Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Proteina macromolecolare, contenuta principalmente nel latte; rappresenta infatti circa l'80% delle proteine del latte vaccino e il 45% delle proteine totali del latte umano.
Forma di necrosi di tessuti, indotta nella tubercolosi dal bacillo di Koch (Mycobacterium tuberculosis): le cellule che occupano il centro della lesione tubercolare si trasformano in una massa opaca di colore giallastro. La massa caseosa così formatasi può riassorbirsi, oppure (come si verifica molto più di frequente) fluidificarsi per autolisi: si producono in tal modo i rammollimenti e le ulcerazioni tubercolari che, per esempio, nel polmone, danno luogo alle caverne tubercolari. Lesioni caseose si verificano anche in altre patologie, come la sifilide, la blastomicosi, la sarcoidosi, la malattia da graffio di gatto.
Farmaco antipertensivo della categoria dei beta-bloccanti. Agisce infatti bloccando i recettori beta-adrenergici ma anche tramite vasodilatazione arteriolare. Trova indicazione per il trattamento dell'ipertensione arteriosa, della cardiopatia ischemica e dello scompenso cardiaco.
Piccola escrescenza carnosa dalla forma di papilla.
si tratta di un disturbo caratterizzato da un accrescimento congenito dei dotti maggiori delle vie intraepatiche, spesso legato a fibrosi portale simile a quella epatica congenita
La carnosina è una molecola composta da alanina e istidina, due aminoacidi, e pertanto viene definita dipeptide. Si trova in quantità rilevanti nei tessuti muscolari. Ha un effetto antiossidante e regolatorio dei livelli intracellulari nelle cellule miocardiche, oltre a svolgere un ruolo di molecola anti-invecchiamento.
La carnitina è una sostanza identificata per la prima volta nel 1905 da Gulewitsch e Krimberg nell'estratto di muscolo bovino. È sintetizzabile dall'organismo a partire da due amminoacidi: lisina e metionina.
Una carenza di carnitina può essere in relazione con varie patologie, fra cui la sindrome da affaticamento cronico e quella da morte improvvisa. Nel 1973, sono stati descritti per la prima volta gli effetti della carenza di carnitina in associazione ad una miopatia grave con accumulo di acidi grassi non ossidati nel muscolo scheletrico. La sindrome è da allora nota come deficit primario di carnitina.
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