Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
La caffeina è un alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè – in quanto parte del complesso chimico teina –, cola, guaranà, mate e nelle bevande che ne derivano.
Si tratta della sostanza psicoattiva più popolare al mondo per via della diffusione di bevande consumate in ogni angolo della terra come caffè, tè e bibite gassate contenenti cola.
La caffeina è uno stimolante del sistema nervoso centrale ed è utilizzata anche in campo medico, oltre che nell'uso comune, in caso di sonnolenza. L'utilizzo regolare e prolungato di caffeina porta a tolleranza e assuefazione. Viene assorbita dallo stomaco nel giro di 45 minuti.
Bevanda aromatica, facente parte degli alimenti nervini, cioè di quei prodotti vegetali che contengono modeste quantità di sostanze ad azione farmacologica tonica ed eccitante (caffeina). Il valore nutritivo del caffè è minimo.
Il caffè:
- favorisce la secrezione sia di acido cloridrico nello stomaco (è quindi controindicato in caso di ulcera peptica e di gastrite), sia dei succhi biliari nel duodeno;
- interviene sull'attività intestinale aumentando la peristalsi (perciò è sconsigliato a chi soffre di colon irritabile);
- Aumenta la pressione sanguigna.
Poiché le modalità di preparazione, l'assuefazione, l'assunzione a digiuno o dopo i pasti, la soglia individuale di stimolazione variano in larga misura, non è possibile indicare un comportamento generale al quale attenersi: è, comunque, consigliabile distanziarne le assunzioni per evitare il facile accumulo di caffeina nell'organismo e quindi la comparsa di effetti tossici. Il caffè è sconsigliabile alle persone iperemotive, irritabili o sofferenti d'insonnia, agli ipertiroidei, ipertesi e cardiopatici in genere, a chi soffre di gastrite e di ulcera, alle donne gravide e ai bambini.
Il caffè decaffeinato può essere consumato da chi si è visto proibire l'uso del caffè (eccetto che nelle ulcere peptiche, in cui anche il caffè decaffeinato è controindicato).
Il corpo dopo la morte; gli accertamenti medico-legali avvengono dopo la cessazione di tutte le funzioni vitali (attività nervosa, respirazione, circolazione) o, in certi casi, di alcune di esse separatamente, e sono volti a dimostrare l'avvenuto decesso, il suo probabile momento, e le cause. Dati importanti vengono forniti dallo studio dei fenomeni cadaverici, cioè dall'insieme dei segni osservabili nell'organismo dopo la morte. Si distinguono segni negativi e positivi: i primi sono incoscienza, immobilità, assenza di respirazione e circolazione, ipostasi, raffreddamento, rigidità; i secondi, distruzione dei tessuti e putrefazione.
Allucinazione olfattiva caratterizzata da percezione di odori sgradevoli (per esempio, odore di uovo marcio o di zolfo). È tipica delle cosiddette "crisi uncinate", che compaiono nell'epilessia temporale o a causa di un tumore del lobo temporale del cervello, che comprime il giro ippocampale (giro uncinato).
Vaschette di sottili sfoglie di farina (ostie) usate per contenere farmaci in polvere; prima di inghiottirlo si deve ammorbidirlo con acqua.
Stato di graduale decadimento psichico e fisico caratterizzato da astenia, anoressia, dimagrimento progressivo, anomalie del quadro metabolico generale, progressiva e accentuata diminuzione delle difese immunitarie dell'organismo, rallentamento delle capacità psichiche. Situazione complessa, riscontrabile in molte gravi malattie, ma tipica soprattutto dei tumori maligni. Si ritiene che i fenomeni caratteristici della cachessìa dipendano in quest'ultimo caso dalla elaborazione e dalla liberazione da parte della neoplasia di sostanze ad azione tossica, fra le quali ha recentemente assunto importanza il fattore di necrosi tumorale (Tumoral Necrosis Factor, o TNF).
La cachessia consiste in uno stato di graduale indebolimento biologico caratterizzato da una involontaria perdita di massa muscolare, non causata da una dieta.
Dal punto di vista clinico, la cachessia può insorgere in associazione a diverse patologie croniche infiammatorie, al cancro, ad infezioni, a cardiopatie e a diverse altre malattie a sviluppo progressivo e con prognosi negativa.
Dal punto di vista sintomatologico, invece, allo stato di debilitazione fisica si presentano anche dolore, alterazioni del gusto, anoressia, nausea e depressione. Questo deperimento può essere il risultato di diverse condizioni: denutrizione, malattie infettive o autoimmuni, tossico dipendenze o tumori.
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