Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Studio radiografico delle vie urinarie, ottenuto iniettando il mezzo di contrasto attraverso cateteri adatti introdotti attraverso l'uretra, la vescica e l'uretere fino al bacinetto renale.
Infezione che coinvolge la vescica, gli ureteri e i bacinetti renali (ossia le vie urinarie che collegano i reni alla vescica). I microrganismi più frequentemente responsabili di cistopielite sono Escherichia coli Proteus, Pseudomonas aeruginosa, stafilococchi e streptococchi. I sintomi sono: febbre che, preceduta da brivido intenso, raggiunge rapidamente i 39-40 °C, per scendere poi bruscamente e ripetersi nei giorni seguenti con le stesse caratteristiche; dolore localizzato alla loggia renale, che s'irradia verso il basso fino alla radice della coscia; frequente stimolo a urinare; presenza di globuli bianchi o di pus nelle urine, che assumono un aspetto torbido. La terapia consiste nel riposo assoluto, nella somministrazione di chemioterapici e antibiotici, e nell'eventuale rimozione delle cause favorenti (stasi urinaria, malformazione delle vie urinarie, calcoli ecc.). La cistopielite è particolarmente frequente durante la gravidanza.
Esame clinico che consente la misurazione della capacità vescicale e della pressione endovescicale.
tumore benigno di riscontro più frequente nell'ovaio, meno in altri organi (per esempio, pancreas), costituito da cisti con cavità unica o multipla. Si distinguono diversi tipi: quello sieroso ha la più alta probabilità di degenerazione maligna, è più spesso bilaterale (nell'ovaio) e impone un attento controllo postoperatorio. La distinzione tra forme benigne e maligne (cistoadenocarcinomi) è graduale e si possono reperire forme intermedie (cosiddette borderline). I cistomi possono in qualche caso raggiungere notevoli dimensioni senza sintomi particolari. La terapia è chirurgica.
Visualizzazione della vescica urinaria all'indagine radiografica. Il mezzo di contrasto radiografico può essere introdotto per via endovenosa o attraverso l'uretra. Nel primo caso (cistografìa da eliminazione) la vescica viene visualizzata nella fase terminale dell'esame urografico (quando cioè il mezzo di contrasto è stato filtrato dal rene e, attraverso gli ureteri, si è accumulato nella vescica). Nel secondo caso (cistografìa retrograda) il mezzo di contrasto viene iniettato attraverso un catetere introdotto dall'esterno nella vescica. La cistografìa è indicata per la diagnosi di calcoli vescicali, neoplasie, malformazioni congenite o dovute a ipertrofia prostatica ecc. È di uso meno frequente in seguito all'introduzione dell'ecografia vescicale.
Spostamento in basso della vescica. Il cistocele è più frequente nella donna e si associa perlopiù al prolasso uterino (progressiva discesa verso il basso dell'utero) e si presenta come una bozza sporgente all'interno della vagina. Il cistocele si manifesta con disturbi quali esagerata frequenza dello stimolo associata a difficoltà urinarie. Nel maschio, il cistocele può presentarsi come ernia inguinale, più raramente come ernia crurale, otturatoria o perineale (in relazione al punto in cui la parete vescicale si insinua e fa sporgenza). In questi casi il contenuto dell'ernia è rappresentato appunto dalla parete vescicale.
Tumore benigno di riscontro più frequente nell'ovaio, meno in altri organi (per esempio, pancreas), costituito da cisti con cavità unica o multipla. Si distinguono diversi tipi: quello sieroso ha la più alta probabilità di degenerazione maligna, è più spesso bilaterale (nell'ovaio) e impone un attento controllo postoperatorio. La distinzione tra forme benigne e maligne (cistoadenocarcinomi) è graduale e si possono reperire forme intermedie (cosiddette borderline). I cistomi possono in qualche caso raggiungere notevoli dimensioni senza sintomi particolari. La terapia è chirurgica.
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