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 Informazione medica libera per una salute senza condizionamenti... di Admin
Vogliamo creare uno strumento aperto a tutti che consenta a ognuno di noi, di qualunque estrazione sociale e grado d'istruzione, di qualunque tendenza politica e religiosa, di accedervi liberamente esprimendo le proprie considerazioni.

Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 18/02/2011 @ 12:06:18, in Lettera D, visto n. 1578 volte)
Stato psicopatologico contrassegnato da abbassamento del tono dell'umore, abbattimento, prostrazione fisica e psichica. Un certo grado di malinconia deve essere considerato un normale turbamento dell'umore, ma scade nella depressione quando non è più possibile ripristinare un adeguato equilibrio affettivo. Esistono forme diverse di depressione, in parte differenziabili sulla base delle diverse possibili cause o concause (lesioni organiche, malattie generali concomitanti, substrati biologici come deficit di neuromediatori, fattori genetici e psicodinamici). Accanto alla tristezza, alla disistima, al disinteresse e alla scarsa capacità di iniziativa, sono spesso presenti nel depresso sentimenti di insicurezza, senso di indegnità, irrequietezza, ansia; quasi costanti l'insonnia (risvegli precoci), la diminuzione del desiderio sessuale, l'affaticabilità; frequenti i disturbi neurovegetativi (mal di testa, vertigini, turbe funzionali cardiovascolari). Spesso, specie nelle forme maggiori, si accompagna a fantasie autolesive che possono sfociare in tentativi di suicidio. Una classificazione delle depressioni permette di distinguere forme maggiori (depressione endogena) e forme minori (depressioni nevrotiche e reattive). Le prime rientrano nell'ambito delle psicosi e sono caratterizzate da un andamento ad accessi, con episodi depressivi di durata variabile, che possono intercorrere più volte nella vita del paziente: l'angoscia di questi depressi è disperata, incomprensibile e non riconducibile a un evento esistenziale penoso (anche se talvolta esiste un fattore scatenante), sono presenti un senso di dolore e di vuoto interiore ineluttabile, coesistono convinzioni deliranti e autoaccusatorie, rimorso e bisogno di espiazione. Il rischio del suicidio in questi casi è molto elevato. Viceversa, le forme minori sono sempre riconducibili a conflittualità interiori del paziente, ovvero a difficoltà di adattamento a vicissitudini esistenziali: il malessere non raggiunge mai il livello psicotico di vera e propria alienazione, tutto appare ancorato a eventi della vita che rendono i sintomi della depressione relativamente comprensibili; prevalgono scontento, irritabilità, lamentosità, pessimismo. Alcune condizioni si sono rivelate capaci di scatenare depressione con una certa frequenza: il climaterio (probabilmente per una sorta di declino del proprio ruolo socio-familiare o delle proprie capacità di performance), l'età avanzata (almeno in parte per effetto dell'isolamento e della perdita di una finalità esistenziale identificata in un ruolo), la gravidanza o il periodo del puerperio e dell'allattamento (per una duplice componente biologica e psicologica). In tutte le forme gli analisti riconoscono un ruolo determinante alla «perdita», riferita a un vasto numero di oggetti di investimento affettivo (la perdita può dunque essere una separazione, una rottura di legami, una proibizione, ecc.): la psicanalisi sottolinea l'importanza di lutti inconsci infantili o precoci, la cui mancata elaborazione può costituire la premessa della d. adulta clinicamente manifesta. Il trattamento della depressione si basa sulla psicoterapia, sulla psicanalisi e su terapie farmacologiche (che mirano a incrementare la quantità di neurotrasmettitori utilizzabili dai recettori cerebrali, secondo l'ipotesi che un deficit di queste sostanze sia alla base della depressione). Per sapere tutte le ultime scoperte riguardo le cause e la cura della depressione visita la sezione: http://italiasalute.leonardo.it/Centro_Malattie.asp?Sezione=Depressione
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 17/02/2011 @ 17:53:58, in Lettera D, visto n. 1250 volte)
È la perdita di polarizzazione delle membrane biologiche per effetto ad esempio di uno stimolo elettrico. Le membrane hanno un certo valore soglia del potenziale di membrana al di sotto del quale si innesca nella membrana una serie di fenomeni che determina l’insorgenza e la propagazione del potenziale d’azione.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 18/02/2011 @ 11:51:06, in Lettera D, visto n. 1292 volte)
Stato patologico dovuto ad un apporto insufficiente di nutrienti. Può essere uno stato primitivo o la conseguenza di malattie gastrointestinali o pancreatiche che portino ad alterata digestione o a malassorbimento. La terapia consiste nella rialimentazione, che deve consistere in piccoli pasti e frequenti, per riabituare l'apparato digerente a funzionare correttamente.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 18/02/2011 @ 11:47:12, in Lettera D, visto n. 1311 volte)
Tipo di tessuto osseo che costituisce la massa principale di ciascun dente. La dentina racchiude al suo interno la polpa dentaria ed è rivestita dallo smalto in corrispondenza della corona e dal cemento in corrispondenza della radice.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 17/02/2011 @ 17:42:39, in Lettera D, visto n. 1274 volte)
Muscolo del dorso, diviso in due gruppi separati, il dentato superiore e il dentato inferiore, che originano dalle vertebre toraciche e lombari rispettivamente, per inserirsi posteriormente sulle coste.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 17/02/2011 @ 17:54:57, in Lettera D, visto n. 1218 volte)
Esame chiamato anche mineralometria ossea computerizzata (MOc) che serve per accertare il grado di mineralizzazione delle ossa nelle malattie caratterizzate da osteoporosi. Il metodo si basa sull'emissione di fotoni da parte di un isotopo radioattivo e la misurazione dell'intensità con cui tali fotoni vengono arrestati dall'osso. Alla densitometria ossea si associata anche la risonanza magnetica nucleare. Oggi la condizione d’osteoporosi viene definita meglio misurando la massa ossea (mineralometria) tramite metodiche non invasive di densitometria fotonica computerizzata oppure a doppio raggio fotonico, o ancora con la densitometria a raggi X a doppia energia.
 
Di Dr.ssa Maglioni (del 17/02/2011 @ 17:40:39, in Lettera D, visto n. 1264 volte)
Malattia infettiva scatenata da un virus del gruppo degli Arbovirus, sottogruppo Flavivirus. La malattia è trasmessa tramite la zanzara Aedes aegypti e quindi limitata alle zone in cui essa è presente, quelle tropicali e subtropicali. Anche la zanzara del genere Haemagogus può trasmettere il virus dopo essersi infettata pungendo una scimmia, nella cosiddetta forma della giungla. Il dengue tipico provoca febbre, cefalea, dolori ossei e articolari ed eruzioni cutanee oppure febbre emorragica, con emorragie diffuse a tutte le sedi. La diagnosi è formulata mediante test sierologici con ricerca degli anticorpi. La terapia prevede l'uso di sedativi e antinevralgici. La sola profilassi possibile consiste nella lotta alle zanzare e nell’isolamento dei soggetti malati.
 
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