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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
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Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 21/02/2011 @ 16:16:08, in Lettera D, visto n. 1346 volte)
Articolazione mobile, in cui tra i due capi articolari è presente una cavità, grazie ad essa le due superfici possono scorrere liberamente l'una sull'altra. Le diartrosi (per esempio, della spalla, dell'anca, del metacarpo) consentono in genere ampi movimenti. Nelle diartrosi le superfici articolari sono molto lisce perché ricoperte di un sottile rivestimento cartilagineo (la cartilagine articolare), la capsula articolare è costituita da un involucro detto membrana fibrosa, che avvolge l’articolazione fissandosi ai contorni delle superfici articolari. In alcune parti questa membrana è rafforzata da fasci fibrosi che ricevono il nome di legamenti articolari. Sulla sua superficie interna si trova una sottile lamina, anch'essa di natura connettivale, la membrana sinoviale. La cavità articolare è riempita da un liquido che lubrifica le pareti, il liquido sinoviale.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 21/02/2011 @ 16:06:00, in Lettera D, visto n. 987 volte)
Anomala emissione di feci liquide o poltacee, con aumento nella frequenza delle evacuazioni. È spesso accompagnata da vomito e febbre. Può essere causata da patologie dell'apparato digerente tra cui l’ipermotilità intestinale, modificazioni delle abitudini alimentari (diarrea del viaggiatore), infezioni, può essere anche innescata da allergie verso alcuni alimenti, da intossicazione. La diarrea può portare a disidratazione e collasso vascolare. Accanto al trattamento specifico dei fattori causali (antibiotici intestinali), si somministrano astringenti intestinali, antispastici e antidiarroici di sintesi che aumentano anche il riassorbimento di acqua e diminuiscono la motilità intestinale. Inoltre si deve provvedere alla reidratazione con soluzioni fisiologiche o glucosate.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 21/02/2011 @ 13:31:17, in Lettera D, visto n. 1191 volte)
Processo di migrazione, tramite movimenti di tipo ameboide, con cui gli elementi figurati ematici (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) attraversano le pareti dei capillari.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 21/02/2011 @ 16:05:28, in Lettera D, visto n. 1037 volte)
Tecnica che applica il principio della dialisi alla membrana peritoneale Si attua introducendo nella cavità peritoneale una sonda collegata al contenitore del liquido dialitico che viene fatto defluire nella cavità, ove permane per un paio d'ore, depurando la cavità. Le sostanze tossiche presenti nel sangue passano nel liquido dializzante ed eliminate attraverso la stessa sonda d’entrata. Tale tecnica presuppone l'integrità della membrana peritoneale. La sua maggiore complicazione è la peritonite.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 21/02/2011 @ 13:41:35, in Lettera D, visto n. 1326 volte)
Tipo di dialisi detta anche emodialisi, che si avvale dell'uso di un apparecchiatura nota come “rene artificiale”. Il sangue del paziente viene fatto passare attraverso una membrana che può essere attraversata solo da piccole molecole. L’emodialisi consente la sopravvivenza di pazienti con patologia renali gravi o del tutto privi di reni.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 21/02/2011 @ 13:43:15, in Lettera D, visto n. 1023 volte)
Metodo di cura per pazienti con funzionalità renale compromessa, consistente in una tecnica di depurazione del sangue fondata sui processi fisico-chimici. Lo scopo è quello di liberare l’organismo da sostanze indesiderate o tossiche, soprattutto scorie azotate, che non possono essere sufficientemente eliminate dai reni.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 21/02/2011 @ 13:23:58, in Lettera D, visto n. 951 volte)
Insieme delle indagini che si usano per accertare l’esistenza di malattie fetali. Le tecniche possono essere divise in dirette ed indirette. Quelle dirette o invasive sono l’amniocentesi, la biopsia dei villi coriali (villocentesi o CVS) e la funicolocentesi (o cordocentesi), che consentono di ottenere cellule del feto da analizzare in termini biochimici e genetici. Le tecniche indirette sono non invasive, come il tritest e il duotest, e consentono di individuare le gravidanze con rischio aumentato per patologie malformative e vengono anche definite come indagini di screening per anomalie fetali. Si basano sul dosaggio di marcatori sierici materni, su valutazioni delle ecografie e dei i fattori di rischio materni. Le tecniche dirette, che comportano un rischio di aborto, seppur piccolo, vengono indicate quando l'età materna sia superiore ai 35 anni, quando vi siano figli precedenti con anomalie cromosomiche, o genitori con riarrangiamenti cromosomici o familiarità per malattie genetiche o malattie metaboliche, o ancora quando vengano rilevate anomalie del feto all’esame ecografico o test di screening risulti positivo.
 
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