Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Farmaco ad azione immunosoppressiva, il cui meccanismo d'azione consiste principalmente nell'inibizione della replicazione dei linfociti T. Viene utilizzata correntemente per abolire la reazione di rigetto conseguente ai trapianti d'organo.
Termine introdotto dallo psichiatra tedesco E. Kretschmer ad indicare un disturbo dell'umore, caratterizzato da periodi alternanti di depressione e di ipomania. Per parlare di ciclotimia, l'alternanza dei due stati deve protrarsi per almeno due anni. Talvolta ci sono dei periodi di normalità, in cui l'umore è stabile, che non durano però per più di due mesi.
L'individuo ciclotimico soffre dunque l'alternarsi di periodi di iperattività, creatività e spirito di iniziativa, con periodi di ipersonnia, apatia, lentezza di riflessi e difficoltà nella concentrazione; normalmente durante le fasi di ipomania intraprende progetti anche grandiosi affrontati con grande entusiasmo per poi essere abbandonati appena sopraggiunge la fase depressiva. Tuttavia i sintomi dell'ipomania e della depressione non sono mai così gravi da compromettere gravemente la vita sociale e lavorativa dell'individuo. La ciclotimia è una forma meno invalidante del disturbo bipolare.
Questo disturbo è comune nei parenti di pazienti con disturbo bipolare e alcuni individui possono sviluppare loro stessi la patologia. Può permanere sino all'età adulta, cessare temporaneamente e permanentemente, o svilupparsi in disturbo dell'umore più grave sino a raggiungere i criteri del disordine bipolare o di episodi di depressione.
I sintomi differiscono a seconda che la persona si trovi nella fase distimica o in quella euforica.
Fase distimica
Spesso si riscontrano i seguenti sintomi: difficoltà di prendere decisioni; problemi di concentrazione; disturbi di memoria; senso di colpa; ipercriticità; scarsa stima di sé stessi; pessimismo; pensieri auto-lesionisti; sentirsi spesso triste; apatia; disperazione; impotenza; irritabilità; irascibilità; demotivazione; ritiro dalla vita sociale; modifiche dell'appetito; caduta del desiderio sessuale; affaticamento o insonnia.
Fase euforica
I sintomi più frequenti sono: inusuale euforia e buon umore; eccesso di ottimismo; sovrastima di sé stessi; scarsa capacità di giudizio; accelerazione della parola e del pensiero; comportamenti aggressivi e ostili; poco interesse verso gli altri; agitazione; iperattività fisica; comportamenti rischiosi; spese folli; esibizionismo; aumentata energia sessuale; diminuzione della necessità di dormire; facilità alla disattenzione; difficoltà di concentrazione.
Sigla della coagulazione intravascolare disseminata, sindrome emorragica o emorragico-trombotica dovuta alla comparsa in circolo di una notevole attività procoagulante, che causa l'innesco intravascolare della coagulazione del sangue con consumo e diminuzione nel sangue di piastrine, fibrinogeno e altri fattori della coagulazione, con attivazione secondaria della fibrinolisi e anemia emolitica microangiopatica. Può presentarsi sotto forma acuta oppure cronica. La forma acuta è una grave emergenza ematologica, caratterizzata da fenomeni emorragico-trombotici a carico di cervello, reni, polmoni, cute, fegato, ghiandole endocrine, da stato di shock con rapida evoluzione fatale. Può essere causata da agenti esterni quali veleni di serpente, setticemia, viremia, malaria, anafilassi, traumi, interventi chirurgici, ustioni, leucemie, distacco della placenta, morte intrauterina del feto. Nella forma cronica, molto più frequente di quella acuta e a decorso meno grave, prevalgono le manifestazioni trombotiche, soprattutto a livello venoso, e l'anemia da cause meccanico-emolitiche. È comune in corso di neoplasie, malattie epatiche croniche, linfomi, malattie del collagene, endocarditi, cardiopatie congenite.
Tratto d'intestino che corrisponde alla prima porzione del crasso, e corrisponde al tratto situato al di sotto della giunzione ileociecale, tra l'ileo e il colon ascendente. Dal cieco prende origine l'appendice vermiforme.
Presenta la forma di una ampolla a superficie irregolare con tre sporgenze, che si trova sotto il colon destro ascendente.
Dalla faccia mediale del cieco si distacca l'appendice vermiforme, ormai ciò che resta di uno stomaco antico. A volte essa si può infiammare causando dolore e necessitandone l'asporto.
Il cieco si trova sul piano che collega l'ombelico alla spina iliaca superiore anteriore di destra: diviso in tre parti esso è il punto che divide il primo terzo con il secondo. Il piano di separazione tra cieco e colon ascendente è un piano passante per il labbro superiore della valvola ileociecale. Vi è uno sfintere funzionale detto sfintere del Busi.
Alterazione della colonna vertebrale, in cui si associano una deviazione in senso antero-posteriore (cifosi) e una deviazione in senso laterale (scoliosi).
Curvatura fisiologica dorsale della colonna vertebrale, con concavità anteriore intesa in senso antero-posteriore ed è pertanto visibile di profilo. Quando l'angolo della cifosi supera i 35° si parla di ipercifosi, dorso curvo o, nel linguaggio popolare, di gobba; in questo caso rientra nella classificazione dei dismorfismi (o paramorfismi) o deformità sagittali del rachide.
In età adolescenziale può essere causata da una postura errata, mentre in età avanzata è spesso conseguenza dell'osteoporosi. Le ipercifosi o cifoscoliosi sono spesso associate a malattie quali l'atassia spastica (patologia legata a lesioni del cervelletto o delle vie cerebellari). In tali casi la compressione progressiva cui è sottoposta la gabbia toracica va a comprometterne gli organi interni come il cuore e i polmoni. Questo disturbo è favorito da alcuni sport, in particolare dal canottaggio e dal ciclismo.
uò essere curata grazie a una correzione della postura, all'uso di busti e ad attività ginnica opportuna. In età avanzata è difficilmente curabile.
Termine che si riferisce prevalentemente alle ciglia palpebrali, costituite dall'insieme di peli setolosi che orlano le palpebre, più lunghi e folti sul lembo superiore. Per analogia con queste, sono dette ciglia (o, più precisamente, ciglia vibratili) anche le appendici di tipo filamentoso disposte attorno alla superficie di alcune cellule o a corpi batterici, con un'estremità che penetra nel citoplasma attraverso la parete cellulare; ne sono provvisti alcuni protozoi e alcuni epiteli dell'organismo umano (vie respiratorie, mucosa nasale ecc.) dove hanno la funzione di rimuovere materiali estranei, di proteggere le vie respiratorie, di facilitare lo spostamento di cellule.
|
<
|
settembre 2024
|
>
|
L |
M |
M |
G |
V |
S |
D |
| | | | | | 1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
|
|
|
|
|
|
|