Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Sinonimo di enema e di clistere. Introduzione nel retto-colon di mezzi di contrasto per lo studio radiologico del grosso intestino. Si parla di clisma opaco quando viene somministrata una sostanza opaca ai raggi X (in genere solfato di bario in soluzione acquosa), con lo scopo di dimostrare in modo grossolano la presenza di lesioni malformative, diverticolari o neoplastiche. Il clisma a doppio mezzo di contrasto è basato sull'introduzione di aria associata al solfato di bario, che consente una valutazione molto più precisa di tutto l'intestino crasso; viene preferito nella diagnosi di colite ulcerosa, malattia di Crohn del colon, colite ischemica, diverticolosi, polipi e tumori del colon-retto.
Di bob (del 18/01/2012 @ 13:34:08, in Lettera C, visto n. 2818 volte)
Esame radiologico utilizzato per diagnosticare sintomi dell’intestino crasso come sanguinamento rettale, diarrea cronica, alterazioni dell'alvo, dolore addominale, e malattie o alterazioni specifiche come stenosi, occlusioni intestinali, poliposi, alterazioni della motilità dei visceri, diverticolosi e cancro al colon.
Ci sono due tecniche principali: clisma opaco convenzionale e clisma opaco a doppio contrasto. In entrambe le tecniche vene introdotto per via rettale un tubicino ben lubrificato e una volta posizionato, viene rilasciato un mezzo di contrasto radiopaco, generalmente bario solfato. Questo tipo di operazione può essere agevolata dall’insufflazione di aria di un piccolo palloncino posizionato sulla punta della sonda, tale da favorire la ritenzione del bario all’interno del colon. Le manovre di riempimento provocano uno stimolo all’evacuazione che deve essere controllato fino a quando non si riceve il via libera del personale. A quel punto, svuotato l’intestino, è necessario sottoporsi a ulteriori radiografie.
Nel clisma opaco a doppio contrasto, al termine dell’evacuazione viene insufflata aria nel colon per favorire la distensione delle pareti e generare immagini di migliore qualità. Ciò rende il colon a doppio contrasto preferibile rispetto alla tecnica convenzionale.
La durata dell’esame varia a seconda della collaborazione del paziente, ma generalmente oscilla tra i 20 e i 40 minuti.
Il clisma opaco richiede una preparazione di alcuni giorni, durante i quali si raccomanda di evitare alimenti integrali, frutta, verdure, legumi, pane, pasta, zucchero, vino, liquori e cibi grassi. Sono consentiti, invece, carne alla griglia, pesce bollito, brodo, riso e uova sode. Il giorno precedente è opportuno integrare la dieta (particolarmente leggera quasi esclusivamente liquida) con preparazioni lassative.
Questo tipo di esame non viene eseguito in gravidanza, poiché i raggi x potrebbero danneggiare il nascituro. Sebbene non sia una procedura ad alto rischio, esiste la possibilità, durante l’insufflazione, di perforazione della parete intestinale specie in pazienti con diverticoli. In questo caso si dovrà procedere a un intervento chirurgico di chiusura. Piccoli sanguinamenti, invece, possono verificarsi in presenza di varici del plesso emorroidario.
Il clisma opaco non deve essere eseguito con mezzo di contrasto baritato in presenza di una emorragia e/o perforazione intestinale, poiché il bario non viene assorbito dall’organismo ma deve essere rimosso chirurgicamente. E’ sconsigliato l’utilizzo anche in presenza di diverticoli. In questi casi il clisma opaco viene eseguito impiegando un mezzo di contrasto iodato, solubile e riassorbibile.
Sinonimo di enema e di clisma. Introduzione nel retto-colon di mezzi di contrasto per lo studio radiologico del grosso intestino. Si parla di clisma opaco quando viene somministrata una sostanza opaca ai raggi X (in genere solfato di bario in soluzione acquosa), con lo scopo di dimostrare in modo grossolano la presenza di lesioni malformative, diverticolari o neoplastiche. Il clisma a doppio mezzo di contrasto è basato sull'introduzione di aria associata al solfato di bario, che consente una valutazione molto più precisa di tutto l'intestino crasso; viene preferito nella diagnosi di colite ulcerosa, malattia di Crohn del colon, colite ischemica, diverticolosi, polipi e tumori del colon-retto.
Il cloasma è un'accumulo di melanina nell'epidermide (melasma superficiale) o nel derma (melasma profondo) a carico di alcune aree fotoesposte del viso, nei soggetti predisposti. Per una stima della profondità del pigmento può essere utile osservare la paziente con una lampada di Wood. Il cloasma può insorgere in gravidanza, in seguito all'assunzione di contraccettivi orali e in tutte quelle situazioni più o meno occasionali di dominanza estrogenica (eccesso di estrogeni non bilanciato dal progesterone). Per la terapia del cloasma, si possono utilizzare diversi rimedi (es. creme ad alto fattore di protezione solare, sieri schiarenti o depigmentanti, alcuni tipi di peeling, laser, luce pulsata, radiofrequenza, etc), da valutare ognuno al momento della visita medica in base ad eventuali rischi o benefici, anche se per alcune forme di cloasma dermico o di vecchia data, non sempre si ottengono risultati apprezzabili, nonostante le nuove tecnologie e la correttezza delle terapie impiegate.
Il termine indica, in generale, una di molte copie identiche di qualcosa. In genetica ha varie accezioni. Può indicare una colonia di cellule geneticamente identiche derivanti dalla moltiplicazione di un unica cellula iniziale; oppure può indicare un individuo prodotto dalla cellula somatica di un altro individuo (come la pecora Dolly). Infine clone può indicare una di molte copie di un frammento di DNA, propagate all'interno di un vettore o prodotte mediante PCR (polymerase chain reaction).
E' una malattia causata da è un verme, il Clonorchis sinensis, appartenente ai Platelminti Trematodi. Diffuso in Corea, Giappone, Taiwan, Cina meridionale, delta del fiume Rosso nel Vietnam, Hong Kong.
Eziologia
I vermi adulti di C. sinensis vivono nei dotti biliari. Le uova vengono eliminate con le feci e le cercarie liberate da lumache infette infettano una varietà di pesci d'acqua dolce. L’uomo si infetta per ingestione di carne, cruda o mal cotta, di pesci o di gamberi contenenti le larve del parassita. Queste ultime vengono rilasciate nel duodeno, entrano nel dotto biliare comune e migrano nei dotti biliari intraepatici più piccoli (o occasionalmente nella vescica e nei dotti pancreatici), dove maturano in vermi adulti in circa 1 mese. Le forme adulte possono vivere 20 anni.
Sintomi e segni
Le forme lievi possono anche non manifestare alcun sintomo nelle infestazioni massive invece si possono avere gravi complicazioni quali: ittero da ostruzione delle vie biliari extraepatiche, colangite suppurativa che può portare alla comparsa di ascessi nel fegato, pancreatite, tumori maligni del fegato. I casi clinici si presentano soprattutto negli adulti, quando il numero dei vermi diviene > 500. I segni iniziali includono febbre, brividi, dolore epigastrico, epatomegalia dolorabile, ittero lieve ed eosinofilia. Successivamente, la diarrea diventa un sintomo comune; una colangite cronica può progredire in fibrosi portale nelle infestazioni massive. La fibrosi portale può essere associata a ipertensione, cirrosi e atrofia del parenchima epatico. L'ittero è spesso provocato da ostruzione biliare per una massa di fasciole o per formazione di calcoli. Altre complicanze comprendono il colangio-carcinoma e la pancreatite cronica.
Diagnosi
La diagnosi è confermata dal rinvenimento di uova nelle feci o nel succo duodenale. Le uova sono difficili da distinguere da quelle di Metagonimus, Heterophyes e Opisthorchis. I livelli di fosfatasi alcalina e bilirubina possono essere elevati; l'eosinofilia è variabile. La diagnostica per immagini può documentare l’ostruzione delle vie biliari extraepatiche. . La colangiografia transepatica percutanea spesso mostra dilatazione dei dotti intraepatici biliari. I vermi adulti sembrano difetti di riempimento rotondeggianti. Nella malattia sintomatica acuta la scintigrafia epatica è spesso negativa, ma può mostrare aree multiple di assorbimento diminuito.
Profilassi e terapia
I pesci d'acqua dolce devono essere ben cotti e non consumati crudi, in salamoia o a bagno nel vino. Il praziquantel è molto efficace (25 mg/kg PO tid per 2 giorni). L'ostruzione biliare può richiedere l'intervento chirurgico.
Farmaci
Chemicetina, Cloramfenicolo, Mycetin, Sificetina, Vitamfenicolo.
Indicazioni
Nel trattamento di infezioni da germi sensibili al cloramfenicolo. Come collirio per la cura di infezioni oculari esterne e in particolare nelle blefariti, dacriocistiti, congiuntiviti, cheratiti causate da germi sensibili al cloramfenicolo. Gli ovuli vaginali sono usati nel trattamento di infezioni sostenute da microrganismi sensibili anche in caso di flora batterica mista (vaginiti, cerviciti, cervico-endometriti). La soluzione otologica viene usata per trattare infezioni del canale uditivo esterno. Uso topico: infezioni cutanee. Profilassi antibatterica in traumatologia e in chirurgia.
Controindicazioni
È controindicata in caso di ipersensibilità individuale accertata al prodotto.
Interazioni
Sono conosciute interazioni con aceto esamide, anticoagulanti orali,clorpropamide, sali di ferro, antidiabetici orali, tolbutamide, destrano, fenitoina, vitamina B12.
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