Di seguito i lemmi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Canale dell'orecchio medio che mette in comunicazione la cassa del timpano con la retrocavita delle fosse nasali. E' composta da un lume rivestito da mucosa di tipo respiratorio, da una impalcatura ossea e cartilaginea (cartilagine tubarica) e da 4 muscoli (il tensore del velo-pendulo, l'elevatore del velo-pendulo, il salpingo-faringeo ed il tensore del timpano). Il tensore del velo-pendulo è il principale muscolo dilatatore della tuba e la sua attività è fondamentale affinché venga espletata la funzione ventilatoria. Le funzioni fisiologiche delle tube (destra e sinistra) sono: consentire il corretto ricambio di aria (compensazione della pressione tra il mondo esterno e l'orecchio medio); permettere il corretto deflusso del muco, presente normalmente sulle mucose della tuba; evitare il passaggio di agenti patogeni dalla faringe all'orecchio medio (tra i principali veicoli di germi poiché costituisce il passaggio di cibo e aria); impedire ai normali rumori corporei, come respiro,la voce, il battito cardiaco, i movimenti articolari, e la deglutizione, di andare a battere direttamente sul timpano.
Se la funzione tubarica risulta alterata, può esserci un maggior rischio di infiammazioni dell'orecchio medio (otite media acuta recidivante ed otite media effusiva o sieromucosa). I bambini vengono colpiti più frequentemente da queste patologie in quanto presentano ancora una immaturità tubarica. Altre conseguenze possono essere un'inefficace contrazione del muscolo tensore del velo-pendulo, scarsa elasticità della cartilagine tubarica, scarsa rappresentazione del cuscinetto adiposo di Ostmann. A tali alterazioni, da un lato, un possono far seguito una ridotta ventilazione dell'orecchio medio e dall'altro possono comportare il venir meno della funzione protettiva con maggior rischio di reflusso di secrezioni infette dal rinofaringe all'orecchio medio.
Termine che, dal greco antico, significa letteralmente morte serena. Ai nostri giorni, indica l'insieme di azioni (che costituiscono l'eutanasia attiva) o di omissioni di cura (che costituiscono l'eutanasia passiva) che causano o favoriscono la morte di una persona affetta da malattia inguaribile e sofferente in modo non alleviabile. L'eutanasia non è consentita nè dalla legge religiosa nè dai codici deontologici di ogni tempo a partire dal Giuramento di Ippocrate. In genere, è quindi perseguita dalle diverse legislazioni. Per questo l' articolo 579 del Codice Penale italiano in conformità ad altre legislazioni, considera un vero e proprio omicidio del consenziente l'applicazione dell'eutanasia su consenso esplicito e validamente espresso del malato. Dal consenso deriva una diminuzione della pena senza escludere però la responsabilita. L'eutanasia applicata senza o contro l'assenso del malato è invece considerata dal Codice Penale un omicidio premeditato e volontario.
Detto del parto svolto in modo fisiologico e senza complicazioni sia per la madre che per il feto.
Stato di buona o normale nutrizione e sviluppo che riguarda un organo o di un tessuto.
Farmaco o sostanza che migliora lo stato di salute dell'organismo. in ambito cosmetico, è un prodotto che tende a favorire il nutrimento della pelle.
Preparato che permette di eliminare le feci dall'intestino qualora, per motivi diversi, la defecazione fisiologica risulti difficoltosa. In genere si riferisce al clistere e a tutti i mezzi terapeutici che agiscono localmente e di solito in modo meccanico sulla porzione terminale dell’intestino.
Detta anche defecazione, è l'eliminazione spontanea o indotta delle feci dall'intestino. Avviene attraverso un insieme di atti fisiologici,sia volontari che involontari. Le feci, raccolte nell'intestino crasso, vengono espulse attraverso l'ano. le feci giungono al segmento finale dell'intestino attravero movimenti di peristalsi che, in seguito al completo assorbimento di quanto utile all'organismo, spingono il materiale fecale verso l'ano.
Sia nell'uomo che negli altri animali, la defecazione avviene secondo ritmi biologici periodici, ma subisce facilmente alterazioni della frequenza, con conseguente stitichezza in caso di rarefazione o interruzione delle scariche; in genere la causa è di tipo fisico-meccanica, per cui si parla di stipsi funzionale e di defecazione ostruita. La mancanza totale di defecazione genera il cosiddetto blocco intestinale, che può anche portare alla morte. Anche prima di arrivare al blocco, però, la condensazione e l'indurimento delle feci (oppure la formazione di un vero e proprio fecaloma), causate da protratta ritenzione, possono provocare gravi lacerazioni della membrana del retto durante l'espulsione.
La defecazione è volontaria solo in modo parziale. Tutti i mammiferi possiedono infatti uno sfintere anale lche ha la funzione di impedire per periodi ragionevoli il rilascio casuale delle feci (ritenzione tonica) trattenendolo nel tratto finale dell'intestino. La volontarietà adulti si limita quindi alla continenza, dal momento che l'individuo non è in grado id agire sullo stimolo,ma ne può solo ritardare (entro certi limiti) gli effetti. I meccanismi di continenza non sono invece ancora ben sviluppati nei neonati.La defecazione nell'uomo è quindi prodotta dalla peristalsi (azione vermiculare) propria del colon sigmoideo, che ha la funzione di spingere il materiale fecale verso il retto. All'ingresso di questo segmento, che si distende fino a formare la ampulla recti o ampolla rettale, avviene la stimolazione delle terminazioni sensoriali del muscolo del retto, le quali attraverso il nervo pudendo inviano il segnale di necessità di evacuazione, che causa il noto riflesso (riflesso intrinseco). Questi riflessi possono essere condizionati da fenomeni come irritazioni, infiammazioni e processi patologici, come ad esempio nella dissenteria, caratterizzata dalla ripetizione involontaria delle azioni riflesse di espulsione e da feci voluminose ed acquose.
I fattori primari che influenzano la fisiologizzazione della peristalsi sono l'assunzione di acqua e il movimento fisico. Ad influire in modo perlopiù indiretto sulla peristalsi sono invece altri fattori come ad esempio l'età, l'alimentazione e l'assunzione di liquidi.
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