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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di dr.psico (del 08/09/2007 @ 14:28:04, in Lettera A, visto n. 1622 volte)
Con il termine di acne si indica un'infiammazione della pelle che viene chiamata nel linguaggio comune "brufoli" o "foruncoli". Si origina dalle ghiandole sebacee e dal follicolo pilifero creando papule e pustole che derivano dalla lesione originaria chiamata comedone. L'acne più comune è l'acne vulgaris e si manifesta generalmente nella pubertà con un picco tra i 13 i 17 anni, tendendo al miglioramento negli anni successivi. Vari i fattori che possono esserne alla base: eccesso di sebo, stress, allergie, disfunzioni intestinali. Si cura con prodotti topici (saponi, creme), antibiotici nei casi più gravi, una dieta accurata. Poichè ci sono differenti forme di acne è consigliabile rivolgersi ad un dermatologo per una diagnosi corretta e una terapia adeguata, compresa quella psicologica se necessario.
 
Di salute (del 05/10/2007 @ 20:39:32, in Lettera A, visto n. 1540 volte)
Malattia della pelle dovuta all'infezione suppurativa delle ghiandole sebacee. L'acne giovanile, tipica degli adolescenti, si manifesta con pustole spesso purulente o seborroiche al viso e al dorso. Si può ottenere la guarigione o il miglioramento semplicemente con un'alimentazione adeguata e applicando trattamenti generali e locali. In casi molto infettati ha dato buoni risultati la vaccinoterapia. Esistono diversi tipi di acne, ad esempio l'acne da esposizione che si manifesta con lesioni pustolose e l'acne rosacea (couperose) che si manifesta con chiazze rosse superficiali al viso. L'acne rosacea si aggrava con l'età ed è favorita da disturbi dispeptici, dalla menopausa e dall'alcoolismo. Il trattamento si basa sull'igiene alimentare, sul divieto di esporsi al freddo e al calore intenso, sull'utilizzo di farmaci ad azione vascolare. Le dilatazioni si possono trattare con l'elettrocoagulazione.
 
Di salute (del 05/10/2007 @ 20:40:21, in Lettera A, visto n. 1468 volte)
Incapacità dell'organismo di produrre la bile.
 
Di Sintomi (del 17/08/2007 @ 20:08:14, in Lettera A, visto n. 2539 volte)
Il termine acondroplasia (ACP) deriva dall'unione di tre parole di origine greca (a = senza, condros = cartilagine, plais = formazione). E' una malattia genetica caratterizzata da un mancato sviluppo armonico della cartilagine di accrescimento delle ossa lunghe degli arti. La cartilagine di accrescimento è quella parte dell'osso che nel bambino non è ancora saldata e che permette l'allungamento progressivo dell'osso stesso. La malattia provoca perciò gravi disturbi della crescita e risulta in una forma di nanismo (nanismo acondroplasico). Le altre osteocondrodisplasie: Con il nome di osteocondrodisplasie (OCD) si indica un gruppo eterogeneo di malattie ereditarie in cui si assiste ad uno sviluppo anormale delle ossa e delle cartilagini, con conseguenti disturbi della crescita e dello sviluppo. Le OCD comprendono circa 200 malattie diverse, distinte in base alle caratteristiche cliniche, radiologiche e genetiche. La più comune fra le OCD è l'acondroplasia, che colpisce circa 1/25000 nati vivi. Come si manifesta: Gli individui affetti da acondroplasia presentano le caratteristiche del nanismo: hanno una statura molto bassa e sono sproporzionati. Già alla nascita i bambini hanno la testa grande e gli arti corti e tozzi, rispetto al resto del corpo. Altre caratteristiche sono la fronte prominente e la radice del naso infossata. La mano e le dita sono corte e tozze ("mano a tridente") e la parte bassa della colonna vertebrale è esageratemente curvata in avanti (lordosi lombare). Alla nascita il bambino affetto da ACP ha un'altezza e un peso più o meno normali, ma è già sproporzionato. La statura continua a mantenersi simile a quella degli altri bambini, fino al primo anno di vita. Successivamente comincia ad essere visibile il ritardo di crescita. L'altezza media degli adulti è di circa 1 metro e 30 centimetri nei maschi e 1 metro e 25 centimetri nelle femmine. La malattia può anche dare altri disturbi. Spesso i movimenti di torsione del gomito risultano limitati, ma in genere i legamenti delle articolazioni sono lassi ed è per questo che molti bambini affetti da ACP sono in grado di fare movimenti di "contorsione", piegando facilmente le dita o torcendo altre articolazioni. In alcuni casi la dentatura può essere affetta: i denti possono crescere in modo disordinato e le arcate superiore e inferiore non combaciano bene. In alcuni casi i bambini affetti da ACP possono avere problemi neurologici o respiratori, dovuti al restringimento del canale alla base del cranio. In questi casi il medico può intervenire chirurgicamente per correggere i sintomi. Negli anni, le persone affette possono provare fatica e dolori agli arti o alla schiena: si tratta per lo più di semplici dolori muscolari senza particolare gravità. Se i dolori sono forti, è possibile che ci siano problemi di tipo neurologico, causati dal restringimento del canale vertebrale, ed è utile l'intervento di un neurologo. Le capacità intellettive non sono alterate nell’acondroplasia, così come anche lo sviluppo sessuale è normale. Se superano il periodo critico, cioè quello infantile, i pazienti con acondroplasia hanno di solito aspettative di vita normale. Le cause: Il gene coinvolto nell'ACP si trova sul cromosoma 4 e contiene l'informazione per produrre una proteina chiamata "recettore del fattore di crescita dei fibroblasti di tipo 3", o più brevemente FGFR3. Questo recettore, in condizioni normali, quando interagisce con la sua "molecola segnale" cioè l’FGF, esplica un controllo di tipo negativo sulle cellule della cartilagine di accrescimento. La ACP è causata da mutazioni nel gene dell'FGFR3, che lo rendono costitutivamente attivato (sono infatti mutazioni definite come “guadagno di funzione”) e quindi l’FGFR3 mutato è in grado di segnalare continuamente alla cellula un segnale negativo, col risultato di inibire l’allungamento dell’osso. L'alterazione del gene colpisce soprattutto le cellule della cartilagine di accrescimento, che tramite il processo di ossificazione endocondrale (che, in condizioni normali, è regolato negativamente dal FGFR3) permette l’allungamento dell’osso. Il 99% dei pazienti affetti da ACP ha la stessa mutazione, cioè lo stesso "errore" nel gene dell'FGFR3, consistente in una sola base nucleotidica alterata. Altre mutazioni, localizzate in parti diverse dello stesso gene, possono causare patologie molto più gravi tra cui il nanismo tanatoforo. Anche se colpiscono lo stesso gene, L'ACP e il nanismo tanatoforo sono due malattie distinte: chi eredita l'ACP non ha maggiori possibilità degli altri di ereditare il nanismo tanatoforo né di trasmetterlo. Come si trasmette: L'acondroplasia si trasmette con modalità autosomica dominante, questo significa che è sufficiente una copia del gene FGFR3 mutato per dar luogo alla malattia. Non esistono portatori sani per l’acondroplasia. Una coppia composta da una persona affetta da ACP e da una persona normale ha il 50% di probabilità di avere un figlio affetto da ACP.. Una coppia in cui entrambi i genitori sono affetti da ACP ha 1 probabilità su 4 di concepire un figlio\a affetto da una grave forma di acondroplasia letale alla nascita (chiamata acondroplasia omozigote); 1 probabilità su 4 di avere figli normali e 1 su 2 di avere un figlio affetto come loro. Se la madre è affetta da ACP la gravidanza va seguita attentamente e di solito il parto avviene con taglio cesareo. In circa 9 casi su 10 i pazienti affetti da ACP nascono da genitori assolutamente normali, a causa di alterazioni nel gene che avvengono negli spermatozoi e negli ovuli dei genitori. In questo caso, la possibilità di avere un altro figlio affetto da ACP è trascurabile, identica a quella di qualsiasi altra coppia normale. Le modalità di trasmissione ereditaria delle altre forme di OCP è diversa a seconda della malattia. Se vi è stata diagnosticata una OCP diversa dalla acondroplasia, non esitate a contattarci per avere informazioni. La diagnosi: L'esame clinico e, soprattutto, le indagini radiografiche sono fondamentali; in caso di dubbio, è possibile effettuare l'analisi del DNA per distinguere l'acondroplasia da altre osteocondrodisplasie. Esiste la possibilità di fare diagnosi prenatale per le coppie a rischio. Infatti, nelle coppie in cui uno dei genitori è affetto è possibile esaminare il DNA fetale per stabilire se il nascituro è sano o è affetto. Per fare questo è necessario che la donna in gravidanza si sottoponga a un prelievo di villi coriali o di liquido amniotico. Esiste una terapia: Non esiste ad oggi nessuna terapia in grado di guarire dall'ACP. Attualmente una delle possibilità per migliorare la qualità della vita dei pazienti è l'intervento ortopedico, per correggere la curvatura della schiena e per aumentare l'altezza. Nonostante la bassa statura, moltissime persone affette da ACP conducono una vita piena e soddisfacente, e i bambini affetti da ACP devono essere incoraggiati a fare altrettanto. Il motto dell'LPA (l'associazione americana delle persone affette da nanismo)è: Think Big! -(Pensa in Grande!)- L'intervento che permette di aumentare la statura consiste nell’allungamento chirurgico degli arti inferiori, che generalmente si può effettuare tra i 12 e i 16 anni. L'operazione mira ad allungare chirurgicamente le ossa del femore e della tibia, consentendo di "guadagnare" circa 20 centimetri in altezza. Questa operazione comporta un lungo periodo di immobilità ed un grosso carico fisico e psichico per il paziente e perciò la sua opportunità va valutata attentamente insieme al medico.
 
Di salute (del 05/10/2007 @ 20:41:30, in Lettera A, visto n. 1299 volte)
Precoce ossificazione delle cartilagini, particolarmente degli arti.
 
Di salute (del 05/10/2007 @ 20:42:21, in Lettera A, visto n. 1417 volte)
Assenza dell'iride.
 
Di salute (del 05/10/2007 @ 20:43:08, in Lettera A, visto n. 1646 volte)
Composto formato da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno (H2O) che in natura si trova allo stato liquido (nei mari e nei fiumi), solido (ghiacciai e iceberg) e aeriforme (nubi, nebbie). Anche gli organismi viventi sono fondamentalmente costituiti di acqua, con percentuali che variano tra il 50% e il 90%. L'organismo umano è formato per il 65% di acqua (dal 99% del liquido oculare al 2% dello smalto dentale). Per essere potabile, l'acqua deve essere batteriologicamente pura e avere un contenuto di sostanze disciolte compreso tra 0,1 e 0,5 g/l. Acqua borica Soluzione contenente acido borico al 3%, impiegata principalmente come disinfettante e decongestionante delle mucose oculari. Acqua deionizzata Utilizzata in soluzioni farmaceutiche, viene ottenuta mediante filtraggio per eliminare gli ioni di eventuali  impurità. Acqua di rose Essenza di rosa in soluzione alcolica. Acqua minerale Secondo un decreto del 1992 sono dette minerali le acque che "avendo origine da una falda o da un giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli alla salute". Sono dette oligominerali se contengono una quantità di sali inferiore a 500 mg/l, minerali fra 500 e 1500 mg/l e fortemente minerali oltre i 1500 mg/l. L'Unione europea ha fissato precise quantità per alcuni inquinanti delle acque minerali (arsenico, cadmio, cromo), anche se i limiti sono meno rigidi di quelli applicati per l'acqua potabile. Acqua ossigenata (perossido di idrogeno) Prodotta per riduzione fino a ottenere H2O2. Si utilizza come sbiancante, come antisettico e come base per la preparazione di perborati e percarbonati. Acqua vegetominerale Soluzione acquosa all'1% di acetato basico di piombo. Viene utilizzata in medicina per le sue proprietà antiinfiammatorie.
 
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