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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di salute (del 05/10/2007 @ 19:55:32, in Lettera A, visto n. 1642 volte)
Termine anatomico che designa genericamente ogni muscolo che produce l'effetto di allontanare una parte del corpo dall'asse mediano.
 
Di riccardo (del 29/04/2014 @ 11:41:52, in Lettera A, visto n. 1191 volte)
Sono imperfezioni che, nel percorso ottico dei fotoni che provengono dall’esterno dell’occhio, producono una distorsione e un’errata messa a fuoco delle immagini sulla retina. Possono essere provocate da ogni irregolarità o alterata trasparenza della superficie anteriore o posteriore della cornea, del cristallino, dell’umor acqueo**, del corpo vitreo o del piano retinico. Anche difetti refrattivi (ipermetropia, astigmatismo e miopia) possono causare aberrazioni oculari che si possono sommare alle precedenti. Come si correggono le aberrazioni? Vengono corrette mediante occhiali, lenti a contatto o grazie a tecniche di chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri. Quando si esegue l’aberrometria? Quando si riscontra un’alterazione della qualità della visione (persino se si vedono 10/10) causata da un'anomala deviazione o dispersione dei raggi luminosi.Cornea (superficie oculare trasparente a forma di calotta, posta davanti alla iride) Ovviamente, sarà il medico oculista a dover stabilire se l'esame è necessario. Si può sapere dove si verifica l’aberrazione? No, un limite delle tecniche aberrometriche è proprio l’impossibilità di definire la sede anatomica d’origine senza il supporto di altri strumenti (quali l’OCT e il topografo). Infatti, l’aberrometro fornisce una mappa che permette di valutare la conformazione del fronte d’onda che proviene dall’occhio, ma non di ottenere informazioni sulla struttura oculare che causa le eventuali distorsioni. Quando si può dire se è presente un’aberrazione? L’aberrazione è assente quando un fascio ideale di raggi luminosi, proveniente da una sorgente luminosa posta all’infinito, è costituito da onde rettilinee e parallele, il cui fronte d’onda (la superficie in fase di avanzamento del fascio) è idealmente piano e perpendicolare alla direzione dei raggi. Quando, invece, sono presenti aberrazioni ottiche la superficie del fronte d’onda presenta delle distorsioni rispetto al piano di riferimento. Chiaramente le linee appariranno distorte in corrispondenza dell’aberrazione.
 
Di riccardo (del 29/04/2014 @ 11:40:19, in Lettera A, visto n. 1221 volte)
Tecnica diagnostica recente che consente uno studio oggettivo della qualità visiva valutando la presenza e l'entità delle aberrazioni oculari. Non è raro infatti incontrare pazienti che, pur avendo un'acuità visiva ottimale (10/10), si lamentano per la loro qualità della visione. E spesso il problema dipende proprio dalla presenza di aberrazioni del sistema ottico oculare che impediscono che sulla retina si formi un'immagine di "qualità" eccellente. Le aberrazioni ottiche vengono studiate con i cosidetti "aberrometri". In molti casi lo studio si limita alle aberrazioni anteriori, per cui è sufficiente un topografo corneale (ad esempio CSO) dotato dell'apposito software. In altri casi vengono impiegati aberrometri che sono in grado di valutare le aberrazioni oculari totali (e non solo quelle corneali): si tratta di strumenti più complessi e costosi, che forniscono comunque utilissime informazioni. Fra questi l'Orbscan ed altri sistemi che si interfacciano ai laser ad eccimeri. Un'applicazione dei dati ottenuti con l'aberrometria viene talora impiegata in chirurgia refrattiva. Lo scopo è quello di "personalizzare" il trattamento con laser ad eccimeri con lo scopo di migliorare. Mappa della cornea ottenuta con aberrometro: la colorazione varia a seconda del grado di diffusione della luceAberrometria Cos'è? È un esame diagnostico che consente di valutare oggettivamente la qualità della vista e di studiare la presenza di aberrazioni oculari. Cosa sono le aberrazioni oculari? Sono imperfezioni che, nel percorso ottico dei fotoni* che provengono dall’esterno dell’occhio, producono una distorsione e un’errata messa a fuoco delle immagini sulla retina. Possono essere provocate da ogni irregolarità o alterata trasparenza della superficie anteriore o posteriore della cornea, del cristallino, dell’umor acqueo**, del corpo vitreo o del piano retinico. Anche difetti refrattivi (ipermetropia, astigmatismo e miopia) possono causare aberrazioni oculari che si possono sommare alle precedenti. Come si correggono le aberrazioni? Vengono corrette mediante occhiali, lenti a contatto o grazie a tecniche di chirurgia refrattiva con laser ad eccimeri. Quando si esegue l’aberrometria? Quando si riscontra un’alterazione della qualità della visione (persino se si vedono 10/10) causata da un'anomala deviazione o dispersione dei raggi luminosi.Cornea (superficie oculare trasparente a forma di calotta, posta davanti alla iride) Ovviamente, sarà il medico oculista a dover stabilire se l'esame è necessario. Si può sapere dove si verifica l’aberrazione? No, un limite delle tecniche aberrometriche è proprio l’impossibilità di definire la sede anatomica d’origine senza il supporto di altri strumenti (quali l’OCT e il topografo). Infatti, l’aberrometro fornisce una mappa che permette di valutare la conformazione del fronte d’onda che proviene dall’occhio, ma non di ottenere informazioni sulla struttura oculare che causa le eventuali distorsioni. Quando si può dire se è presente un’aberrazione? L’aberrazione è assente quando un fascio ideale di raggi luminosi, proveniente da una sorgente luminosa posta all’infinito, è costituito da onde rettilinee e parallele, il cui fronte d’onda (la superficie in fase di avanzamento del fascio) è idealmente piano e perpendicolare alla direzione dei raggi. Quando, invece, sono presenti aberrazioni ottiche la superficie del fronte d’onda presenta delle distorsioni rispetto al piano di riferimento. Chiaramente le linee appariranno distorte in corrispondenza dell’aberrazione. Come si esegue? L’esame viene normalmente eseguito senza dilatazione della pupilla (miosi). Quando, al contrario, viene effettuato con pupilla dilatata (midriasi pupillare) si possono ottenere informazioni sulle zone paracentrali e periferiche della retina. Inoltre il diametro pupillare, nelle varie condizioni di luminosità, influisce sulle aberrazioni oculari che vengono esaminate. La dilatazione pupillare, infatti, provoca un minimo – ma comunque significativo – aumento delleMappe ottenute con aberrometria (confronto tra diversi occhi) aberrazioni totali. Quando si esegue? Le informazioni ottenute con l'aberrometria vengono utilizzate in chirurgia refrattiva (laser a eccimeri) al fine di ottenere un’ottimale acuità visiva (sia quantitativamente che qualitativamente). Tuttavia, a livello sperimentale viene impiegata anche per altri fini. Un'équipe spagnola dell'Università di Granada, ad esempio, ha condotto uno studio che ha inteso dimostrare come l'esame possa essere utilizzato persino per diagnosticare precocemente malattie come la cheratite e l'AMD. Infatti, riscontrando anomalie nella diffusione della luce si possono individuare tempestivamente alterazioni morfologiche della cornea e della retina.
 
Di salute (del 05/10/2007 @ 20:01:55, in Lettera A, visto n. 1687 volte)
Indica l'asportazione chirurgica di un organo.
 
Di bentalina (del 16/09/2007 @ 22:09:30, in Lettera A, visto n. 2633 volte)
L'ablefaria è una malattia congenita che consiste nella mancanza della fessura palpebrale, associata ad altre anomalie oculari. Si produce per infezioni contratte durante il corso della gravidanza o in conseguenza di alterazioni genetiche.
 
Di salute (del 05/10/2007 @ 20:02:35, in Lettera A, visto n. 1606 volte)
Interruzione della gravidanza prima che il feto sia in grado di sopravvivere autonomamente dalla madre. L'aborto può essere spontaneo o provocato. Il primo può essere causato da traumi, malformazioni, infezioni o malattie cardiache e renali della madre oppure da malformazioni del feto stesso. Con il riposo a letto, prolungato anche a tutta la durata della gravidanza, e la prescrizione di antispastici per evitare le contrazioni uterine, è spesso possibile evitare una buona percentuale di aborti spontanei. Attualmente si ritiene che alla base degli aborti ripetuti vi siano dei disturbi ormonali. Durante l'aborto spontaneo la placenta e il feto vengono espulsi contemporaneamente sotto l'azione delle contrazioni uterine. Dopo il terzo mese l'espulsione dell'uovo intero è sempre meno frequente e l'aborto assomiglia a un parto normale. Una volta che si è verificato l'aborto è necessario intervenire per evacuare la cavità uterina in caso di ritenzione, per evitare emorragie e infezioni. L'aborto provocato deve avvenire prima dei tre mesi dal presunto concepimento e può essere attuato se sussiste pericolo fisico o psichico per la salute della madre (aborto terapeutico) o in relazione alle condizioni (economiche, sociali e familiari) e alle circostanze (incesto o violenza carnale) in cui è avvenuto il concepimento. L'aborto terapeutico viene praticato dilatando lentamente il collo uterino per mezzo di laminarie o apposite spugne oppure rapidamente con dilatatori e procedendo al raschiamento dell'utero o all'aspirazione endouterina. In quest'ultimo caso l'interruzione di gravidanza viene definita aborto eugenetico. La legge n. 194 del 22 maggio 1978 che regola l'aborto in Italia, confermata anche da un referendum popolare, tende a una soluzione di compromesso tra il diritto alla vita del nascituro e l'equilibrio psicofisico e sociale della madre. Dalle oltre 200.000 interruzioni di gravidanza dei primi anni '80, il numero degli aborti si è stabilizzato attorno alle 140.000 unità all'anno (2000).
 
Di salute (del 05/10/2007 @ 20:04:07, in Lettera A, visto n. 1413 volte)
Escoriazione, scalfittura della pelle, in seguito a incidente o trauma.
 
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