Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Farmaco alcaloide contenuto nella corteccia di piante della china (genere Cinchona). Ha azione cardiodepressiva, che provoca diminuzione dell'eccitabilità miocardica, allungamento del periodo refrattario, rallentamento della conduzione atrioventricolare. Trova impiego sotto forma di solfato acido, di gluconato e di cloridrato nella terapia delle aritmie cardiache (flutter e fibrillazione atriale, tachicardia parossistica, extrasistoli).
Sofferenza provocata dai movimenti impressi passivamente al corpo da mezzi di trasporto (nave, auto, aereo ecc.), o da giostre, altalene ecc. Questi movimenti agiscono sull'organo vestibolare dell'orecchio interno, mettendo in funzione gli otoliti e stimolando le terminazioni del nervo vestibolare, che per via riflessa è deputato a mantenere l'equilibrio, informando la corteccia e il cervelletto circa le sensazioni di posizione del corpo. L'arco nervoso riflesso attraversa il bulbo, dove prende strette connessioni con il nucleo del nervo vago, che a sua volta, in via riflessa, dà luogo alla sintomatologia: sensazione di malessere generale, cefalea, vertigini, scialorrea, profusa sudorazione fredda, pallore, sonnolenza e nei casi più gravi nausea e vomito. Di norma la sindrome si risolve rapidamente appena cessano le sollecitazioni meccaniche che l'hanno prodotta; può essere prevenuta mettendosi a giacere supini con la testa in direzione della marcia. Si cura con farmaci antichinetosici.
La chinesi terapia è quella parte della riabilitazione che serve per il potenziamento muscolare. La rieducazione motoria, quale terapia del movimento (chinesiterapia), mira a ristabilire la normale funzionalità muscolare, miofasciale, articolare e di coordinazione del movimento di uno o più arti e, di conseguenza, di tutto il corpo. Viene effettuata, in genere, inizialmente in maniera passiva e poi attiva. E' indispensabile in caso di interventi chirurgici a carattere ortopedico, sia come preparazione ad esso che, in seguito, come riabilitazione. Essa risulta inoltre determinante nel trattamento delle patologie a carattere neuro-motorio. Evita o limita il formarsi dei blocchi articolari . Stimola esercizi di propriocettività. Evita atteggiamenti viziati e corregge posture anomale per eventuale perdita di schema corporeo.
Le tecniche più usate sono: massaggio (sfioramento, impastamento, frizione, tapping e clapping), massaggi vibratori.
Occorre considerare che, quando siamo in presenza di un trauma, le lesioni anatomiche interessano anche i recettori sensoriali con conseguente alterazione dei meccanismi propriocettivi ossia della "lettura" dello spazio circostante, da parte dei recettori, e della trasmissione delle informazioni alle strutture nervose centrali le conseguenze pratiche saranno carenza/distorsione della coscienza della posizione nello spazio delle varie parti del corpo e della loro coordinazione nel movimento.
D'altra parte anche per ottenere la massima efficienza nelle prestazioni sportive e nei gesti quotidiani, è indispensabile un ottimale "controllo" neuro-muscolare-articolare. Rieducare i riflessi propriocettivi risulta fondamentale, oltre che per fini riabilitativi, anche per le performance sportive e come prevenzione in generale.
Dal punto di vista psichico il movimento praticato durante una malattia o un’affezione mantiene alto il morale; inoltre agisce sulla circolazione nutrendo i tessuti, evita o rallenta osteoporosi , edemi da stasi, e dal punto di vista circolatorio presenta un effetto pompaggio, aumentando la gittata venosa , arteriosa e linfatica. La figura preposta a tale attività operativa è la fisioterapista. Pertanto la chinesi terapia rappresenta uno dei punti di partenza della riabilitazione. I suoi obiettivi sono il recupero del deficit anatomo-funzionale totalmente o parzialmente reversibile, la ricerca di meccanismi di compesi vicarianti, attraverso cui conseguire un conseguente adattamento all’ambiente.
L’esercizio muscolare attivo guidato dal fisioterapista — e poi, quando è possibile, ripetuto per proprio conto dai singoli pazienti — ha come primo scopo quello di salvare il muscolo dall’atrofia. Lo stato atrofico, cioè la degenerazione anche biologica delle cellule, è d’altra parte, nel caso del tessuto muscolare, una conseguenza inevitabile di un lungo periodo di immobilità. Al contrario, la forza e la resistenza dei muscoli — due caratteristiche che non sono perfettamente sovrapponibili e che sono conseguenza quindi di movimenti qualitativamente diversi — sono proporzionali alla durata e all’intensità dell’esercizio fisico. Un secondo effetto della chinesiterapia è quello di attivare la circolazione del sangue, prima di tutto alla periferia dell’organismo.
Quando il muscolo, producendo il suo sforzo, si contrae, esso lavora in assenza di sangue per la compressione dei vasi: ma il rilassamento muscolare invoca al contrario un afflusso di sangue corrispondente allo sforzo compiuto. Ripetendo il movimento di contrazione e rilassamento, la circolazione sanguigna avviene dunque con intensità nettamente superiore a quella registrata nello stato di riposo.
Mentre la massa muscolare è in esercizio, si aprono inoltre al suo interno una grande quantità di nuovi capillari, attraverso i quali il sangue continua ad affluire anche quando il muscolo ha cessato di agire. Parallelamente all’incremento della circolazione locale aumenta naturalmente la temperatura della massa muscolare e il ritmo cardiaco. Il primo fatto è senz’altro positivo per il ricambio dei tessuti, il secondo è positivo se il cuore non viene troppo affaticato. Ma l’effetto forse più importante di una buona chinesiterapia è l’acquisizione di un forte controllo nervoso dei meccanismi del movimento. In realtà anche nell’individuo normale la padronanza nervosa delle proprie abilità manuali o motorie deriva soltanto da un lungo esercizio: così è per il pianista che vuole «comandare» alle sue dita di muoversi sempre più velocemente o per il ginnasta che vuole controllare al centimetro le sue evoluzioni.
Ma anche per restaurare schemi elementari di movimento che la malattia ha cancellato o per imparare comportamenti nuovi, non esiste altra via che la ripetizione dell’esercizio muscolare: un esercizio che deve essere talmente preciso e costante da saper «svegliare» circuiti nervosi fino ad allora inutilizzabili.
Gran parte della disabilità sono conseguenti funzionali di eventi morbosi, in grado di incidere sulla vita, e a volta sulla sopravvivenza dell’individuo. Il movimento è lo strumento diretto, grazie al quale l’uomo entra in contatto con l’ambiente fisico e sociale che gli pone i problemi che deve quotidianamente risolvere. Un paraplegico, un broncopneumopatico, un miocardiopatico hanno in comune l’impossibilità di salire le scale. Ora i limiti della cinesologia sono davvero infiniti. Lo studio dei movimenti possono essere ricondotti sia a fibrocellule muscolari, articolazioni, che ad area associative del cervello nell’elaborazione delle informazioni per la progettazione del gesto volontario. Quindi nel considerare i movimenti del corpo umano dobbiamo tener conto che il segmenti non sono liberi di muoversi ma sono vincolati ad altri segmenti quali muscolari ed articolari. Parte indiscindibile della cinesologia sono quindi:
Bilancio articolare nelle sue escursioni articolari (quali ad esempio flesso/est. Add/abd, rotazione , supinazione, pronazione, ecc.)
Bilancio muscolare che serve per evidenziare deficit di forza oltre che movimento in completo scarico contro forza di gravità e contro resistenza o nessuna traccia di contrazione
Cinchona succirubra, famiglia Rubiacee, pianta di cui si usa in terapia la corteccia dei rami di esemplari vecchi di almeno 15-20 anni. Tale corteccia contiene chinina, chinidina, cinconina, cinconidina, chinotannici e altre sostanze alcaloidi. È un ottimo amaro, tonico generale, febbrifugo, antimalarico, astringente intestinale ed emostatico. Si utilizza nelle dispepsie atoniche gastrointestinali, nelle febbri e nelle metrorragie. La tintura madre è più attiva degli estratti acquosi, come il decotto, perché la maggior parte dei componenti non è solubile in acqua.
Polipeptide prodotto e secreto dalla porzione esocrina del pancreas. Assieme agli altri componenti del succo pancreatico viene riversato durante la digestione nel duodeno, dove la tripsina lo trasforma in chimotripsina.
Enzima intestinale che si forma nel duodeno per azione della tripsina sul precursore inattivo chimotripsinogeno, componente del succo pancreatico; idrolizza i legami peptidici che nelle proteine tengono insieme le catene di aminoacidi.
È uno degli interventi per l'ernia del disco. L'ernia si scioglie iniettando nel disco intervertebrale, in anestesia totale o parziale, un enzima proteolitico estratto dalla papaia, la chimopapaina.
Questa tecnica è ormai poco diffusa; è utilizzata solo per ernie in fasi iniziali, quando il disco non è ancora totalmente fuoriuscito dalla sede. La principale controindicazione è l'allergia nei confronti delle proteine di papaia.
Risultati. L'ernia scompare e nel 70-80% dei casi il recupero richiede al massimo sei settimane. Tuttavia, è possibile che il dolore persista anche fino a tre mesi dopo l'intervento.
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