Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Infiammazione dell esofago causata dalla risalita di succo gastrico o enterico-biliare. A causa del venir meno dei meccanismi fisiologici di protezione costituiti dallo sfintere esofageo inferiore, dall'angolo che il cardias forma con l esofago e dai legamenti diaframmatico-esofagei, più spesso in corso di ernia iatale, la mucosa del terzo inferiore dell'esofago viene a contatto con liquidi biologici a pH fortemente acido o basico; a questa situazione consegue un'infiammazione ingravescente che può degenerare nell'ulcera, nella stenosi esofagea e in alcuni casi anche in tumore.
Tratto del tubo digerente compreso tra la faringe e lo stomaco. La sua lunghezza è di circa 25 cm e la larghezza di 2. Occupa la parte inferiore del collo porzione cervicale e scorre verticalmente nel torace dietro la trachea e davanti alla colonna vertebrale; tra i due polmoni attraversa il diaframma in corrispondenza dell'anello esofageo e dopo un breve tratto di porzione addominale sbocca nello stomaco attraverso un'apertura chiamata cardias. Nell'ambito del suo decorso presenta tre restringimenti corrispondenti rispettivamente alla cartilagine cricoide, alla biforcazione della trachea e all orifizio del diaframma. Le pareti dell' esofago sono formate da tre tuniche sovrapposte: una muscolare che va a formare l impalcatura di sostegno; una mucosa che aderisce alla prima e una sottomucosa molto spessa che si interpone fra le altre due. All'esterno della tunica muscolare si trova uno strato avvolgente fatto di tessuto connettivo lasso che nella porzione addominale a sua volta viene ricoperto da una tunica sierosa che dipende dal peritoneo. All'interno dell'esofago il cibo masticato scende verso lo stomaco grazie, durante il passaggio, a movimenti peristaltici, senza però subire modificazioni.
Tumori costituiti per la maggior parte da carcinomi di origine epiteliale di tipo squamoso o spinocellulare con una minima quota di origine ghiandolare adenocarcinomi. vengono sviluppati soprattutto in tarda età mentre le condizioni predisponenti sono tutte costituite da infiammazioni, esofagiti, i disturbi neuromuscolari, acalasia e le condizioni che rappresentano stimoli irritativi cronici, in special modo se associati all'uso smodato di alcol o tabacco. Una parte significativa di tumori dell'esofago è associata alla presenza di una particolare forma di lesione precancerosa della mucosa esofagea conosciuta come esofago di Barrett, la quale determina una metaplasia con assunzione di caratteri tipici delle tonache gastrica e duodenale. Segni sospetti da non trascurare specialmente in eta avanzata sono: la difficoltà a deglutire sempre piu marcata, un aumento della salivazione, scialorrea, un singhiozzo inspiegabile e continuo. I tumori dell'esofago sono spesso incurabili e quando sia tecnicamente possibile la chirurgia offre qualche possibilità palliativa mentre nei casi inoperabili i risultati offerti dalla chemioterapia o la radioterapia sono scarsi e non duraturi.
Deviazione latente dell'asse visivo verso l' interno. E' spesso associata a ipermetropia. Quando si guarda un oggetto collocato a distanza finita, gli assi visivi dei due occhi sono costretti a modificare il loro assetto, da parallelo a convergente sul piano orizzontale fino a formare un angolo con il vertice sull'oggetto osservato. Quanto più vicino si trova l'oggetto osservato, tanto maggiore sarà la rotazione dei due bulbi oculari verso il naso. La rotazione dei bulbi oculari verso il naso è chiamata convergenza e si ottiene attraverso la contrazione dei muscoli estrinseci (oculomotori), in particolare dei retti mediali o interni. In situazioni normali, cioè quando la convergenza dei due assi avviene senza alcuna difficoltà, si ha ortoforia, ossia i due muscoli antagonisti di ogni singolo occhio, che controllano la rotazione dei bulbi oculari sul piano orizzontale, sono fra di loro in equilibrio. Se l' exoforia è di lieve entità e il soggetto possiede una sufficiente riserva fusionale di convergenza, è sufficiente non esagerare con i tempi di utilizzo continuativo della visione da vicino e rassegnarsi a convivere con l' exoforia.
Se invece l'affaticamento è tale da non consentire una visione da vicino sufficientemente confortevole, si può ricorrere all'uso di occhiali che oltre alla compensazione del difetto refrattivo (presbiopia, ipermetropia, miopia, astigmatismo) riescono a ridurre di una determinata quantità la richiesta di convergenza, utilizzando opportunamente la correzione prismatica.
Disturbo della visione binoculare causato da una difficoltà di convergenza dei globi oculari. Deviazione latente dell’asse visivo verso l’interno; spesso si associa a ipermetropia.
L'occhio ipermetrope deve sempre utilizzare l’accomodazione, (variazione di spessore del cristallino provocata dai muscoli ciliari), per mettere a fuoco un oggetto anche a distanza infinita.
La convergenza nell’ipermetrope è sempre maggiore di un emmetrope perché di tipo accomodativo, infatti è necessaria una accomodazione maggiore anche per distanza.
Spesso gli ipermetropi per l’eccessiva convergenza presentano una esoforia o addirittura una esotropia sia per distanza che per vicino.
In questi soggetti è possibile ridurre la convergenza, e quindi la esodeviazione, correggendo in parte o tutta l’ipermetropia.
Protrusione patologica del bulbo oculare la cui entita è misurata in millimetri utilizzando un apposito strumento detto oftalmometro. L'esoftalmo può essere diretto (semplice protrusione dell'occhio) o indiretto (occhio spinto in avanti e lateralmente monolaterale o bilaterale). Si manifestano in genere sintomi associati come diplopia, alterazioni del campo visivo, ulcerazioni della cornea e alcuni caratteristici segni di compromissione della motilità della muscolatura dell' occhio e delle palpebre utili per la diagnosi clinica. Cause dell'esoftalmo monolaterale possono essere formazioni di natura traumatica settica o tumorale che, localizzate nell orbita, spingono in avanti il bulbo oculare; l'esoftalmo bilaterale è causto da processi malformativi o infiammatori cronici ma soprattutto da patologie endocrinologiche della tiroide. L'esoftalmo del morbo di Basedow o esoftalmo maligno legato all' ipertiroidismo è una forma particolarmente grave e frequente ed in genere insorge rapidamente, raggiungendo spesso gradi molto elevati fino ai 30-35 mm ed impedendo addirittura la chiusura degli occhi.La causa non è certa ma appare verosimilmente legato a fenomeni autoimmunitari. La terapia è chirurgica o radiante nel caso l'esoftalmo non si risolve con il controllo dell ipertiroidismo basedowiano.
Esame oculistico eseguito per misurare l'entità dell'esoftalmo. Lo strumento utilizzato è l'esoftalmometro, che consiste in due bracci con specchi angolati uniti da una barra. Durante l'esame, viene appoggiato lievemente sull’epidermide in corrispondenza del punto di congiunzione laterale della palpebra superiore con quella inferiore.
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