Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Organo cavo piriforme, situato nella fossa cistica, sotto la faccia inferiore del fegato, con il fondo volto verso la parete addominale anteriore. Lunga circa 10 cm e larga 3,5-4, ha un volume di circa 40 ml e pareti muscolo-membranose, rivestite internamente da mucosa. La colecisti ha la funzione di raccogliere e concentrare la bile tra un pasto e l'altro e di immetterla nel duodeno.
Malattia parassitaria che colpisce specialmente bovini e suini, i quali si infettano mangiando cibo contaminato dalle uova dei vermi Taenia saginata o Taenia solium. Le uova nell'intestino rilasciano una larva che, superata la parete intestinale, entra nel circolo ematico e va ad annidarsi nei muscoli, dove forma una cisti biancastra del diametro di 5-10 millimetri. Ci si infetta mangiando carni contaminate, crude o poco cotte, di bovino (Taenia saginata) o di suino (Taenia solium): nell'intestino umano dalla cisti si sviluppa la tenia (verme solitario). Raramente la cisticercosi può interessare un soggetto già portatore di Taenia solium intestinale in seguito ad autocontagio fecale-orale. Anche nell'intestino umano si sviluppa un embrione che per via ematica può andare ad annidarsi nei vari tessuti. I sintomi sono legati alla sede in cui si è localizzata la cisti. La terapia è chirurgica.
Formazione patologica benigna cava con parete continua, a concamerazioni uniche o multiple, costituita da membrana connettivale con rivestimento interno epiteliale e a contenuto vario. Le raccolte di liquido non delimitate da membrana vengono definite pseudocisti, mentre le raccolte di pus vengono definite ascessi.
Di forma generalmente rotondeggiante, possono presentarsi singolarmente o in numero variabile. Una volta formata, una cisti, può scomparire da sola o dover essere rimossa chirurgicamente.
Le cisti, reperibili in organi e tessuti diversi, possono essere congenite, parassitarie e acquisite.
Le cisti congenite, nascono da adesioni di pieghe nello stadio embrionale, o possono essere causate da infiammazioni, come ad esempio nel caso di borse sierose che si sviluppano in prossimità di articolazioni. Talvolta sembrano comparire senza causa apparente.
In alcuni casi le cisti rappresentano uno stadio del ciclo vitale di alcuni parassiti, come l'echinococco.
La maggior parte delle cisti presenti nel corpo sono di tipo benigno (disfunzionali). Queste, a volte, producono ostruzione dei vari condotti del corpo creando ostacolo alle naturali secrezioni e vengono classificate come neoplasie
Il trattamento varia dalla semplice enucleazione della cisti tramite curette alla sua resezione. Ci sono cisti che regrediscono autonomamente e l'unico trattamento è l'osservazione di possibili sintomi collegati o infezioni.
Si formano nel follicolo capillare. Sono per lo più rilevate sul cuoio capelluto. Sono lisce all'esterno e contengono cheratina. Sono ereditate per via genetica. Raramente, queste cisti crescono formando rapidamente dei tumori trichilemmali, chiamati cisti trichilemmali proliferanti, che sono benigni ma crescono aggressivametne nel sito cistico. Molto raramente, le cisti trichilemmali evolvono in senso maligno.
Può essere rimossa chirurgicamente con anestesia locale tramite una semplice incisione della cute con totale rimozione del contenuto, sempre nel rispetto delle comuni regole di asepsi.
Raccolta sottocutanea di materiale grasso, semisolido, costituita principalmente da cheratina, sebo e cellule morte.
Si presenta come una massa tondeggiante rilevata, palpabile ed indolente. Può raggiungere dimensioni anche di 5 o 6 cm.
In genere si forma in seguito ad occlusione di una ghiandola sebacea. A causa di questa occlusione, la ghiandola non può smaltire la secrezione che continua a prodursi portando alla formazione della raccolta.
Questo tipo di cisti può comparire in tutte le zone del corpo, esclusa la pianta del piede e il palmo della mano. Il cuoio capelluto, le orecchie, le braccia e il torace sono le sedi più comuni; altra sede comune di insorgenza nei soggetti di sesso maschile è lo scroto.
Può essere rimossa con anestesia locale tramite una semplice incisione della cute con totale rimozione del contenuto, sempre nel rispetto delle comuni regole di asepsi. Questo tipo di procedura risolve completamente il problema e la probabilità che la cisti si riformi è molto bassa.
Lesioni benigne del parenchima renale che, non connesse a nessun tipo di ereditarietà, possono essere multiple o, più frequentemente, singole e che insorgono in reni di dimensioni normali. Tale definizione è importante poiché identifica questa entità patologica differenziandola dalla malattia policistica renale autosomica dominante, patologia con un peggiore profilo prognostico.
Si localizzano prevalentemente nella corticale del rene ed hanno un diametro che normalmente non supera i 5 cm. In alcuni rari casi sono state descritte cisti di dimensioni maggiori ai 10 cm. La parete della cisti è composta da un epitelio di tipo cubico, grigiastro, in genere atrofico e a volte contornato da esili tralci fibro-connettivali. Il contenuto della cisti è un liquido chiaro, trasparente, talora citrino o siero-ematico. Esiti traumatici od emorragici possono dare origine a fenomeni calcifici.
Cisti di consistenza molle rivestita da epidermide che può contenere annessi cutanei (peli, abbozzi dentali, cheratina). Frequente la localizzazione nella zona sacro-coccigea, al centro del torace e al collo. Può talora andare incontro a processi infiammatori e suppurativi.
La terapia è esclusivamente chirurgica. La maggior parte dei chirurghi preferisce non intervenire nella fase di ascessualizzazione perché l'infiammazione e l'infezione vanificherebbero gli effetti dell'anestesia locale e costringerebbero ad un allargamento dei margini di asportazione. L'intervento va invece effettuato quando il processo patologico è regredito. Consiste nell'esplorazione accurata dei tramiti fistolosi con sonde e con coloranti e nell'asportazione completa, in blocco, di tutta la parte malata contenente la cisti e le fistole. Poiché secondo la teoria di J. Bascom la cisti pilonidale è una malattia acquisita squisitamente “dermatologica”, essa come tale va trattata, con escissioni e suture multiple ma di pochi millimetri (a “chicco di riso”) degli orifizi cutanei esterni situati sulla linea mediana posteriore della regione sacro-coccigea. Eventuali ampie suture in corrispondenza della linea mediana posteriore per motivi meccanici tendono, quasi sempre, ad aprirsi, e qualora fosse necessario una detersione dei piani tessutali più profondi questi vanno raggiunti attraverso una incisione laterale, che, invece, tende a guarire con estrema semplicità. Successivamente all’intervento di Bascom, la ripresa delle normali attività è, solitamente, molto più rapida rispetto ad interventi più demolitori. Un'altra tecnica per l'asportazione di ciste, utilizza una forma di laparoscopia sperimentata in Israele . Tale tecnica introdotta in Italia dall Dott. Di Castro comporta l'utilizzo di lame circolari (trefine) che asportano sia il tessuto malato che il contenuto della cisti o della fistola. Non si avrà quindi un taglio ma la presenza di piccoli forellini del diametro di 2,6 millimetri che arriveranno subito a guarigione consentendo, il giorno successivo all'intervento, di riprendere la normale attività.
|
<
|
ottobre 2024
|
>
|
L |
M |
M |
G |
V |
S |
D |
| 1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
31 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|