Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Displasia diafisaria
Detto anche Helicobacter è un genere di batteri a forma di uncino, comprendente due specie (Campylobacter jejuni e Campylobacter fetus) responsabili di un'infezione gastrointestinale chiamata "diarrea acuta dei viaggiatori". Sono sensibili all'eritromicina. Un'ulteriore sottospecie (Campylobacter pylori) è stata individuata in forma di agglomerati nelle biopsie da gastrite e da ulcera duodenale, di cui sembra essere responsabile. La terapia per l'ulcera peptica è infatti basata sull'eradicazione dell'Helicobacter pylori che si ottiene per mezzo di schemi di terapie antibiotiche mirate.
Di Admin (del 20/12/2011 @ 16:12:10, in Lettera C, visto n. 2715 volte)
Deformità permanente delle articolazioni interfalangee che colpisce in genere quelle prossimali.
Di solito è bilaterale. Può presentarsi anche alle dita dei piedi, e il secondo dito è quello più frequentemente coinvolto.
Si può avere una forma sporadica oppure può far parte di una sindrome malformativa. Può essere quindi isolata oppure trasmessa con modalità autosomica dominante.
Insieme dei punti dello spazio percepiti da un occhio immobile che guarda davanti a sé sul prolungamento dell'asse ottico.
Il campo visivo varia in rapporto alle condizioni di luminanza ambientale: si hanno quindi un campo visivo fotopico (in piena luce), uno scotopico (nel crepuscolo pieno, o di notte) e uno mesopico (in penombra o quasi crepuscolo), in relazione all'attività soprattutto dei coni o dei bastoncelli o di entrambi. Alterazioni del campo visivo si producono in caso di sofferenza retinica, o delle vie di conduzione, o dei centri corticali collegati alla retina; in corso di glaucoma o per affezioni funzionali dell'apparato visivo (manifestazioni isteriche). La valutazione del campo visivo si effettua mediante la campimetria o la planimetria.
E' definibile come la porzione di spazio che un occhio immobile percepisce di fronte a sè.
Il C.V. normale si estende oltre i 90° temporalmente, 60° nasalmente e superiormente e circa 70° inferiormente, assumendo così una sorta di forma OVOIDALE.
Un difetto campimetrico è rappresentato da qualsiasi alterazione della forma normale del campo visivo.
Nel campo visivo normale esistono inoltre alcuni punti caratteristici: uno di questi è la cosiddetta "Macchia Cieca" localizzabile intorno ai 10°- 20° temporali che individua il punto di origine del nervo ottico (papilla ottica) privo di fotorecettori per la presenza delle guaine mieliniche che ricoprono il nervo. In alcune patologie la Macchia Cieca può risultare allargata rispetto alle sue normali dimensioni (glaucoma, neurite, papillite).
In genere nella vita normale non si percepisce questo piccolo punto di non visione grazie alla sovrapposizione binoculare dei due campi visivi dei due occhi.
Il campo visivo è analizzabile attraverso dei Perimetri che possono essere Manuali o Computerizzati.
L'analisi del campo visivo oltre che in Oftalmologia per lo studio delle sofferenze retiniche causate da glaucoma, diabete, rotture retiniche ecc. è molto importante anche per il Neurologo in quanto gli permette di visualizzare i danni alle vie ottiche retro-bulbari, chiasmatiche, retrochiasmatiche fino alla corteccia visiva provocati da patologie ischemiche, tumorali, traumatiche e neurologiche di vario tipo.
Tornando all'ambito prettamente oftalmologico si può dire che l'esame del campo visivoè l'esame fondamentale, insieme alla misurazione del tono oculare, da effettuare periodicamente (da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 1 anno) nello studio dell'andamento del glaucoma.
Sappiamo inoltre che le alterazioni del campo visivo in questa patologia si evidenziano dopo anni dall'insorgenza del glaucoma cronico non curato ed è quindi importante intervenire prima che questi deficit si manifestino.
Misurazione del campo visivo.
Di prova (del 29/05/2007 @ 14:32:25, in Lettera C, visto n. 1548 volte)
(Matricaria chamomilla, famiglia Composite), pianta erbacea, comune e abbondante. I fiori sono usati in terapia come calmante antinevralgico e antispastico. I principali costituenti sono un principio amaro, acido antemico e azulene. È usata sia per affezioni nevralgiche (sciatalgie, mialgie, dolori reumatici) sia per fenomeni spastici dell’apparato gastrointestinale e degli annessi (gastrite, crampi di stomaco, enterite, dismenorrea e metrorragia). Si usa l’infuso dei fiori, tanto più efficace quanto più prolungato; alcuni consigliano la macerazione per almeno un’ora. Si usa anche esternamente, in impacchi e lavaggi, come collutorio, collirio e per irrigazioni.
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