Litoterapia
Di E.F. (del 12/04/2013 @ 11:46:05, in Lettera L, visto n. 1098 volte)
Metodo terapeutico non tossico che utilizza minerali e rocce diluiti e dinamizzati. I litoterapici favoriscono l’attività degli enzimi del corpo aiutando il metabolismo e liberano le sostanze nutritive bloccate (azione dechelatrice) da additivi alimentari, insetticidi, conservanti, coloranti,
farmaci come estrogeni e antibiotici, presenti negli alimenti.
Secondo la medicina omeopatica, l'utilizzo di diluizioni omeopatiche di metallo permette di liberare la parte dello ione chelato e reinserirlo nel circuito
metabolico. L'impiego di rocce e minerali diluiti e dinamizzati sarebbe giustificato dal fatto che vi è analogia di struttura cristallina tra il minerale e il chelato, da cui si vuole liberare lo ione metallico.
Il campo di applicazione della litoterapia è molto vasto e ricopre praticamente tutti i grandi capitoli della patologia.
Il minerale, in forma di polvere di roccia, viene poi preparata in forma omeopatica, cioè diluita in vari passaggi, e pronta per l’uso terapeutico (in forma
di fiale bevibili, nella misura di 2 o 3 al giorno non in vicinanza dei pasti).
Questa polvere di roccia viene poi preparata in forma omeopatica, cioè diluita in vari passaggi, e pronta per l’uso terapeutico in forma di fiale bevibili.
La prima documentazione storica relativa alla litoterapia risale al 1500 prima dell’Epoca comune, e deriva dal papiro d'Ebers (dal nome dello scienziato
tedesco che lo studiò nel 1873): in esso si accenna ad una vera e propria farmacopea, nella quale figurano numerosi minerali, in particolare la malachite, il lapislazzulo, il solfuro di piombo, l’antimonio.
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