Malattia delle cavità nasali in cui vengono prodotte atrofia o ipertrofia irreversibili della mucosa. Si differenzia per questo motivo dalle riniti, nelle quali invece l'alterazione è reversibile. Sono classificate una rinopatìa ipertrofica, una rinopatìa atrofica e una rinopatìa granulomatosa. La rinopatìa ipertrofica può rappresentare l'esito di una rinite cronica e viene riscontrata anche in persone che operano in ambienti surriscaldati, nei forti mangiatori e bevitori, negli ipertiroidei, negli acromegalici e in seguito ad abuso di vasocostrittori nasali (presenti nei medicamenti per liberare il naso chiuso). L'ipertrofia della mucosa genera ostruzione respiratoria nasale subtotale, bilaterale e persistente. La cura è rappresentata dalla crenoterapia salsobromoiodica e sulfurea, e dalla terapia sintomatica medica o chirurgica (cauterizzazione o decorticazione mucosa). La rinopatìa atrofica può invece essere semplice o ozenatosa (vedi ozena); nella forma semplice si assiste alla formazione di croste nella metà anteriore delle fosse nasali, con iposmia o anosmia; la terapia è costituita da inalazioni salsoiodiche o solforose e da pomate con vitamine epiteliotrofiche. Tra le rinopatìe granulomatose vengono distinte: la rinopatìa cronica caseosa (con formazione di tessuto di granulazione e accumulo di materiale biancastro caseoso); il rinoscleroma; la rinopatìa in corso di lebbra, tubercolosi, sarcoidosi e sifilide.
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