi è nuovamente sotto controllo. Nella fragilità ossea da post-menopausa gli estrogeni hanno dimostrato un'elevata efficacia nel ridurre il rischio di fratture vertebrale e femorali, ma la loro prescrizione è limitata ai sintomi vasomotori legati alla menopausa.