Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Muscolo dell'occhio che controlla l'accomodazione a distanza.
Fa parte della tonaca vascolare del bulbo oculare, si ritrova adeso al corpo ciliare, da esso alcune fibre partono finendo sulla capsula del cristallino.
La sua funzione è quella di regolare la vista negli oggetti posti più lontani e quelli più vicini tramite stimolazione, che permette all'occhio (previa stimolazione parasimpatica) di aumentare il potere diottrico del cristallino; tale funzione è maggiore nei bambini, e minore negli anziani.
Ganglio nervoso situato nella cavità orbitaria tra il nervo ottico ed il muscolo retto laterale. Il ganglio ciliare è connesso con: 1) nervo nasociliare, ramo del n. oftalmico, per mezzo della radice sensitiva (da essa arrivano al ganglio fibre sensitive che non si interrompono in esso); 2) nervo oculomotore per mezzo della radice parasimpatica (da essa arrivano fibre motorie parasimpatiche dal nucleo di Edinger-Wesphal, che si interrompono nel ganglio); 3) radice simpatica (da essa arrivano al ganglio fibre simpatiche dal plesso perivavascolare che non si interrompono nel ganglio in quanto sono fibre post gangliari che provengono dai ganglio della catena paravertebrale).
Dal ganglio originano i nervi ciliari brevi.
La radice parasimpatica, origina dal ramo del nervo oculomotore diretto al muscolo obliquo inferiore e consta di fibre pregangliari provenienti dal nucleo di Edinger-Westphal, che prendono sinapsi nel ganglio ciliare. Le fibre postgangliari decorrono nei nervi ciliari brevi e si portano al muscolo sfintere della pupilla e al muscolo ciliare. Le fibre sensitive (per la cornea e per la sclera) raggiungono il ganglio ciliare attraverso la radice sensitiva e senza contrarre alcun rapporto funzionale con il ganglio stesso fuoriescono attraverso i nervi ciliari brevi per portarsi alla cornea ed alla sclera. Le fibre simpatiche (che provengono dal plesso perivascolare) attraversano il ganglio senza nessun rapporto funzionale e si portano ad innervare prevalentemente i vasi del bulbo oculare, sebbene alcune di esse sono state descritte portarsi al muscolo ciliare.
È bene ricordare che oltre ai nervi ciliari brevi, all’occhio arrivano anche i nervi ciliari lunghi i quali sono rami del nervo nasociliare (oftalmico) che contengono fibre simpatiche (che provengono dal plesso perivascolare) per il muscolo dilatatore della pupilla.
L’innervazione da parte dei nervi ciliari brevi e lunghi dei muscoli della pupilla è importante nei riflessi di miosi (restringimento della pupilla) e di midriasi(dilatazione della pupilla) che si attuano per l’adattamento dell’occhio alla luce).
I nervi ciliari entrano nell’occhio perforando la sclera.
Insieme alla coroide e all'iride,fa parte della tonaca vascolare o uvea del bulbo oculare. Il corpo ciliare inizia in corrispondenza della giunzione sclerocorneale, la sua porzione anteriore si attacca alla parte periferica dell' iride, e posteriormente si estende sino all'ora serrata. La parte principale del corpo ciliare è costituita da un anello muscolare (il muscolo ciliare) che si proietta verso l'interno dell'occhio, ed è rivestito da un epitelio ripiegato su se stesso a formare delle creste, definite processi ciliari, sulle quali si inseriscono i legamenti sospensori (o fibre zonulari) del cristallino.
Termine che si riferisce prevalentemente alle ciglia palpebrali, costituite dall'insieme di peli setolosi che orlano le palpebre, più lunghi e folti sul lembo superiore. Per analogia con queste, sono dette ciglia (o, più precisamente, ciglia vibratili) anche le appendici di tipo filamentoso disposte attorno alla superficie di alcune cellule o a corpi batterici, con un'estremità che penetra nel citoplasma attraverso la parete cellulare; ne sono provvisti alcuni protozoi e alcuni epiteli dell'organismo umano (vie respiratorie, mucosa nasale ecc.) dove hanno la funzione di rimuovere materiali estranei, di proteggere le vie respiratorie, di facilitare lo spostamento di cellule.
Curvatura fisiologica dorsale della colonna vertebrale, con concavità anteriore intesa in senso antero-posteriore ed è pertanto visibile di profilo. Quando l'angolo della cifosi supera i 35° si parla di ipercifosi, dorso curvo o, nel linguaggio popolare, di gobba; in questo caso rientra nella classificazione dei dismorfismi (o paramorfismi) o deformità sagittali del rachide.
In età adolescenziale può essere causata da una postura errata, mentre in età avanzata è spesso conseguenza dell'osteoporosi. Le ipercifosi o cifoscoliosi sono spesso associate a malattie quali l'atassia spastica (patologia legata a lesioni del cervelletto o delle vie cerebellari). In tali casi la compressione progressiva cui è sottoposta la gabbia toracica va a comprometterne gli organi interni come il cuore e i polmoni. Questo disturbo è favorito da alcuni sport, in particolare dal canottaggio e dal ciclismo.
uò essere curata grazie a una correzione della postura, all'uso di busti e ad attività ginnica opportuna. In età avanzata è difficilmente curabile.
Alterazione della colonna vertebrale, in cui si associano una deviazione in senso antero-posteriore (cifosi) e una deviazione in senso laterale (scoliosi).
Tratto d'intestino che corrisponde alla prima porzione del crasso, e corrisponde al tratto situato al di sotto della giunzione ileociecale, tra l'ileo e il colon ascendente. Dal cieco prende origine l'appendice vermiforme.
Presenta la forma di una ampolla a superficie irregolare con tre sporgenze, che si trova sotto il colon destro ascendente.
Dalla faccia mediale del cieco si distacca l'appendice vermiforme, ormai ciò che resta di uno stomaco antico. A volte essa si può infiammare causando dolore e necessitandone l'asporto.
Il cieco si trova sul piano che collega l'ombelico alla spina iliaca superiore anteriore di destra: diviso in tre parti esso è il punto che divide il primo terzo con il secondo. Il piano di separazione tra cieco e colon ascendente è un piano passante per il labbro superiore della valvola ileociecale. Vi è uno sfintere funzionale detto sfintere del Busi.
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