Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
E'una malattia infiammatoria cronica che colpisce prevalentemente le articolazioni ma può riguardare anche il sistema nervoso, l’apparato respiratorio, l’apparato cardiocircolatorio e il sangue. Non si conosce la causa della malattia: si ritiene possa essere provocata da un virus che colpisce un soggetto predisposto geneticamente a sviluppare questo tipo di patologia. È caratterizzata dalla presenza nel sangue di immunocomplessi (complessi antigene-anticorpo) e del fattore reumatoide (anticorpo che lega una porzione di altri anticorpi). Queste sostanze si accumulano soprattutto a livello delle articolazioni, dove scatenano il processo infiammatorio, responsabile del dolore e della rigidità dell’articolazione interessata. I sintomi in questione si manifestano soprattutto al mattino e tendono a diminuire con il movimento. Le articolazioni più colpite sono quelle delle dita della mano, del polso, delle ginocchia, delle spalle, dei gomiti. La terapia si basa sulla somministrazione di farmaci antinfiammatori insieme a norme di comportamento indirizzate a risparmiare i danni alle articolazioni: ginnastica, fisioterapia, uso di supporti che tengano in posizioni corrette le articolazioni durante la notte ecc.
Un ascesso anale è una cavità infetta, ripiena di pus, che si trova vicino all'ano o al retto.
Una fistola anale, spesso il risultato di un ascesso precedente, è un piccolo canale che unisce la ghiandola anale, dalla quale l'ascesso ha preso origine, alla pelle attorno all'ano.
Un ascesso nasce da un'infezione acuta di una piccola ghiandola appena interna all'ano, per l'ingresso di batteri o materiale estraneo nella ghiandola. Alcune condizioni, quali colite o altre infiammazioni intestinali, possono qualche volta rendere queste infezioni più frequenti.
Dopo che un ascesso è stato drenato, può persistere un canale che unisce la ghiandola anale dalla quale l'ascesso ha preso origine alla pelle. Se questo accade, la persistenza di secrezione dall'apertura esterna può indicare la formazione della fistola. Se l'apertura esterna del canale guarisce, si può sviluppare un ascesso ricorrente.
I sintomi di entrambi le indisposizioni comprendono dolore, qualche volta accompagnato da gonfiore, non necessariamente legato alle evacuazioni. Altri sintomi sono: irritazione della pelle attorno all'ano, secrezione di pus (che spesso allevia il dolore), febbre, e sensazione di malessere in genere.
Una fistola si sviluppa nel 50 % di tutti casi di ascesso, e non c'è realmente nessuna via per prevedere se questo accadrà.
Un ascesso viene trattato drenando il pus della cavità infetta, la creazione di un'apertura nella pelle vicino all'ano allevia la tensione. Spesso, questo può essere fatto nell'ambulatorio del dottore usando un anestetico locale. Un ascesso grande o profondo può richiedere ospedalizzazione e l'uso di un diverso metodo di anestesia. L'ospedalizzazione può essere anche necessaria per pazienti soggetti ad infezioni più serie, come i diabetici o le persone con una riduzione del sistema immunitario. Gli antibiotici non sono di solito un'alternativa al drenaggio del pus, perché gli antibiotici sono veicolati dal sangue e non penetrano nei liquidi dentro l'ascesso.
Drenaggio di ascesso perianale
La fistola si deve sempre operare per 3 motivi
... Perché cessino i disturbi
... Perché potrebbe divenire col tempo più profonda e complessa e, dunque, di più difficile cura
... Perché talvolta su una fistola cronica si può instaurare un cancro. Fanno eccezione le fistole associate a morbo di Crohn che se sono asintomatiche è meglio non operare
Un intervento chirurgico è necessario per guarire una fistola anale. Benché il trattamento chirurgico della fistola di solito sia relativamente semplice, esiste sempre il potenziale per complicazioni, per cui è preferibile che sia eseguito da uno specialista in chirurgia colorettale.
Il trattamento della fistola, qualche volta può essere eseguito allo stesso tempo del trattamento dell'ascesso, sebbene la fistola spesso si sviluppi quattro sei settimane dopo il drenaggio di un ascesso e qualche volta mesi o anni più tardi.
La chirurgia della fistola di solito comporta la sezione di una piccola porzione dello sfintere anale per aprire il canale, unire l'apertura esterna ed interna e trasformare il canale in una scanalatura che guarirà spontaneamente dall'esterno.
Talvolta può essere necessario posizionare un setone (filo di seta o di nailon o di gomma) per facilitare la pulizia e la detersione di fistole complesse.
Per fistole che coinvolgono in modo importante l’apparato muscolare sfinterico può essere necessaria una preparazione di un "lembo mucoso": si tratta di una particolare tecnica che permette la pulizia del tragitto fistoloso e la chiusura dell’orifizio all’interno del canale anale con una "pezza" di mucosa del retto, in modo da impedire il passaggio delle feci nel tragitto e favorirne la cicatrizzazione.
Nella maggior parte dei casi, la chirurgia della fistola può essere eseguita su una base ambulatoriale o con un breve ricovero ospedaliero.
Fistulotomia di fistola intersfinterica
Quanto tempo è necessario prima che il paziente si senta bene?
Il disagio dopo una chirurgia per fistola può essere da lieve a moderato durante la prima settimana e può essere controllato con pillole antidolorifiche. La durata del tempo perso dal lavoro o da scuola di solito è minima.
Dopo il trattamento chirurgico di un ascesso o di una fistola è consigliabile un periodo di riposo a casa.
Per il trattamento dell'area interessata sono utili bagni in acqua tiepida tre o quattro volte il giorno. Gli ammorbidenti delle feci (fibre, mucillagini) possono essere di aiuto per evitare che feci troppo dure traumatizzino le ferite.
E' in genere utile portare una garza o un piccolo panno per prevenire che le secrezioni sierose, comuni nei primi periodi dopo l'intervento, sporchino gli indumenti o creino irritazione della pelle sana circostante. I movimenti dell'intestino non influenzano la guarigione per cui non è necessario usare farmaci stiptizzanti.
Anche una normale attività fisica non interferisce con la guarigione delle ferite. La ripresa di una normale attività lavorativa sarà legata alle condizioni del paziente, in ogni caso non è assolutamente necessario attendere una completa cicatrizzazione delle ferite.
Durante il periodo di guarigione è importante un controllo periodico dalla specialista coloproctologo per verificare una corretta evoluzione delle ferite.
Se è adeguatamente guarito, il problema non ritornerà di solito. In ogni caso, è importante seguire le indicazioni del chirurgo colorettale per prevenire la ricorrenza.
Con ascite si intende la presenza di liquido nel peritoneo causata da vari patologie (peritonite, cirrosi epatica, flebiti, nefriti o nefrosi, metastasi del peritoneo, cardiopatie scompensate).
I sintomi consistono nella presenza di addome a globi se il versamento è recente, in un addome gonfio o espanso ai lati se il versamento è più antico.
La diagnosi si effettua tramite ecografia e un prelievo del liquido peritoneale, la terapia prevede antibiotici e antiflogistici, plasma, albumine, dieta iposodica.
Per ascite si intende la presenza di liquido in cavità peritoneale.
La causa in assoluto più frequente è la cirrosi epatica; altre possibili cause sono neoplasie (carcinoma ovarico, gstrico, carcinomatosi peritoneale), insufficienza cardiaca avanzata, trombosi portale, pancreatite acuta, sindrome nefrosica.
Assenza, totale o quasi , di qualsiasi orientamento.
L'individuo non presenta interesse fisico e/o emotivo (e, nella fattispecie, attrazione sessuale) nei confronti di alcun genere sessuale.
L'asessualità non va confusa con l'astinenza sessuale, con la castità o con il celibato, i quali rappresentano soltanto l'eliminazione della pratica sessuale (con conseguente repressione del desiderio naturale): è ad esempio regola comune generalizzata di tutte le forme religiose monastiche (cenobitismo, eremitismo), ma può benissimo esser anche risultato di una personale scelta di vita senza alcun altra implicazione sottesa.
assenza di eiaculazione
In contrapposizione al concetto di accomodamento, definisce la capacità di un soggetto di acquisire nuovi concetti inserendoli nei propri schemi mentali.
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