Fenomeno psico-patologico che si manifesta con l’insorgenza di un’idea o di una qualsiasi rappresentazione mentale, che, accompagnata da un sentimento d’ansia, si impone al soggetto in modo insopprimibile, e lo trascina a compiere determinati atti o ad astenersi da altri, o a fissarsi su determinati pensieri.
L’ossessivo è consapevole dell’insensatezza di tali atti e idee, e si impegna in una lotta per sottrarsi al dominio delle sue ossessioni. Con una certa frequenza riesce a mitigare l’ansia di questa lotta ricorrendo a rituali e cerimoniali.
Le ossessioni possono presentarsi come dubbi, come scrupoli, come attrazione dello sguardo su un determinato oggetto o, al contrario, come timore di essere osservato; come la necessità di pronunciare determinate parole (onomatomania), di almanaccare su questioni irresolubili (mania metafisica), di far calcoli (aritmomania); oppure (è il caso delle idee di contrasto) possono essere costituite da rappresentazioni lascive o blasfeme durante una pratica religiosa, o dalla tentazione di far del male all’essere più amato, senza mai passare all’azione ma aggrovigliandosi nelle contromisure difensive, nello sconforto, nell’autocondanna.
Nell’ossessione si tende a vedere la realizzazione diretta o simbolica di istinti o desideri repressi oppure rimossi, un’organizzazione repressiva della vita psichica, in cui alla rappresentazione vitale si sostituisce una rappresentazione artificiale, stereotipa che nei suoi simboli rispecchia un conflitto irrisolto.
L'ossessione, che in particolari condizioni può presentarsi anche in individui normali, diventa patologica allorché interferisce nella vita e nell'attività del soggetto. È sintomo caratteristico della psiconevrosi ossessiva.
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