Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Sinonimo di diatermocoagulazione. Tecnica utilizzata per ottenere attraverso il calore la coagulazione o la distruzione di tessuti patologici; a questo scopo vengono usati l'elettrobisturi, l'ansa diatermica, l'ago diatermico, che generano una corrente elettrica ad impulsi capace di tagliare o cicatrizzare l'epidermide. Lo strumento concentra la corrente su di un catodo di piccole dimensioni messo a contatto con la regione interessata dall'operazione mentre l'anodo di grande dimensione viene posto a contatto con un'altra parte del corpo in modo da consentire alla corrente di scorrere.
Della corrente prodotta dallo strumento possono essere variate intensità, frequenza e pulsazione, a seconda che si abbia intenzione di tagliare o cicatrizzare. Indicata anche con le sigle DTC o DEC, la tecnica è utilizzata in dermatologia per la cura di piccole lesioni cutanee, come ad esempio verruche, condilomi, fibromi penduli, a anche in campo estetico anche per la depilazione totale.
Tecnica diagnostica indicata per i disturbi dell'udito che registra le risposte encefaliche a uno stimolo acustico a livello della chiocciola e dei neuroni di primo ordine (i primi della via nervosa). Fornisce informazioni sulla funzione del recettore periferico e presenta un'alta affidabilità, dal momento che non dipende dalla collaborazione del soggetto.
Sinonimo di folgorazione. Traumi causati dall'azione del fulmine o da correnti elettriche industriali. Nel primo caso portano quasi sempre alla morte, a causa dell'alta tensione scaricata e il forte sviluppo di calore, che provoca gravi ustioni, fino all'incenerimento. Un fulmine che cada vicino può ad esempio causare uno spostamento d'aria così forte da essere causa di morte. I danni da correnti industriali variano in base alla tensione, alla durata del contatto, alla resistenza offerta dal corpo e dei punti di ingresso e uscita della scarica. La morte può verificarsi per arresto cardiaco o respiratorio, dovuto all'azione sul sistema nervoso centrale. Nel punto di contatto si presentano ustioni per correnti ad alta tensione, e una lesione simile a una bolla (marchio elettrico) per basse tensioni. Il primo soccorso in caso di folgorazione consiste nell'assicurare l'attività cardiorespiratoria con le classiche manovre di rianimazione (respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco). I soccorritori devono a loro volta prestare estrema attenzione per evitare di rimanere a loro volta folgorati.
Tecnica diagnostica per mezzo della quale vengono studiate le modificazioni dell'attività elettrica della corteccia cerebrale provocate da uno stimolo acustico. Consente di verificare se la via acustica è integra; è molto importante nei bambini di età inferiore a due anni ai quali vada applicato precocemente un apparecchio acustico, per accertare l'esatto livello di soglia acustica. La risposta è influenzata dal sonno, fisiologico o indotto con farmaci, ed è condizionata da fenomeni di abitudine.
Elettroencefalografìa. Tecnica attraverso la quale è possibile registrare dal cuoio capelluto l'attività elettrica cerebrale spontanea, a riposo. Questa registrazione (elettroencefalogramma) viene eseguita derivando tramite elettrodi applicati su vari punti prestabiliti del cranio le variazioni di potenziale elettrico degli elementi nervosi, amplificate in modo opportuno. Le oscillazioni dei potenziali cerebrali si possono riunire in diverse bande a seconda della frequenza. Nell'adulto normale, a riposo a occhi chiusi, prevale il ritmo alfa, con una frequenza di 8-13 Hz, che scompare dopo una stimolazione improvvisa (reazione d'arresto, mediata dalla sostanza reticolare ascendente del tronco encefalico). Sono presenti in quantità molto minore i ritmi beta (12-14 Hz), theta (4-7 Hz) e delta (0-3 Hz). Nell'infanzia e nell'adolescenza il ritmo di base è scarsamente regolare e pieno di ritmi lenti (theta e delta). L'indicazione più importante all'elettroencefalografìa è l'epilessia ma fornisce anche informazioni indicative sulla malattia di Alzheimer-Perusini. Viene molto utilizzato per lo studio della fisiologia del sonno.
Branca della fisiologia che si occupa dei rapporti esistenti tra elettricità e materia vivente, specialmente dei fenomeni elettrici che hanno origine e sede nelle cellule e nei tessuti animali o vegetali, nonché la diversa reattività delle strutture viventi all'azione della corrente elettrica. La realizzazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche ha consentito di eseguire indagini che hanno favorito una interpretazione soddisfacente di molti processi fisiologici, in particolar modo di quelli connessi con l'attività di nervi e muscoli. A queste conoscenze sono collegati l'uso di pace-makers cardiaci, la registrazione a fini diagnostici dell'attività elettrica del cuore (elettrocardiografia), dei muscoli volontari e involontari (elettromiografia), del cervello (elettroencefalografia), della retina (elettroretinografia) ecc.
Tecnica di laboratorio che consiste nel sottoporre componenti di una miscela all'azione di un campo elettrico, facendo in modo che si separino in funzione della loro diversa carica elettrica complessiva. In campo medico viene eseguita l'elettroforesi delle proteine plasmatiche, in particolare per indagini sulle gammaglobuline.L'elettroforesi si basa sul movimento di particelle elettricamente cariche immerse in un fluido per effetto di un campo elettrico applicato tramite una coppia di elettrodi al fluido stesso. Nel caso di una cella elettrolitica, il catodo assume carica negativa mentre l'anodo assume carica positiva, per cui le particelle si muovono verso l'elettrodo avente carica opposta rispetto alla carica della particella; in particolar modo si spostano verso il catodo se hanno carica positiva e verso l'anodo se hanno carica negativa; nel primo caso il processo è detto cataforesi, nel secondo anaforesi.Il fenomeno dell'elettroforesi fu descritto per la prima volta nel 1807 da Ferdinand Friedrich Reuss, il quale osservò la migrazione di particelle di argilla immerse in acqua in presenza di un campo elettrico esterno. Il primo apparecchio per svolgere l'elettroforesi fu realizzato nel 1937 dal biochimico svedese Arne Tiselius.Grazie alle sue ricerche relative all'elettroforesi delle proteine, Arne Tiselius vinse il Premio Nobel per la chimica nel 1948.
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