Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
L'AIDS, causata da un retrovirus chiamato HIV, è una sindrome caratterizzata da un progressivo deterioramento del sistema immunitario.
Il termine AIDS, seguito in genere dalla parola conclamato, si riferisce ad una delle fasi dell'infezione da HIV, in cui sono più frequenti infezioni di vario genere e tumori.
Essendo fondamentalmente un problema del sistema immunitario che non riesce più a proteggere correttamente l'individuo, i sintomi sono legati a patologie "opportunistiche" (se. carcinomi, herpes, linfomi, polmoniti).
Il virus si trasmette tramite liquidi biologici quali sangue, sperma, secrezioni vaginali, latte materno. Non permettono il trasferimento da una persona all'altra le lacrime, il sudore, l'urina, le feci, le secrezioni nasali e il vomito.
La terapia attualmente utilizzata, costituita da farmaci antiretrovirali, può permettere una latenza dai sintomi di 8/10 anni.
Ci sono soggetti nel cui sangue sono presenti anticorpi anti-HIV e vengono detti sieropositivi. Se non trattati evolvono in AIDS dopo un periodo di latenza che è allungato fino a 16 anni da terapie come HAART.
Fuori dall'organismo il virus è poco resistente ed è molto utile la prevenzione di contatti a rischio con soggetti infetti, soprattutto per quanto riguarda i rapporti sessuali.
Acronimo di Acquired Immuno Deficiency Syndrome, Sindrome da ImmunoDeficienza Acquisita. Malattia di tipo virale di recente scoperta (San Francisco, 1981). Il virus responsabile dell'AIDS fu isolato per la prima volta nel 1984 dal francese Montagnier e oggi è chiamato universalmente HIV, acronimo di Human Immunodeficiency Virus. Questo virus gradatamente provoca la distruzione degli anticorpi, predisponendo così l'organismo a infezioni e tumori del sistema linfatico. Si manifesta con infezioni frequenti, gravi anche se causate da agenti non particolarmente patogeni per individui sani. Il quadro clinico contempla linfoadenopatia, febbre, calo di peso. L'infezione da virus si trasmette tramite sangue, sperma e secreto vaginale. Entro qualche mese dal contagio si verifica la sieroconversione, cioè la comparsa di anticorpi inizialmente rivolti verso antigeni del pericapside e poi contro quelli interni. Fa seguito un lungo periodo di tempo che può arrivare anche a molti anni in cui l'individuo sieropositivo rimane del tutto asintomatico, dopodiché a causa dell'attivazione delle cellule che contengono il DNA virale si passa allo stadio di malattia conclamata. Quando un soggetto arriva a questa fase purtroppo non ha speranza, perché non è ancora stata individuata una cura che ne determini la guarigione. Si suppone che il ceppo del virus sia di origine centroafricana. Nel 1998 le persone infette, sieropositivi compresi, erano 30.000.000 ca., con sei contagi al minuto e quattro decessi al minuto. La zona più colpita era l'Africa subsahariana con il 70% degli infetti del mondo (nello Zimbabwe infatti nel 1999 il 25,9% della popolazione era sieropositivo). Nel 1998 in Italia vi erano 14.000 malati, 76.000 sieropositivi (contro gli 890.000 negli USA), con un'età media di trentadue anni. La profilassi tende a eliminare i fattori di rischio, cioè i rapporti anali, la promiscuità, le emotrasfusioni ripetute, lo scambio di siringhe soprattutto tra tossicodipendenti ecc. Il trattamento può essere sintomatico delle complicanze a carico dei vari organi; chemioantibiotico delle infezioni da agenti opportunisti; immunoterapico per cercare di correggere l'immunodeficienza acquisita cellulare e chemioterapico nei casi di neoplasie. Un notevole miglioramento si è registrato nel 1996 con il cocktail di farmaci che viene dosato individualmente utilizzando vari tipi di sostanze. Nel 1998 ha cominciato a essere sperimentato un vaccino su medici volontari statunitensi, mentre altre le ricerche sono svolte nei campi più diversi, dalla terapia genica a nuove sperimentazioni farmacologiche.
Aminoacido non essenziale (acido ¦Á-amminopropionico). Pu¨° ridurre il colesterolo nel sangue e in condizioni di ipoglicemia pu¨° servire per produrre glucosio.
L'alanina ¨¨ un amminoacido non polare, la sua molecola ¨¨ chirale. Non si tratta di un amminoacido essenziale, dal momento che risulta sintetizzabile dall'organismo umano.
Pu¨° esser prodotto nei muscoli attraverso un processo chiamato transamminazione, che parte da una conversione dell'acido glutammico. Nel fegato l'alanina viene trasformata in acido piruvico. Infine, l'enzima alanina amminotransferasi catalizza la reazione nella quale il gruppo amminico dell'alanina viene trasferito all'acido ¦Á-chetoglutarico formando l'acido glutammico.
Conosciuta anche come Osteopetrosi. Vedi malattia delle ossa marmoree
infiammazione della borsa, con conseguente ingrossamento, intorno all'estremità distale del tendine calcaneare (tendine di Achille)
Si caratterizza per la presenza regolare su tutto il territorio retinico di chiazzette bianche, che possono precedere o coesistere con la pigmentazione tipica della retinite pigmentosa. I sintomi peculiari sono l’emeralopia e il difetto
campimetrico, caratterizzato inizialmente da uno scotoma centrale e,successivamente, da un restringimento concentrico che comporta
una visione tubolare.
L’ERG è alterato o estinto.
Malattia genetica a trasmissione autosomica recessiva. Il gene responsabile non è ancora noto.
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