Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Infiammazione del corpo ciliare, perlopiù associata a processo infiammatorio a carico dell'iride, per cui si parla di iridociclite, o uveite anteriore.
Colpisce ambo i sessi, si presenta generalmente tra i 30 e i 40 anni, i dati sono troppo pochi per altre informazioni.
E' caratterizzata da annebbiamento visivo, e tardivamente, cataratta. Spesso correlata con eterocromia. È responsabile di circa il 2/3% dei casi di uveite.
Si ritiene che sia una patologia autoimmune, perché in molti pazienti si è riscontrata la presenza di autoanticorpi a distruzione dell'epitelio corneale. La causa esatta rimane sconosciuta.
I fattori scatenanti possano essere rintracciati negli agenti infettivi erpetici della rosolia o della toxoplasmosi.
La prognosi è generalmente buona.
Sostanza dolcificante 30 volte superiore a quello dello zucchero. Trova impiego nell'alimentazione dei diabetici come sostituente della saccarina o in associazione con essa, rispetto alla quale ha sapore più gradevole. È stata avanzata l'ipotesi di una possibile attività cancerogena.
La pelle isola e protegge l’organismo dagli agenti esterni. In caso di ferita, la cute avvia un fenomeno biologico naturale: la cicatrizzazione.
La cicatrizzazione rappresenta un processo complesso di riparazione durante il quale l’organismo blocca l’emorragia, risana e richiude la ferita. Il tessuto leso quindi si ricostruisce e il danno viene riparato.
La cicatrizzazione si può schematicamente dividere in 3 fasi, caratterizzate da attività cellulari specifiche che portano alla riepitelizzazione cutanea seguendo sequenze cronologiche precise e collegate le une alle altre. Ogni fase è importante.
Fase 1: durata da 2 a 4 giorni. Innanzitutto si forma un coagulo ad opera delle piastrine che blocca il sanguinamento. Successivamente si innescano una serie di reazioni per difendersi da microbi e corpi estranei, combattendo così le infezioni. Il tessuto necrotico ed eventuali microrganismi patogeni vengono eliminati tramite l'attivazione di cellule specifiche che detergono la ferita. In questa fase si ha anche una contrazione della ferita, che accelera la guarigione in quanto riduce lo spazio che il tessuto neoformato deve occupare.
Fase 2: durata da 10 a 15 giorni. Si viene a formare il tessuto di granulazione, costituito da macrofagi, fibroblasti e una ricca rete di vasi neoformati. I fibroblasti iniziano a produrre fibre di collagene e di elastina. L’epitelio si forma con un meccanismo di scivolamento delle cellule epiteliali indenni dal trauma. Insieme a questo scivolamento le cellule dell’epitelio iniziano a riprodursi più velocemente. Nello stesso tempo, la ferita si contrae permettendo un riavvicinamento dei bordi fino a una totale chiusura. Questa fase è importante per evitare conseguenze a livello estetico. La cicatrizzazione non è uguale per tutti, in genere più la pelle è scura e la persona è giovane maggiori sono i rischi di una cicatrice antiestetica. Alcune zone del corpo, inoltre, cicatrizzano meno bene di altre (petto, sterno, schiena e articolazioni).
Fase 3: durata da 2 mesi a 2 anni. Durante questa fase si ha una continua formazione e rimodellamento di collagene ed elastina. Anche la neoformazione di vasi aumenta andando a costituire una ricca rete vascolare. La cicatrice continua poi lentamente il suo processo di maturazione e modellamento che può durare fino a due anni.
Farmaci impiegati per ripristinare l'integrità della cute e delle superfici mucose alterate per azione di agenti traumatici, chimici, fisici o infettivi, in quanto favoriscono i processi riparativi dei tessuti stimolando la rigenerazione degli epiteli o delle strutture connettivali. I principali sono: la vitamina A, gli estrogeni, il collagene, la vitamina C, le vitamine del gruppo B e alcuni farmaci capaci di migliorare l'irrorazione sanguigna e l'ossigenazione dei tessuti (estratti embrionali, idrolisati proteici, aminoacidi, farmaci vasodilatatori). L'impiego di questi prodotti deve avvenire con moderazione, tempismo (in base agli stati e alle condizioni della lesione), e cercando di non inumidire o macerare troppo la ferita. Possono dare fenomeni di sensibilizzazione.
Sali dell'acido cianidrico, del quale hanno la stessa velenosità e lo stesso meccanismo d'azione sull'organismo (vedi cianidrico, acido). I più comuni cianuri sono quelli di bario, di ferro, di sodio, di potassio, usati in vari settori industriali.
Colorazione bluastra della cute e delle mucose determinata da condizioni patologiche. È dovuta all'aumento nel sangue capillare dell'emoglobina ridotta (legata cioè all'anidride carbonica). Manifestazioni cianotiche possono comparire durante un'anestesia generale, per malformazioni cardiache o malattie polmonari.
Malformazioni cardiache nelle quali si ha un abnorme passaggio diretto di sangue dal settore destro della circolazione a quello sinistro, senza passare attraverso la circolazione polmonare. In queste condizioni il sangue non può essere adeguatamente ossigenato e determina la comparsa di cianosi.
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