Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Produzione di sudore dall’odore forte e sgradevole. Può essere costituzionale in alcuni individui oppure può essere il risultato di alterazioni cutanee in alcune zone del corpo. Inoltre a causa di alcune malattie il sudore assume un odore caratteristico.
Farmaco dall'azione analoga a quella della dopamina. Utilizzata nella terapia del morbo di Parkinson per alleviare i tremori e la rigidità di movimento. Un'altra azione della bromocriptina è quella di inibire la secrezione di prolattina, viene quindi impiegato per diminuire o eliminare la secrezione lattea. Tra gli effetti collaterali: nausea, vomito, diarrea, mal di testa, stanchezza e crampi. Inoltre potenzia di effetti tossici dell'alcol e non va associato a diuretici, eritromicina o iosamicina.
Composti del bromo che deprimono l'attività del sistema nervoso centrale. Venivano impiegati come sedativi e antiepilettici. Ora in disuso a causa dei frequenti effetti collaterali.
Dilatazione patologica e permanente di uno o più bronchi causata dal danneggiamento della tonaca elastica e muscolare della parete bronchiale. Le bronchiectasoe localizzate nei bronci prossimali hanno forma cistica (sacculare), quelle che interessano i bronchi distali forma cilindrica (fusiforme). L'instaurarsi di bronchiectasìe ha in genere origine da infezioni batteriche ripetute, spesso compaiono in bambini affetti da fibrosi cistica o in soggetti con ipogammaglobulinemia.
I sintomi nella malattia sono tosse, febbre ed escreato purulento. Viene diagnosticata attraverso broncografia e TAC. La terapia medica è a base di antibiotici, mentre in alcune forme bronchiectasiche è necessario un intervento chirurgico.
Malattia infettiva che insorge qualora si instauri un processo infiammatorio a carico dei bronchioli. Diffusa nei bambini al disotto dell’anno d’età. É causata da un virus respiratorio sinciziale nella maggior parte dei casi ma può essere anche dovuta a Clamidia.
I sintomi inizialmente sono tosse e febbre e poi degenerano in dispnea. Il decorso della bronchiolite è drammatico, ma breve (3 o 4 giorni), è sempre necessario il ricovero in ospedale. La terapia si avvale della somministrazione di ossigeno umidificato, utilizzando apposite tende per ossigenoterapia o culle termiche. Si rende inoltre necessaria l'alimentazione per via venosa. Si somministrano anche antibiotici e broncodilatatori per migliorare la respirazione.
Elemento facente parte dell’apparato respiratorio, di forma tubolare che consiste nella diramazione terminale del bronco. I bronchioli si proseguono negli infundiboli e negli alveoli polmonari.
La bronchite cronica è una patologia delle vie aeree che si sviluppa progressivamente: in Italia si calcola che siano circa sette milioni gli affetti da tale malattia. Come dice il termine stesso, si tratta di un'infiammazione dei bronchi, ovvero l'ultimo tratto del canale respiratorio. I grossi bronchi (destro e sinistro) si biforcano dalla terminazione inferiore della trachea e penetrano nei polmoni ramificandosi nell'albero bronchiale. Il bronco è ricoperto da una mucosa, una sottomucosa e muscoli ed è sostenuto da archi cartilaginei. I grossi bronchi si ramificano in bronchi sempre più piccoli, di I, II, III e IV ordine; gli ultimi (bronchioli) sono ricoperti da un sottile strato epiteliale.
La bronchite cronica dapprima interessa i bronchi più alti dell'albero respiratorio, in seguito coinvolge anche quelli più piccoli e profondi, portando a una riduzione significativa della funzionalità polmonare: il venti per cento circa dei malati prova difficoltà a respirare anche stando seduto o sdraiato, mentre il 68% accusa una respirazione difficoltosa e insufficiente nei movimenti quotidiani. La bronchite si definisce cronica quando colpisce i soggetti per almeno tre mesi e per due anni consecutivi. I sintomi sono quelli classici di tutti i tipi di bronchiti: tosse, sputi mucosi, dispnea (sensazione di difficoltà a respirare), dolore toracico e produzione anomala di catarro, specialmente dopo il riposo notturno.
L'infiammazione, perdurando nel tempo, provoca un ispessimento della mucosa bronchiale, con conseguente riduzione della capacità polmonare. In questa fase i bronchi risultano più "stretti" e la funzionalità respiratoria si riduce: si raggiunge quindi uno stadio della malattia molto grave, detto bronchite cronica ostruttiva (o più precisamente broncopneumopatia cronica ostruttiva) con conseguente riduzione della qualità della vita.
Perdurando lo stato infiammatorio, la principale complicazione è l'enfisema, ovvero la creazione di sacche d'aria in corrispondenza degli alveoli con la perdita di elasticità del tessuto polmonare.
Le cause della bronchite cronica sono in primo luogo il fumo di sigaretta che esercita a livello bronchiale una forte funzione ossidativa, che favorisce il deterioramento del tessuto polmonare. La quasi totalità dei pazienti affetti da bronchite cronica ostruttiva, la forma più grave, è infatti costituita da fumatori. Il primo passo della terapia è quindi smettere di fumare, oltre all'uso di farmaci specifici a base di acetilcisteina in grado di rendere più fluido il catarro e facilitare l'espettorazione. Se la situazione polmonare non è compromessa irrimediabilmente, è possibile intraprendere un programma di riabilitazione respiratoria basato su alcuni semplici esercizi fisici di rieducazione.
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