Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Vedi colite
Che cos'è il Coloboma: L'anoftalmia, la microftalmia ed il coloboma ottico rappresentano le tre piu' frequenti malformazioni oculari causate dall'alterazione dei normali processi alla base dello sviluppo dell'occhio.
La anoftalmia (la cui frequenza e' di circa 1/100000) e' la condizione caratterizzata dall'assenza completa di uno o entrambi gli occhi.
La microftalmia (circa 10 casi /100000) e' la condizione caratterizzata dalla presenza di occhi piu' piccoli rispetto alla norma.
La parola "coloboma" deriva da una termine greco antico che significa letteralmente "mutilazione". Questa condizione (dai 10 ai 20 casi/100000) e' causata dalla mancata chiusura della fessura ottica, una struttura transitoria presente durante lo sviluppo dell'occhio. Cio' fa si' che si creino delle alterazioni a carico di varie strutture oculari quali l'iride, la coroide e, nei casi piu' gravi, la retina ed il nervo ottico, con conseguenti gravi disturbi della visione.
Le cause: Si ritiene che circa i 2/3 dei casi abbiano natura genetica. A tutt'oggi, solo per pochi geni e' pero' stato dimostrato un coinvolgimento nell'insorgenza di queste condizioni nell'uomo, come nel caso dei geni CHX10 (in alcune forme di microftalmia) e PAX2 (in alcuni casi di coloboma ottico associato a malformazioni renali). Altri geni sono "sospettati", in base all'analisi di modelli sperimentali, di giocare un ruolo in queste malformazioni oculari, come ad esempio i geni Rx, Vax1 e Vax2 solo per citarne alcuni.
Farmaci
Iruxol.
Indicazioni
Pomata usata per la detersione e la disinfezione di abrasioni, cicatrici e piaghe di qualsiasi origine e localizzazione, coadiuvante della cicatrizzazione..
Controindicazioni
È controindicato in caso di ipersensibilità individuale accertata verso uno dei componenti del prodotto.
Interazioni
Non sono state evidenziate interazioni con altri farmaci.
Colite è un termine che indica una generica infiammazione del tratto di intestino denominato colon. La genericità del termine porta con sé grande confusione perché in realtà si confondono sintomi con patologie.
Dal punto di vista patologico si possono identificare:
a) sindrome del colon irritabile o colite spastica. È la colite più comune e meno grave, causata da un colon facilmente irritabile con sintomi banali, ma spesso molto fastidiosi (dolori addominali, stitichezza o, al contrario diarrea).
b) Coliti infettive. Sono quelle provocate da un agente esterno: tifo, paratifo, tubercolosi addominale, yersinia, sighella, ameba, Cytomegalovirus, schistosomiasi ecc.
c) Coliti ischemiche, causate da un deficit dell'apporto di sangue al colon.
d) Colite da antibiotici o di origine chimica (mercurio).
e) Morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa. Sono patologie serie le cui cause non sono ancora note.
Sindrome del colon irritabile - Poiché si tratta di una malattia dell'apparato digerente, molti ritengono che sia collegata a cause alimentari. In realtà non è affatto così, anzi, il più delle volte è legata a stress psichici e/o (più raramente) fisici. Una cattiva alimentazione o determinati alimenti possono aggravarla, ma il consiglio migliore è migliorare la propria vita dal punto di vista psicologico.
Ciò che è importante notare è che gli alimenti "negativi" non sono gli stessi per tutti i soggetti; il che comporta che è necessario un esame individuale della dieta proposta, in quanto indicazioni generali spesso falliscono. Il paziente può cioè adottare una strategia simile a quella indicata per le intolleranza alimentari, escludendo e/o inserendo l'alimento incriminato e verificando la reazione personale.
Gli alimenti a rischio
Latte
Dolcificanti (sorbitolo, fruttosio ecc.)
Marmellata
Frutta: pesche, pere, prugne
Verdura: cavoli, carciofi, spinaci, cipolla, rucola, cetrioli, sedano
Fibre e cibi integrali (in alcuni soggetti migliorano la situazione, in altri la peggiorano)
Spezie
Caffè, tè, Coca Cola e bevande contenenti caffeina
Bibite gassate
Altri alimenti sono a rischio indiretto, come per esempio tutti quelli ricchi di sale (dadi per brodo, insaccati) perché inducono a bere più del dovuto.
La preferenza va poi a piatti semplici, non elaborati, da gustare in perfetta tranquillità. L'attività fisica (dapprima moderata, poi a intensità crescente) può essere utile ad allenare l'intestino a una certa motilità fisiologica. La limitazione dei fattori di stress o una loro migliore gestione è poi una delle armi migliori contro la colite.
La colina è una sostanza organica classificata come nutriente essenziale. Ci si riferisce ad essa anche come vitamina J, ed è accostata a volte alle vitamine del Gruppo B.
È uno degli elementi costituenti dei lipidi che formano la membrana cellulare e del neurotrasmettitore acetilcolina.
La colina è presente soprattutto nelle uova, nei semi di soia, nel fegato di vitello e di tacchino. Se ne trovano tracce in molti altri alimenti.
È una malattia infettiva acuta, endemica o epidemica, causata da un vibrione (Vibrio choleraeasiaticae, impropriamente noto anche come bacillo virgola , di cui esistono vari tipi immunologicamente differenziabili) osservato da F. Pacini nel 1854, isolato e coltivato da R. Koch in Egitto nel 1882; e detto anche, più dettagliatamente, colera asiatico, per distinguerlo sia dal cosiddetto cholera nostras, espressione alquanto generica in uso precedentemente all'isolamento dell'agente causale del colera asiatico, per designare varie forme di grave enterite simili ma non identificabili con quest'ultimo, sia dal colera suino, affezione di natura virale dei suini con manifestazioni gastroenteriche e polmonari. Il colera è caratterizzato da violente scariche diarroiche (liquide, scolorate, con fiocchi bianco-giallastri di muco), vomito, crampi muscolari, arresto della secrezione urinaria e collasso. Il colera ha ancor oggi, cosi come in tempi remoti, il suo principale focolaio endemico in India nella regione del delta del Gange. Nel XIX secolo con l'aumento del traffico attraverso le grandi vie commerciali terrestri e marittime, ha inizio la serie delle grandi pandemie in tutti i continenti. La prima comparsa in Italia è del 1832. I bacilli si trovano sempre nelle feci dei colerosi, le quali costituiscono cosi la principale fonte d'infezione diretta o indiretta. Nella diffusione del colera sono importanti i cosiddetti portatori sani, che ospitano nel loro intestino, e quindi eliminano, i vibrioni per mesi e anni. Il periodo d'incubazione va da poche ore a pochi giorni (3-6). Pervenuti nell'intestino, i vibrioni stessi provocano una grave enterite desquamativa, con imponente diarrea, causa di grave disidratazione, e quindi cefalea, apatia, dolori muscolari, ipotensione e collasso talora mortale specialmente nelle forme ipertossiche. La mortalità che in passato è giunta a superare la percentuale del 50% si è oggi ridotta al 2-3%. Per la diagnosi di certezza (necessaria nei casi sporadici) occorrono esami batteriologici (colture e identificazione sierologica dei microrganismi). La cura, che richiede l'isolamento degli individui ammalati, è soprattutto reidratante (fleboclisi, ipodermoclisi) e chemioterapica (sulfoguanidina, alcuni antibiotici, tetracicline e sulfamidici). La profilassi richiede l'attuazione di rigorose norme individuali e generali: pulizia personale, disinfezione degli ambienti, scrupolosa igiene alimentare, lotta contro le mosche, ecc. La vaccinazione è il metodo curativo e preventivo più efficace: una sola iniezione crea una solida immunità che compare dopo una settimana e si prolunga per oltre sei mesi. Misure di sorveglianza internazionale sui trasporti terrestri, navali e aerei sono state regolamentate dalla Convenzione Sanitaria internazionale di Parigi (1926), confermata a Washington nel 1944.
Cholera infantum, in pediatria, sindrome gastroenterica caratterizzata da abbondanti vomiti acquosi e da diarrea profusa, d'aspetto liquido-sieroso. Tale diarrea si distingue chiaramente da quella del vero colera per la mancanza di fetidità e dei tipici granuli risiformi. L'aggravamento sopravviene rapido, con disidratazione, stato tossico e, in genere, ipotermia. Si cura con dieta inizialmente idrica, ipodermoclisi, fleboclisi a gocce, e analettici. Lo stadio acuto può essere in tal modo superato, per quanto la mortalità rimanga abbastanza alta: una ripresa alimentare oculata può condurre a guarigione.
Organo cavo piriforme, situato nella fossa cistica, sotto la faccia inferiore del fegato, con il fondo volto verso la parete addominale anteriore. Lunga circa 10 cm e larga 3,5-4, ha un volume di circa 40 ml e pareti muscolo-membranose, rivestite internamente da mucosa. La colecisti ha la funzione di raccogliere e concentrare la bile tra un pasto e l'altro e di immetterla nel duodeno.
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